L'Inter riparte dalla dirigenza del settimo posto: adesso l'uomo di fiducia è Gardini
“L’addio di Sabatini crea un vuoto di potere nel club nerazzurro e porta alla restaurazione di vecchi equilibri. La mancata autonomia, le promesse tradite, l’autofinanziamento a tutti i costi, hanno spinto il direttore tecnico alle dimissioni, senza neppure chiedere una transazione. Sabatini se ne va lasciando lo stipendio a Suning, perché non è mai stata una faccenda di soldi, piuttosto di prospettive e progetti divenuti irrealizzabili. Almeno per un po’ resterà fermo, si ricaricherà, tentando di metabolizzare la sconfitta. Toccherà al direttore sportivo Piero Ausilio gestire il mercato. Si parlava di dissapori tra i due, non è così: dopo un inizio un po’ faticoso il rapporto funzionava, nel rispetto dei ruoli. Ora l’Inter torna al passato con al comando l’amministratore delegato Alessandro Antonello, da sempre defilato rispetto alle questioni di campo («Quella di Sabatini è una scelta personale», ha detto), e il direttore generale Giovanni Gardini, più coinvolto e uomo di fiducia della proprietà cinese. Insomma l’identica catena dirigenziale che la stagione scorsa chiuse al settimo posto e fuori dalle coppe europee, dopo aver cambiato cinque allenatori”.