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  • 'Vaccinazione chiusa per pausa colomba e abbacchio'. Il calcio come palestre e ristoranti: il protocollo non è la sicurezza assoluta

    'Vaccinazione chiusa per pausa colomba e abbacchio'. Il calcio come palestre e ristoranti: il protocollo non è la sicurezza assoluta

    • Mino Fuccillo
      Mino Fuccillo
    Vaccinazione chiusa per pausa colomba, uova, cioccolato e abbacchio.
    Pasqua: per tre giorni vaccinazioni ridotte di due terzi rispetto ai giorni feriali.
    La macchina organizzativa, in questo caso la sua componente umana, ha rispettato e onorato la festa comandata e ha scelto di andare in pausa Pasqua. In un bellissimo film di molto tempo fa un cammeo dell'italiano tipo: dopoguerra, attentato a Togliatti, moti di piazza e uno dei due amici personaggi chiave della sceneggiatura dice all'altro "sì, c'era la rivoluzione ma io stavo prendendo il cappuccino". Quell'italiano tipo due generazioni dopo vive e lotta ancora insieme a noi. Sui centri vaccinali (non tutti) idealmente ma concretamente è stato appeso il cartello "vaccinazione chiusa per pausa colomba e abbacchio". E non è sempre colpa di qualcun altro, il qualcun altro siamo noi.
    Aria di piazza per riaprire prima del tempo.

    Le avanguardie politicizzate si sono regalate una giornata di grande impegno: manifestazioni, blocchi, cortei, scontri. Da Milano a Bari e ancora in Campania e in Toscana e in Liguria e ovviamente soprattutto a Roma davanti a Montecitorio. In piazza ad esigere e minacciare c'erano loro, le avanguardie politicizzate. Esplicitamente con le loro insegne (Italexit-Casa Pound) e anche in veste ufficiosa e non ufficiale vestendo panni di comitati di categoria  (tutte le organizzazioni e sigle della destra, non esclusa Fratelli d'Italia). Ma è inutile nascondere e nascondersi che con loro oggi c'è vasta parte delle categorie. Ambulanti, ristoratori, bus turistici, gestori di palestre, estetiste, parrucchieri, perfino orafi...Tutti a lasciar gridare: aprite domani! In piazza c'erano dei figuranti e dei primi attori (ad esempio quello vestito da sciamano Capitol Hill  oppure Vittorio Sgarbi). E c'erano quelli andati con catene e quelli andati a tirar fumogeni e bottiglie e quelli che hanno ferito un po' di poliziotti e quelli alla Q-Anon alla nostrana (tipo colui che al poliziotto intima: "stai delinquendo con la mascherina"). Le avanguardie politicizzate e alquanto scomposte, ma avanguardie un movimento che abbraccia, coinvolge e mobilita un pezzo non da poco della società. Un movimento di tanta gente normale però in marcia sotto la bandiera dell'ognun per sé, se non già del mors tua vita mea.

    Calciatori contagiati, la prova che protocollo sicurezza non esiste. Neanche in ristoranti o teatri che sia. Calciatori contagiati, tanti e in continuazione. Sono un gruppo di popolazione ristretto, vivono sotto stretto controllo del rispetto di stretti protocolli. Eppure si contagiano. E' la prova (sul campo è il caso di dire) come in pandemia non esistano protocollo di comportamento e misure che diano sicurezza assoluta di non contagiarsi. I protocolli che è bene ci siano offrono protezione, talvolta alta protezione. Ma sicurezza di non contagiarsi, questo mai. Vale per qualunque attività, ristoranti o teatri che siano. Chi dice che applicando i protocolli alla sua attività riduce i rischi dice la verità. Ma questo non lo dice nei fatti nessuno. Chi dice, come fan tutti, che applicando i protocolli la sua attività è in totale sicurezza dice cosa smentita ogni giorno dai fatti. Vale per i bar, i ristoranti, le palestre, le piscine, i teatri, i cinema, le fiere...vale perfino per casa propria o altrui quando si sta insieme tra non conviventi. Si può e si deve stare protetti e grazie a chi applica i protocolli. Ma vendersi la sicurezza assoluta da protocollo è vendere, alla meglio, un'illusione. E, alla peggio, una pubblicità ingannevole.

    Fischi e fiaschi: quel sì alla quota accettabile di morti.
    Non ci siamo capiti, o almeno con alcuni è successo di non capirsi. Quando non ci si capisce non è solo buona educazione pronunciare il non mi sono spiegato bene io prima del tu non hai capito. E' sostanza. Quindi provo a spiegarmi: l'indicare che "l'aria che tira" è quella della individuazione tacita ma condivisa di una quota di morti accettabile non era da parte mia condividere e plaudire a questa chiamiamola aria. Contrariamente a quanto molti pensano sia inevitabile e dovuto, cioè che si dà notizia solo di ciò che fa piacere e dà ragione a se stessi) il cercar di capire e di raccontare dove si va comprende anche il vedere ciò che non piace e con cui non si è d'accordo.

    Peraltro avevo scritto di livello di morte accettabile accompagnandolo con un "altrui" che pur doveva indicare qualcosa. Avevo scritto di eugenetica per l'età della morte (altrui) ed eugenetica non era ed è certo un complimento. Avevo scritto di "blindatura etica fatta di palline di polistirolo disperse" ad indicare il sostanziale deficit etico dell'aria che tira. Avevo scritto della ripetizione, stavolta ancor più colpevole perché consapevole, di una scelta che porterà altre migliaia di morti. Avevo scritto della cultura dello scarto, anzi peggio: quella dello ok, il prezzo è giusto. Avevo segnalato un "ci stiamo" non in adesione ma in stigma. Di indizi per capirci ne avevo seminati, anzi disseminati tanti. Ma per qualcuno non sono stati sufficienti e non ci siamo capiti. Per mano mia che non mi sono spiegato a sufficienza per tutti e con la collaborazione attiva di chi il leggere qualcosa d'altro e di più oltre il titolo e soprattutto il proprio umore... anche mai.

    Ieri gli ambulanti hanno bloccato le autostrade, vogliono riaprire. Notiziari di ogni tipo sono ricolmi di ristoratori o gestori di attività di ogni tipo che vogliono riaprire. Mezza politica italiana, almeno mezza se non di più, preme per intestarsi la gloria delle riaperture. La maggioranza dei governi delle Regioni preme per riaprire. E vogliono tutti riaprire al massimo tra due settimane. E' questa l'aria che tira. E non  la soffio certo io. Fosse per me ne respirerei tutt'altra. E i morti in più, se e quanti saranno, vanno in conto, se ci sarà, alla pressione  massiccia e alla voglia feroce di riaprire prima del tempo, di dichiarare a furor di popolo epidemia finita quando non è finita.

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