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    L'Inter si gode il nuovo Candreva: l'ultimo capolavoro di Conte

    L'Inter si gode il nuovo Candreva: l'ultimo capolavoro di Conte

    • Pasquale Guarro
    Antonio Conte non è uno che ama nascondersi e soprattutto non è un falso modesto. Conosce le sue qualità, sa quali sono le sue virtù e già alla conferenza stampa di presentazione ne ha dato la dimostrazione: “Il mio curriculum dice che spesso ho vinto al primo anno. So che le squadre che mi ingaggiano si aspettano questo da me e credo che un bravo allenatore sia quello che migliora i calciatori a propria disposizione facendoli rendere di più”. Effettivamente lo ha dimostrato nel corso degli ultimi anni con Juve, Chelsea e Nazionale. Moses, Eder, Pellè, Vucinic, Matri, Tevez (che veniva da annate disastrose). Insomma, l’elenco delle sorprese è lunghissimo, segno che non si parla di un caso. 

    Mentalità, senso del dovere, appartenenza e sacrificio. Conte trasferisce a un calciatore tutto questo, insieme a un metodo di lavoro maniacale, dove niente è lasciato al caso. Basti pensare a quella passeggiata sul corso di Torino e al casuale incontro con Andrea Pirlo. Era il primo anno di Juve per entrambi e il centrocampista azzurro era seduto al tavolo con la compagna per un aperitivo quando passa Conte, che aveva visto al mattino per l’allenamento: “Ciao Andrea, tutto ok?” “Ciao mister, bene grazie”. “Ero di passaggio, buona serata”. “A domani mister”. Dopo trenta minuti squilla il telefono di Pirlo, un messaggio da Conte: “Ciao Andrea, non è che stai mollando un po’ vero?”. Sorpresa è divertita la reazione del centrocampista azzurro (stava solo bevendo un crodino), colpito da quanto focalizzato fosse il suo allenatore. Quell’anno fu scudetto, col Milan di Ibrahimovic che partiva super favorito e con lo svedese che per la prima volta non vinceva lo scudetto

    Conte non è cambiato, l’approccio è lo stesso anche all’Inter è il timbro è già evidente. Basti osservare Antonio Candreva, totalmente rigenerato dal nuovo corso. Complice il rapporto di stima di lunga data. Contro il Lecce l’ex Lazio è sembrato un calciatore in fiducia, lontano parente dell’atleta spaesato visto per lunghi tratti con Spalletti. Il cammino è ancora lungo ma chi ben comincia... E lo stesso si può dire anche per Ranocchia (titolare alle prime due) e Asamoah. Insomma, Conte sta mantenendo quelle che erano state le sue promesse e d’altronde anche Marotta lo aveva detto: “Abbiamo preferito Conte a un calciatore da 20 milioni, crediamo che lui sia il nostro top player”. Tutti in linea con gli obbiettivi, allenatore e dirigenti: l’Inter così va a gonfie vele.

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