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    L'inutile retorica del 'Sud contro Nord': lo scudetto conviene solo al Napoli

    L'inutile retorica del 'Sud contro Nord': lo scudetto conviene solo al Napoli

    • Giancarlo Padovan
    Chi ha la bontà e la pazienza di leggermi o di ascoltarmi alla tv e alla radio, sa che ho pronosticato il Napoli vincitore dello scudetto fin dall’inizio del campionato. Un po’ perché pensavo ad una Juve meno affamata in campionato (e mi sbagliavo), un po’ perché credo che il lavoro di Sarri sia così meticoloso e articolato da portare ad un risultato importante sul medio e lungo termine.

    Credo, poi, che un’alternanza nelle vittorie dia maggiore credibilità ai campionati, così come aveva insegnato Gianni Agnelli quando sosteneva che un avversario è tanto più accreditato se periodicamente riesce anche a batterti. Sono infine convinto che in questa stagione il Napoli abbia giocato meglio della Juve; che abbia programmato in maniera scientifica prima il riavvicinamento e poi il sorpasso; che il collettivo sia la base di tutto e stia pagando soprattutto nel momento in cui ad alcuni giocatori viene meno la forza o la lucidità. Se, prima, il collettivo esaltava le loro capacità, ora fa da rete di salvataggio a qualche limite.

    Ribadito, ancora una volta, da quale parte io stia, non riuscirò mai a capire, né a giustificare la marea montante di retorica che da Napoli e oltre Napoli sta invadendo l’Italia tutta.

    La prima affermazione contestabile è la seguente: lo scudetto al Napoli farebbe solo bene al calcio italiano. E’ un postulato talmente inspiegabile da lasciarmi basito. Perché dovrebbe essere così? Forse che, se il Napoli vince lo scudetto, la Nazionale italiana si ritrova magicamente qualificata per i Mondiali o per i prossimi Europei? O, chessò, avremmo più in fretta un presidente federale? O magari l’immobilismo della Lega si trasformerebbe in un’attività sfrenata e produttiva? I nostri lettori sono di certo così smaliziati da capire che queste sono solo domande che presuppongo una risposta negativa.

    Al contrario, lo scudetto al Napoli darebbe impulso e beneficio alla società di De Laurentiis, regalerebbe un lungo periodo di gaudio a tutta la città, innalzerebbe l’indice identitario tra territorio e tifo, forse farebbe bene anche ai consumi. Ma fuori da Napoli e dalla Campania ci sarebbero solo gli sfottò per la Juve e la sua sicumera nel reputarsi campione prima dello scontro diretto, per le imprese che dovrebbero realizzare Inter e Roma nel battere i bianconeri, per una stagione da ridimensionato del club più potente d’Italia. 

    Il resto - se mi viene concessa la licenza - sono discorsi da Masaniello. Come quello di Albiol. Lo spagnolo, al quale deve essere stato fatto un ripasso di sociologismo per corrispondenza, ha detto che la battaglia del Napoli non è solo per lo scudetto, ma “contro tutto il nord”. Come se al nord non abitasserro, felicemente integrati, milioni di campani che vogliono vedere solo la loro squadra trionfare, non certo creare un conflitto socio-culturale con l’altra metà del Paese. Forse Albiol, quando fa un distinguo di questo genere, pensa di riferirsi alla Catalogna, ma l’Italia non è la Spagna, ogni Paese ha una storia che lo differenzia da un altro. Casomai, certi discorsi sull’identità, avrebbero, forse, un valore - ancorché minimo - se il Napoli fosse composto tutto da napoletani, non da senegalesi, belgi, albanesi, (italo) brasiliani, slovacchi,  portoghesi, polacchi, spagnoli per l’appunto.

    Il Napoli è una squadra professionistica che risponde alle logiche dello sport-business,
    né più né meno come le altre. Con questo non voglio dire che lo scudetto del Napoli sarebbe da sminuire, dico solo che risulterebbe alternativo al modello-Juventus. Da una parte una società più ricca e storicamente più potente, che cerca la vittoria prima di ogni altra cosa. Dall’altra un club importante che vuole attuare un calcio spettacolare. Per Sarri e per il Napoli, vincere significa dimostrare che i due aspetti possono convergere.

    Tutto il resto è melassa, buona solo per chi, a digiuno del calcio e delle sue logiche sovrane, mette il riscatto sociale dentro un pallone. Peggiore manipolazione ideologica non potrebbe esserci.     

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