Redazione Calciomercato
L'Inter vince a Firenze con merito, fortuna e un colpo di stinco. Ma doveva finire in dieci
Un’ingiustizia? Forse sì. Perché sull’intera partita e, in particolare, sulla prestazione dell’arbitro Valeri e del Var Mariani, grava la mancata espulsione di Dimarco in occasione dell’1-2. L’esterno nerazzurro è intervenuto in ritardo e con particolare violenza su Bonaventura che stava calciando, come poi ha calciato, verso la porta. Il Var ha richiamato l’arbitro che ha concesso il rigore. Ma, tra lo stupore generale, non ha né espulso, né ammonito Dimarco. Essendo poco oltre la mezz’ora di gioco (31’) sarebbe potuto diventare uno snodo cruciale. Conservare il vantaggio in dieci non sarebbe stato agevole per l’Inter. E, una volta raggiunta, meno che mai sarebbe stato prevedibile un nuovo vantaggio. A maggior ragione contro una Fiorentina che ha giocato una ripresa ad altissima intensità (decisivo l’ingresso di Jovic) e che avrebbe comunque meritato il pareggio. Tuttavia, onestà intellettuale impone di ricordare che un (altro) rigore sarebbe stato da fischiare a favore dell’Inter quando Terracciano, in uscita bassa su Dimarco, ha prima respinto la palla franando poi sull’interista che aveva ancora la disponibilità di raggiungere la sfera.
Detto tutto questo, l’Inter si prende tre punti preziosi, mentre la Fiorentina, a dispetto delle sue prestazioni, vede peggiorare la posizione di classifica. Non siamo ancora all’allarme rosso, ma di questo passo sarà opportuno guardarsi le spalle più che ipotizzare sogni di gloria. All’inizio sembrava non esserci partita. Lautaro, in versione superlusso, non solo confezionava dopo appena due minuti un meraviglioso assist a Barella, ma prima del quarto d’ora provvedeva a raddoppiare ubriacando Quarta.
La Fiorentina, schierata da Italiano con il 4-3-3, sembrava sull’orlo di una resa incondizionata e l’Inter assoluta padrona del campo. Tanto più che, dopo appena otto minuti, Nico Gonzalez si era infortunato e al suo posto era entrato Ikonè. Poi, su un cross da sinistra, Bonaventura riusciva a colpire prima di uno scomposto e violento intervento di Dimarco. Valeri aveva bisogno del Var per concedere il calcio di rigore, mentre il Var e l’arbitro avrebbero dovuto ripassare mentalmente il regolamento. Quel fallo è da rosso e l’Inter sarebbe dovuta rimanere in dieci.
Da un mancato rigore per l’Inter (Terracciano su Dimarco) si è passati ad una ripresa in cui la Fiorentina, corta, compatta ed aggressiva, si muoveva sugli esterni mettendo sempre in difficoltà la squadra di Inzaghi. Non è un caso che il gol del pari (60’) sia arrivato grazie ad un perentorio cambio di campo - Kouamé per Ikoné - con quest’ultimo capace di ipnotizzare Acerbi (marcatura larga), Calhanoglu (raddoppio in ritardo) e l’incolpevole Onana con un tiro a giro finito sotto la traversa. Simone Inzaghi è corso ai ripari. Fuori Correa (bravo solo nel raddoppio dell’Inter a portar via un uomo a Lautaro) e dentro Dzeko (62’). Otto minuti dopo il suo ingresso, il bosniaco pescava con un filtrante Lautaro solo davanti a Terracciano che lo stendeva. Rigore netto, concesso da Valeri, ma rettificato dalla bandierina alzata dell’assistente che segnalava un fuorigioco di Lautaro. Controllo del Var, posizione regolare, rigore confermato e Inter ancora avanti con la trasformazione dell’argentino in autentica serata di grazia. Nel frattempo erano cambiate anche le fasce: Gosens per Dimarco e Dumfries per Darmian nell’Inter e, poco più tardi, Venuti per Dodò e Terzic per Biraghi nella Fiorentina.
Ma era stato Jovic, che al 52’ aveva preso il posto di Duncan, ad avere rigenerato, anche tatticamente, la Fiorentina. I viola attaccavano con più uomini e, soprattutto, nelle combinazioni strette erano sempre pericolosi. Il pareggio, che sembrava definitivo, è arrivato al 90’ proprio su girata di Jovic ad una sponda di testa di Milenkovic da angolo. Sarebbe finita così (3-3) se la Fiorentina non avesse tenuta ancora molto alta la linea di difesa. Così, da una palla conquistata da Dzeko e smistata a Barella, è arrivato il quarto gol. Stinco pieno di Mkhitaryan, casualità assoluta. Ma l’Inter non ha più tempo da perdere. Quel che viene, purché faccia classifica, è ben accetto.
Tabellino:
Fiorentina-Inter 3-4 (primo tempo 1-2) Marcatori: 2' p.t Barella (I), 15'p.t. L. Martinez (I), 33'p.t. rig. Cabral (F), 15's.t. Ikone (F), 28’s.t.rig. L. Martinez (I), 45’s.t. Jovic (F), 45’+5 s.t. Mkhitaryan (I) Assist: 2'p.t. L.Martinez (I), 15's.t. Kouame (F), 45’s.t. Milenkovic (F) FIORENTINA (4-3-3): Terracciano, Dodo (37’s.t. Venuti), Milenkovic, Quarta, Biraghi (37’s.t. Terzic), Bonaventura, Amrabat (37’s.t. Barak), Duncan, Gonzalez (8’p.t. ikone), Cabral, Kouame. All.: Italiano INTER (3-5-2): Onana, Skriniar, De Vrij, Acerbi, Darmian (22’s.t. Dumpries), Barella, Calhanoglu, Mkhitaryan, Dimarco (22’s.t. Gosens), Lautaro (40’s.t. Bellanova), Correa (16’s.t. Dzeko). All.: Inzaghi Arbitro: Valeri di Roma Ammoniti: 35'p.t. Bonaventura (F), 35'p.t. Acerbi (I), 38'p.t. Dodo (F), 38'p.t. dalla panchina Inzaghi (I), 9's.t. Amrabat (F), 11's.t. Barella (I), 34’s.t. Milenkovic (F)