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  • L'Inter scivola:| L'Udinese torna in vetta

    L'Inter scivola:| L'Udinese torna in vetta

    Bruttisima, maldestra e pure incapace in un finale rocambolesco di sfruttare due episodi favorevolissimi. Questa è l’Inter che ieri ha perso la sua sesta partita su 12 di campionato (la quarta con Ranieri) contro un’Udinese che torna così in testa, almeno per una notte. Conducevano meritatamente con un gol di Isla, i friulani. All’86’ avrebbero potuto mettere in ghiaccio la vittoria e invece Di Natale ha celebrato male la sua 300ª in A facendosi parare un rigore da Julio Cesar. Poi, in 10 per il doppio «giallo» di Zanetti, anche l’Inter ha sciupato il suo penalty, perlomeno dubbio, concesso da Gervasoni che all’89’ (Ferronetti su Milito) ha piazzato Pazzini sugli 11 metri. Il Pazzo ha completato la sua prova da dimenticare, scivolando comicamente sul dischetto e calciando alle stelle.


    Ranieri aveva provato a dare continuità alla rimontina cominciata contro Cagliari e Siena rispolverando il 4-4-2 che all’Inter aveva usato soltanto all’alba della sua avventura, a Bologna e Catania. Dell’onda verde che ha risolto gli ultimi match, ha resistito per 45’ il solo Alvarez, largo a sinistra. Inconsistente e fischiato dalla sua gente, l’argentino dopo l’intervallo ha lasciato il posto a Nagatomo. In compenso, è partito per la prima volta titolare Faraoni, ventenne difensore: impiegato come esterno destro di centrocampo è stato il più propositivo della compagnia. La grande novità, però, s’è vista davanti. Hanno giocato insieme Milito e Pazzini: a San Siro non era mai successo dal 1’. La coppia non ha funzionato. Nell’unica occasione in cui s’è cercata e trovata, dopo 25’, Marzaloni ha sbandierato al Principe un fuorigioco inesistente.

    E’ stata un’Inter lenta e imprecisa, come spesso le capita. Ranieri sta provando a trasformarla in un qualcosa che vorrebbe avvicinarsi al Milan con un possesso-palla insistito. Il problema è che, a differenza di Allegri, non ha né gli incursori abili a sfruttare i varchiche si creano né gli uomini in grado di fare la differenza e creare superiorità con l’uno-contro-uno. Due, in effetti, li avrebbe. Ma Sneijder è ko e Zarate è rimasto seduto in panchina per 62’ per poi combinare zero. Così, per superare la difesa meno battuta del campionato, l’Inter per 30’ non ha fatto altro che provarci (male) da fuori area. Handanovic s’è sporcato i guanti solo alla mezzora, neutralizzando un triangolo di Thiago Motta con Milito. E’ stato l’annuncio di un finale di tempo almeno intenso. Anche se l’Udinese, sorniona, non ha mai rinunciato a ripartire. A velocità tripla rispetto ai rivali. Ma ugualmente imprecisa sotto porta (vero problema stagionale di Guidolin) e per una sera zavorrata da qualche svolazzo di troppo del suo totem Di Natale.

    Ha pure approcciato meglio la ripresa, l’Udinese, approfittando di un’Inter che, con l’innesto di Nagatomo, s’è trovata a dover costruire gioco con sei difensori. Infatti, per 17’ ha soltanto subìto. Poi, è entrato Zarate per l’infortunato Faraoni. E le cose sono persino peggiorate. Perché al 24’ i bianconeri hanno sprecato un contropiede comodissimo con Isla e Di Natale. Ma 4’ più tardi ne hanno sfruttato uno costruito benissimo: 4 tocchi e Isla in gol, dopo 494’ di digiuno esterno. Rete che, dopo il surreale finale, vale il blitz a S. Siro dopo 7 anni e un nuovo primato in classifica. L’euro che Ranieri dopo Siena voleva puntare sullo scudetto della sua Inter ora farebbe meglio a giocarlo sui friulani.


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