L'Italia di Prandelli e di Osvaldo schiaccia l'Italia della Casta e dei condoni
di Xavier Jacobelli
(direttore quotidiano.net)
Nove partite, 7 vittorie, 2 pareggi, 0 sconfitte, 17 gol segnati, 2 subiti, la miglior difesa di tutti i gironi di qualificazione: i numeri schiacciano le parole e l'Italia di Prandelli merita tutti gli applausi che sta ricevendo in questi giorni dopo la brillante prova di Belgrado che, ancora una volta, ha certificato la rinascita di una grande Nazionale. Anche se la strada è ancora lunga, anche se è proibito montarsi la testa, anche se il vero esame di maturità ci attende fra otto mesi, in Polonia e in Ucraina.
La ricostruzione di Cesare ha bruciato le tappe. Forse qualcuno l'ha dimenticato, ma da Italia-Slovacchia, 24 giugno 2010, azzurri fuori dai mondiali sudafricani dopo tre pareggi consecutivi (evento senza precedenti in 100 anni di storia della Nazionale ad una fase finale del mondiale) a Serbia-Italia, Belgrado, 7 ottobre 2011, sono trascorsi soltanto 1 anno, 4 mesi e 13 giorni, durante i quali è cambiato tutto.
Chissà dov'era, il 24 giugno del 2010, il leghista che nei giorni scorsi ha criticato la convocazione di Osvaldo in azzurro con parole fuori luogo e quantomeno disinformate circa l'età e il curriculum del romanista("La Nazionale sta diventando una pensione per gli oriundi": Osvaldo ha 25 anni e ha già giocato nell'Under 21 nel biennio 2007-2008). Forse tifava contro l'Italia come altri, come quelli che disprezzano il tricolore? O forse prediceva che il calcio italiano, per 4 volte campione del mondo e per una volta campione olimpico, non avrebbe più avuto un futuro essendo povero di talenti e bla bla bla, come tante prefiche ripetevano?
Il fatto è che il calcio è sempre più una metafora della vita, soprattutto nel nostro bellissimo Paese. Nel quale continuiamo a credere anche se è oppresso da una Casta politica da spazzare via.
Prandelli ha rifatto l'Italia del calcio, dandole un'anima e un gioco, ricucendo il rapporto con i tifosi, risalendo a una a una le posizioni nella classifica Fifa: dopo il Sudafrica, la Nazionale era rotolata al sedicesimo posto, ora è sesta.
Eppure, insediandosi a Coverciano, il nuovo ct aveva trovato solo macerie e scoramento. Per tutte, valeva l'analisi di Gianluigi Buffon, domani sera alla presenza n.110 in azzurro: "Credo che sarà molto difficile qualificarsi alla fase finale del'Europeo 2012", ammonì il portiere. Dopo Belgrado, Buffon ha annotato: "Questa è la squadra più foprte nella quale abbia giocato in 13 anni di azzurro". E se lo dice il Capitano, bisogna credergli.
Umiltà, sacrificio, spirito di gruppo, cultura del lavoro, meritocrazia, valorizzazione dei talenti: Prandelli ha attinto a piene mani al suo vocabolario e, con i suoi giocatori, ha dimostrato che nulla è impossibile, purchè si creda in ciò che si fa. Rispettando sempre gli altri e concedendo un'opportunità a tutti gli italiani che se la meritino. Anche ai Nuovi Italiani,i come li chiama Cesare, scartando l'ormai anacronstico termine di oriundi.
Umiltà, sacrificio, spirito di gruppo, cultura del lavoro, meritocrazia, valorizzazione dei talenti: termini sconosciuti ai dinosauri asserragliati nel Palazzo, incollati alle loro poltrone mentre il mondo cambia intorno a loro, la crisi economica morde le caviglie di tutti, ma loro sono indecisi a tutto,tranne che su un punto: difendere i ributtanti privilegi che li foderano.
L'Italia di Prandelli schiaccia l'Italia della Casta e dei condoni, delle bugie e dei bavagli all'informazione, delle parole spese al vento e delle promesse non mantenute, dei bunga bunga e del discredito che è stato gettato sul nostro Paese dalle combriccole di inetti e di incapaci, annidati nei ganglio vitali. La stessa Casta che, da tre anni e mezzo, non vara la legge sugli stadi, che taglia i fondi alla scuola pubblica e alla pratica sportiva perchè dello sport se ne frega. E gli unici calci che dovrebbe conoscere sono i calci nel sedere.