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    L'Italia guarda i Mondiali da lontano, ma riscopre Grifo e vince in Albania. Con il metodo Mancini ecco Pafundi

    L'Italia guarda i Mondiali da lontano, ma riscopre Grifo e vince in Albania. Con il metodo Mancini ecco Pafundi

    • Giancarlo Padovan
      Giancarlo Padovan
    Insieme al risultato (3-1 per l’Italia in casa dell’Albania di Reja), un paio di dati significativi sul lavoro di Roberto Mancini. 99 calciatori chiamati, 54 esordienti di cui tre ieri sera: Fagioli, Pinamonti e Pafundi, quest’ultimo del 2006 e ancora giocatore della Primavera dell’Udinese. Non si può dire che il nostro c.t. non sia attento al nuovo e, soprattutto, come nel caso di Zaniolo, convocato quando ancora non aveva esordito in Aerie A, non precorra i tempi.

    Nei giorni dolorosi in cui si aprirà un Mondiale senza l’Italia, Mancini pensa all’azzurro intenso che dobbiamo ritrovare e perciò non trascura nulla per riscattare l’oltraggio di una seconda e clamorosa mancata qualificazione. Per andare a fare la Final Four della Nations League e riqualificarsi ad un Europeo da cui siamo usciti trionfatori, è necessario essere una Nazionale seria anche quando le circostanze inviterebbero a stare con la testa altrove. Così, mentre gli altri si preparano a partire per il Qatar, noi dobbiamo essere professionali ed entusiasti anche se affrontiamo l’Albania o, domenica sera, l’Austria.

    Mancini, al pari di Arrigo Sacchi, pretende che si vinca giocando bene. E questo, nonostante un avvio titubante, è avvenuto anche ieri sera a Tirana. Sotto di un gol dopo appena 16 minuti per un colpo di testa di Ismajli su punizione cross di Bajrami (un vantaggio firmato Empoli. squadra dove militano i due albanesi), l’Italia ha ribaltato risultato e partita in poco più di sei minuti. Prima con il pareggio di Di Lorenzo (assist di Grifo), poi con lo stesso Grifo che ha trasfomato in rete una splendida iniziativa palla al piede di Raspadori. L’attaccante del Friburgo, già autore di undici gol in Bundesliga, ha poi colpito anche una traversa interna e fatto doppietta nel secondo tempo. Prestazione maiuscola che incoraggerà Mancini a insistere con lui (in coppia con Raspadori) per risolvere, in assenza di Immobile, il cronico problema del gol.

    Anche Zaniolo avrebbe potuto segnare (palo pieno su servizio di Raspadori nel finale di primo tempo), ma neppure nello stadio dove regalò alla Roma la Conference League è riuscito a sbloccarsi completamente.

    Detto che due traverse, nel secondo tempo, le hanno colpite pure gli albanesi (il neoentrato Roshi e Bajrami su tiro deviato da Scalvini), l’Italia è stata convincente sul piano del gioco soprattutto per le giocate che cercavano il terzo uomo. Ovvero, passaggio verticale verso Raspadori, che viene incontro, con pallone imbucato a destra per Zaniolo (più spesso) o a sinistra per Grifo (meno spesso). Un’idea di calcio non certo rivoluzionaria, ma chiara nella volontà di cercare la profondità il prima possibile.

    L’esercizio si rendeva necessario anche perché Verratti e Tonali erano braccati quasi a uomo dal pressing avversario e ad impostare, oltre a Bonucci, provava Scalvini. Tuttavia la prestazione del capitano è stato tutt’altro che trascendentale. Sia perché è saltato senza marcare Ismajli in occasione del gol, sia perché quasi tutti i suoi lanci sono risultati imprecisi.

    Nel finale del primo tempo si è infortunato Tonali, caduto malamente con la testa e sulla spalla dopo un tentativo aereo fallito. Al suo posto è entrato il torinista Ricci, assai compassato, e l’Italia ha dovuto mettersi completamente nei piedi di Verratti che, comunque, non ha fatto tutto benissimo. Se è vero, infatti, che è stato l’autore dell’assist per il 3-1 di Grifo è altrettanto vero che ha perso palla a centrocampo in occasione della traversa di Bajrami/Scalvini. 

    Nel finale, oltre a Fagioli (entrato al 77’), a Pinamonti e a Pafundi (entrati nel recupero) si è rivisto anche Federico Chiesa. Il suo recupero tra Juventus e Nazionale sarà fondamentale per il calcio italiano, a dispetto di quelli che non lo considerano ancora un campione (è molto più incidente di Vlahovic) e che si sono scordati delle sue prodezze personali nel trionfo azzurro all’Europeo.

    L’Italia guarda ilMondiale da lontano, ma Mancini pensa al prossimo. In cui esserci per vincerlo. Pazza idea, lo so. Forse una forma di espiazione prima che un motivo d’orgoglio.



    IL TABELLINO

    Albania-Italia 1-3 (primo tempo 1-2)


    Marcatori: 16' Ismajli (A), 20' Di Lorenzo (I), 25' Grifo (I), 64' Grifo (I)

    Albania (5-3-2): Berisha; Hysaj, Ismajli (71' A.Bajrami), Kumbulla, Mihaj, Lenjani; Abrashi (77' Ramadani), Bare (88' Laci), Bajrami (70' Asllani); Uzuni (88' Skuka), Broja (70' Roshi). Ct Reja.

    Italia (3-4-3): Meret; Scalvini, Bonucci (90'+1' Pinamonti), Bastoni; Di Lorenzo, Verratti (90'+1 Pafundi), Tonali (45'+3 Ricci), Dimarco; Zaniolo (77' Fagioli), Raspadori (90'+1 Chiesa), Grifo (77' Gnonto). Ct Mancini.

    Arbitro: Nuza.

    Ammoniti: Kumbulla (A), Verratti (I), Bare (A), Roshi (A).

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