L'Inter scaccia i brutti pensieri di Roma, ma la difesa ancora non va: dire 'no' ad Acerbi è autolesionismo
L’Inter si sbarazza della Cremonese (3-1), scaccia i brutti pesnieri maturati a Roma nella sconfitta con la Lazio, ma curiosamente segna tre reti in contropiede contro una delle ultime della classe, ovvero la Cremonese di Massimiliano Alvini (l’altra è il derelitto Monza di Giovanni Stroppa).
Chiarito che il contropiede non è peccato, e men che mai un sacrilegio calcistico, è difficile spiegare come mai la squadra vicecampione d’Italia abbia comandato il gioco, soprattutto nel secondo tempo, meno di una neopromossa. Intendiamoci: l’Inter ha strameritato di vincere e forse, con Lautaro dall’inizio (è entrato nel secondo tempo segnando il terzo gol), avrebbe potuto anche farne di più. Quello che si è percepito, tuttavia, è che la differenza l’abbiano fatta i calciatori più bravi (quelli nerazzurri naturalmente) e non il gioco e, meno che mai, l’atteggiamento. Sono certo che se in tribuna ci fosse stato il padanissimo e compianto Gianni Brera, assertore della strenua difesa a uomo con doppia mandata di libero alle spalle, avrebbe inveito contro i cremonesi e il loro allenatore. Ma Alvini è toscano di Fucecchio, è stato scelto da Braida e da GIacchetta perché gioca un calcio offensivo e propositivo, penso abbia diritto ad altre partite prima di essere messo in discussione.
Anche se ha perso - e avrebbe perso pure se si fosse difesa ad oltranza -, la Cremonese non ha mai rinunciato a giocare a calcio. Nella ripresa, almeno fino al 2-0 interista, avrebbe meritato di riaprire la partita, nel finale ha trovato anche un gol splendido con Okereke, complice la troppo passiva difesa interista. Ecco, in un’Inter che, sfruttando gli spazi, non ha faticato a segnare, a me non è piaciuto proprio il reparto arretrato dove Skriniar e de Vrij hanno commesso qualche leggerezza di troppo. Nulla di imperdonabile, ma la retroguardia non è più quella di qualche mese fa. Bastoni non è in forma, Skriniar forse (e dico forse) può essere disturbato da qualche voce di mercato (il Psg non mollerà fino alla chiusura), de Vrij è in calo dall’anno scorso. Se questa è la situazione, non si capisce proprio l’ostracismo dato ad Acerbi dai tifosi “bauscia”. E’ sicuramente meglio dell’olandese e privarsene è autolesionismo.
Lodata come merita la Cremonese, non si può di certo trascurare come abbia subìto il primo gol. Da un angolo procurato da Quagliata (ma controllando meglio sarebbe stato davanti alla porta e avrebbe potuto punire Handanovic) è nata una situazione paradossale. Dalla bandierina lo stesso Quagliata è stato cercato con un passaggio arretrato, sul quale è intervenuto Dimarco per lanciare un contropiede 4 contro 3. Barella, giunto al limite dell’area, ha appoggiato a Dzeko che ha tirato. Radu ha respinto corto e male per Correa che ha segnato da due passi.
Era appena il 12’ e, nella testa di molti interisti, si sognava la goleada. Ma non è stato così. Prima del raddoppio, infatti, situato al 37’, la Cremonese ha avuto due occasioni per pareggiare. Una con Dessers (salvataggio di Handanovic) e l’altra di Pickel che, liberato in area da Dessers, ha tirato molle e centrale. Così in un altro contropiede, questa volta avviato da Barella, l’Inter ha segnato ancora. Il gol (destro al volo) è stato dello stesso Barella, servito in maniera altrettanto sublime da Calhanoglu. Chi si fosse aspettato una Cremonese remissiva nel secondo tempo avrebbe sbagliato. Perchè, con l’ingresso di Zanimacchia per Ascagibar, la squadra di Alvini. sempre ligia al 3-4-1-2, non solo ha cominciato all’attacco (angolo di Zanimacchia e colpo di testa, fuori, di Aiwu), ma ha alzato la linea della difesa fino a centrocampo.
Simone Inzaghi, che non ha fatto turnover (se non per Lautaro Martinez in campo solo dal 54’ al posto di Correa), ha capito che un contropiedista assatanato avrebbe fatto al caso suo. Così Correa, che ha sentito anche un muscolo tirare, ha lascitao il posto al Toro. Ma a far la partita e a creare occasioni è stata ancora la Cremonese prima con Zanimacchia (tiro alto) e poi con Dessers (mezza rovesciata dopo errore di Skriniar e cross di Okereke).
L’unico tiro in porta dell’Inter è stato di Brozovic (parato da Radu) al quale ha replicato ancora Zanimacchia (doppio muro in area). Prima del contropiede vincente del 3-0 (assist di Barella per l’uno contro uno di Lautaro al 75’) c’è stata una triplice occasione per i nerazzurri: Dzeko, Dumfries e Lautaro hanno trovato Radu, ma non la porta.
Ricordato che Simone Inzaghi ha fatto risparmiare energie ad un quarto d’ora dalla fine, la Cremonese ha trovato il gol alla fine con Okereke. Grande conclusione da fuori area e Handanovic battuto. L’Inter ha avuto il suo, ma qualcosa Alvini sta muovendo. La pazienza nel calcio fa tanto.
IL TABELLINO
Assist: 38’ Calhanoglu, 31’ s.t. Barella, 45’ s.t. Bianchetti
Marcatori: 12’ Correa, 38’ Barella, 31’ s.t. Lautaro, 45’ s.t. Okereke
Inter (3-5-2): Handanovic; Skriniar, de Vrij, Dimarco (dal 27’ D’Ambrosio); Dumfries (dal 34’ s.t. Gosens), Barella, Brozovic (dal 27’ s.t. Asllani), Calhanoglu, Darmian (dal 34’ s.t. Bellanova); Dzeko, Correa (dal 10’ s.t. Lautaro)
Cremonese (3-5-2): Radu; Aiwu (dal 36’ s.t. Castagnetti), Bianchetti, Lochoshvili (dal 21’ s.t. Vasquez); 18 Ghiglione, Escalante, Pickel, Ascacibar (dal 1’ s.t. Zanimacchia), Quagliata (dal 21’ s.t. Valeri); Okereke, Dessers (dal 21’ s.t. Dicarmine).
Ammoniti: Dessers, Aiwu, Vasquez,
Arbitro: Fourneau (della Sezione di Roma 1)