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L'Inter s'inchina al dipendente Conte: ora si può dire di tutto
Il comunicato della società nerazzurra parla di "incontro costruttivo, nel segno della continuità e della condivisione della strategia. Con esso sono state stabilite le basi per proseguire insieme nel progetto". Non una parola per dire se Conte si è scusato, o anche se ha soltanto ridimensionato la portata dei suoi attacchi demolitori. Niente. Nemmeno sulla sua famiglia, un aspetto privato che, portato a galla dallo stesso allenatore ("a tutto c'è un limite, devo capire se la mia priorità è il calcio o la mia famiglia. Ci sono anche risvolti che se devono andare a intaccare la vita privata non vanno più bene") aveva sorpreso e sbigottito tutti. Ma che c'entra la sua famiglia? Evidentemente quei "risvolti" in tre giorni sono spariti.
Da oggi via libera per Conte. E Marotta resterà? Chissà, un bersaglio fa sempre comodo. Dicono che sia stato decisivo il peso del denaro e di un esborso che i cinesi non potevano accollarsi. Ma i cinesi hanno pensato a quanto costa questo atteggiamento remissivo sul piano dell'immagine? Che valutazione possiamo dare a una società che aspira a rientrare fra le grandi d'Europa e che si china davanti a un dipendente da 11 milioni netti di stipendio all'anno? Stiamo parlando dell'Inter, non della Pippolese.