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L’Inter si scopre fragile: dalla difesa alla tenuta mentale, le spine di Inzaghi
DIFESA BALLERINA - Partiamo dalla difesa. L’asse portante dell’Inter contiana, la base su cui costruire le vittorie. Ecco, al momento non si può definire un punto di forza per Inzaghi. Anzi. Bastoni è in una fase di appannamento, ieri oltre al rigore ha sofferto per tutta la partita Felipe Anderson. Lo stesso Skriniar è meno sicuro del solito, regge solo de Vrij. I numeri chiariscono ancor di più il problema: in 8 partite di campionato l’Inter ha subito 11 reti. Il Napoli 3, il Milan capolista 7. A cosa è dovuto questo appannamento? Dal punto di vista tattico rispetto all’anno scorso la squadra ha un atteggiamento in generale più offensivo, a tratti sbilanciato. Ma soprattutto è calata l’attenzione, neanche lontanamente paragonabile a quella imposta da Conte.
TENUTA MENTALE - Una tenuta mentale scadente che viene fuori anche nel modo in cui la squadra è crollata al momento del pareggio della Lazio. L’Inter non è riuscita a reagire, quando ci ha provato lo ha fatto in modo confuso. Fino all’esplosione di nervi dopo il 2-1 di Felipe Anderson, quando mancavano oltre 10 minuti alla fine della partita. Insomma, c’era tutto il tempo per rimettere le cose a posto, se solo i giocatori avessero mantenuto la lucidità. Serve una diversa maturità, che può essere utile anche nel chiudere le gare, nel concretizzare un predominio territoriale che troppo spesso resta fine a se stesso. Ultimo punto: a centrocampo manca qualcosa. Calhanoglu ha saputo replicare solo a tratti quella qualità che dava Eriksen. E Gagliardini, ieri titolare, ha deluso. Inzaghi deve trovare una soluzione per arrivare il prima possibile a una quadratura del cerchio.