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    L’Italia non sa più segnare. Manca un centravanti, ma la colpa non è solo di Immobile

    L’Italia non sa più segnare. Manca un centravanti, ma la colpa non è solo di Immobile

    • Giancarlo Padovan
      Giancarlo Padovan
    L’Italia che non segna più (come ieri a Basilea) o che non segna abbastanza (come giovedì a Firenze) sta preoccupando Roberto Mancini e la maggioranza degli italiani ancora con gli occhi lucidi per la conquista dell’Europeo. Il pareggio contro la Svizzera (0-0), che bissa quello con la Bulgaria, ci crea qualche problema anche e soprattutto con la qualificazione al Mondiale del Qatar dell’anno prossimo. Perché, pur avendo quattro punti di vantaggio sugli elvetici, possiamo essere superati nelle due gare che loro non hanno ancora disputato. Tutto lascia presagire che per il primo posto sarà decisivo lo scontro diretto dell’11 novembre a Roma e questo è un altro elemento di pressione che non ci voleva, anche perché molti di noi erano sicuri: saremmo andati a riprenderci in Svizzera quello che avevamo sciupato con la Bulgaria.
     
    Non è stato così e i rimpianti sono molti. Il primo, ma non l’unico, è di avere sbagliato un calcio di rigore con Jorginho (52’), un altro sono i gol mancati da Berardi e Insigne (su due stupende imbeccate di Locatelli), l’ultimo è di non avere un centravanti che possa sostituire Ciro Immobile. Il quale è senz’altro un bomber quando si tratta di affrontare gli avversari, spesso modesti, del nostro campionato, ma in territorio europeo resta un calciatore con molti limiti. Se non tecnici, almeno temperamentali. Qualcuno, assai generosamente, dice che un gol lo sbloccherebbe e che la questione è essenzialmente mentale. Tuttavia la realtà delle partite cui assistiamo lo spinge sempre più ai margini della possibilità di realizzazione. Anche ieri prima ha spropositato in curva un buon passaggio di Berardi, poi è arrivato tardi (e senza convinzione) su un cross di Barella a metà strada tra lui e il portiere Sommer.

    E, nonostante una serie di raccomandazioni del nostro c.t., è uscito per lasciare il posto al rientrante Zaniolo, in versione di falso centravanti. Mancavano trentuno minuti alla fine e il cambio di Mancini, assieme a quello di Chiesa per Berardi, è parso particolarmente opportuno. Però il nodo resta: un attaccante centrale serve e l’Italia clamorosamente non ce l’ha, almeno fino a quando Immobile continuerà a giocare così e il suo sostituto Belotti (in nulla migliore del laziale in verità) sarà fuori per infortunio.

    Detto che con un centravanti appena decente l’Italia avrebbe battuto sia la Bulgaria, sia la Svizzera, sarebbe ingiusto e sproporzionato far ricadere tutte le colpe su Immobile. Intanto perché hanno sbagliato anche Berardi (nel primo tempo) e Insigne (nel secondo) e poi perché l’errore capitale è stato di Jorginho dagli undici metri. Se a questo aggiungiamo che il regista della nazionale ha disputato una partita grigia, toccando molti palloni, ma pochi bene, il quadro della sua pesante insufficienza è chiaro. Ora, anche se agli allenatori non piacciono i discorsi che si fanno dopo un rigore sbagliato, una riflessione su Jorginho rigorista va fatta. Primo, perché aveva sbagliato dagli undici metri anche dopo il pareggio in finale con l’Inghilterra. Secondo, perché la sua esecuzione (rincorsa lenta, saltello, pallone piazzato) sarebbe da rivedere anche quando va a segno, figurarsi quando sbaglia.

    Ci sono altri rigoristi più convincenti di Jorginho e almeno tre erano in campo ieri sera. Uno è Insigne, l’altro è proprio Immobile (se il problema del gol fossero davvero psicologico una trasformazione lo aiuterebbe) e il terzo è Bonucci, insopportabile negli atteggiamenti (pensa di essere un fenomeno e di non sbagliare mai per discendenza divina), ma implacabile dal dischetto.

    Dopodiché le partite si vincono con un atteggiamento che è mancato nelle ultime due. Non c’è ferocia, non c’è determinazione. Dentro l’area bisogna spaccare la palla e possibilmente la porta, in mezzo al campo quando il pallone è incerto è necessario arrivare sempre prima dell’antagonista, dietro non va concesso nulla (e ieri così è stato se si eccettua un colpo di testa di Akanji). L’Italia ha quasi dominato, ma non è stata imprecisa solo sotto porta, lo è stata anche nel palleggio. Forse abbiamo pagato la non buona serata dei centrocampisti (con l’eccezione di Locatelli), forse la stanchezza ci ha tolto lucidità nei momenti cruciali.

    Il c.t ha fatto quattro cambiamenti rispetto alla Bulgaria. Di Lorenzo per Florenzi (giusto), Chiellini per Acerbi (giusto), Locatelli per Verratti (giusto), Berardi per Chiesa (opinabile). Mi spiego: questo Chiesa è troppo importante per la Nazionale attuale. E se è vero che Berardi si è procurato il rigore (fallo di Rodriguez) è altrettanto vero che ha sbagliato un rigore in movimento (18’). In più, rispetto a Chiesa, ha saltato le prime due di campionato e la sua condizione non può essere ottimale. Infine gli statistici ci ricordano che, non perdendo in Svizzera, l’Italia ha uguagliato il record di partite senza sconfitte, a pari merito con il Brasile. Niente da dire, un grande risultato. Purtroppo, però, con i pareggi si fanno i record, ma si lascia agli avversari la possibilità di sottrarci il primo posto nel girone mondiale. E noi agli spareggi preferiamo non andare.

    :(actionzone)

    IL TABELLINO
    Svizzera Italia 0-0

    Svizzera (4-3-2-1): Sommer; Widmer, Elvedi, Akanji, Rodriguez (dal 63′ Garcia); Aebischer, Frei, Sow (dal 63′ Zakaria); Steffen (dal 71′ Fassnacht), Zuber (dal 63′ Vargas); Seferovic (dall’86’ Zeqiri). Ct Murat Yakin.

    Italia (4-3-3): Donnarumma; Di Lorenzo, Bonucci, Chiellini, Emerson; Barella (dall’89’ Pessina), Jorginho, Locatelli (dal 77′ Verratti); Berardi (dal 59′ Chiesa), Immobile (dal 59′ Zaniolo), Insigne (dall’89’ Raspadori). Ct Roberto Mancini .

    Arbitro: Carlos del Cerro Grande.

    Ammoniti: Sow (S), Chiellini (I), Aebischer (S), Elvedi (S), Frei (S).

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