L'irrinunciabile Arabia non è la cosa più orribile che abbiamo visto, ma ci va vicino
Cristiano Ronaldo ha aperto le danze, ha piantato la prima bandierina. Rotti gli argini, l’arruolamento ha preso ritmi frenetici. Benzema, Brozovic, Kante, Koulibaly, Firmino: tutta gente che fino a un attimo fa frequentava - e talvolta vinceva - la Champions League. Tutti impegnati nella prossima Saudi League, qualsiasi cosa sia. L’Europa del calcio saccheggiata, è la legge del mercato bellezza. Siamo di fronte a un ricambio generazionale epocale, qualcosa che - ce ne accorgeremo a breve - sta spostando in maniera netta la gerarchia del calcio mondiale. Nessuno si chieda il perché, non è un lusso che ci si può concedere: si va per grattare l’ultimo (o il penultimo: scommettiamo quanti di loro tra un anno saranno di ritorno?) ingaggio della carriera, per mettersi la coscienza in pace e garantire il benessere a familiari, figli, nipoti.
E’ cronaca di queste ore: Milinkovic-Savic fortemente attratto dal salto della quaglia (l’Al-Hilal pronto a sborsare 40 milioni alla Lazio, triennale per lui da 30 a stagione), Pogba che - così, turista per caso - va a farsi un giro nel centro dell'Al-Ittihad e rilascia la più gettonata (e insulsa) delle dichiarazioni estive: “Oggi no, ma domani chissà”. Credici, anche oggi la gallina dalle uova d’oro, anche subito, meglio non perdere tempo che poi l’occasione passa e agli arabi - hai visto mai - magari viene in mente un qualsiasi altro nome. Ogni tanto qualcuno rifiuta - Modric per esempio - ma è l’eccezione che si manifesta come la polvere su un ingranaggio che non è destinato a fermarsi, non c’è motivo perché si fermi. Avanti tutta, avanti tutti. Posto ce n’è, fa niente se è un circo con la platea indifferente, con i pagliacci che ridono a comando, il domatore di leoni con il frustino laccato e gli acrobati - che poi sarebbero questi campioni a rimorchio - che si esibiscono in due giravolte a favore di telecamera e poi passano alla cassa.