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    L’Inter resta in vendita, ma oggi Zhang deve dire il contrario

    L’Inter resta in vendita, ma oggi Zhang deve dire il contrario

    • Gianni Visnadi
      Gianni Visnadi
    A prima vista, giusto a sbirciare tra i commenti all’articolo comparso ieri sera poco prima delle 21 su calciomercato.com, non sembra che i tifosi nerazzurri abbiano preso bene l’intervento tv di Steven Zhang, che a Sky e in contropiede rispetto all’assemblea degli azionisti programmata per domani mattina, ha negato di avere l’intenzione di cedere l’Inter. C’è, è vero, anche chi è grato a Suning per avere traghettato il club oltre un momento storico particolarmente difficile e chi riconosce alla proprietà cinese di avere profuso centinaia di milioni per tornare a vincere, 10 anni dopo i fasti morattiani, scontando poi la crisi mondiale post pandemia e le restrizioni imposte dal governo cinese agl’investimenti nel calcio, soprattutto oltre i confini della Repubblica popolare. Non scordiamoci che l’Inter doveva essere soprattutto il ponte per consentire a Suning lo sbarco del suo brand sui mercati europei e invece non se ne è mai fatto nulla. Per gli Zhang, finora, l’Inter è stata solo un vero salasso economico, circa 800 milioni spesi, il club e il Gruppo indebitati, con bond e prestiti a elevatissimi tassi d’interesse.

    Fin qui il quadro, che tutti più o meno conoscono, ma che è giusto ricordare. Domani l’assemblea ufficializzerà gli ultimi numeri, aggiornati: la perdita di 140 milioni del bilancio chiuso al 30 giugno, ma anche il consistente aumento dei ricavi, la situazione del monte ingaggi, ancora troppo alto, i circa 10 milioni che la cassa brucia ogni mese per lo squilibrio fra entrate e uscite, e altri ancora, solo ad avere voglia e necessità di spulciare tra le righe.

    Il presidente Zhang ha il pieno diritto di fare tutte le interviste e le dichiarazioni che vuole e certamente anche domani ribadirà il concetto espresso non casualmente dopo la brillante e meritata qualificazione in Champions. A proposito: perché non è intervenuto per dire le stesse cose dopo una delle 5 sconfitte dell’Inter in questo avvio di stagione e quando addirittura era in discussione la posizione di Simone Inzaghi? Pensate quanto sarebbe stato efficace un suo intervento dopo il derby perso o dopo la sconfitta con la Roma, giusto per dire che l’Inter non era in vendita e Inzaghi non era in discussione.

    Peraltro, è altresì vero che Zhang ha il diritto di dire che l’Inter non è in vendita e di dirlo quando vuole. Noi però, giusto per dovere di cronaca, dobbiamo mettere in fila i fatti, ché sennò si rischia un po’ di confusione. Nel febbraio del 2021, la cessione dell’Inter a Bc Partners non si è concretizzata solo perché le parti non hanno trovato l’intesa del prezzo. Da lì in avanti, per fare fronte alle incombenze economiche, Suning ha dovuto chiedere un oneroso prestito al fondo americano Oaktree (275 milioni, scadenza nel 2024 con le azioni dell’Inter a garanzia), rifinanziare un debito con l’emissione di un nuovo bond (415 milioni in scadenza nel 2027).

    Nel frattempo non ha mai smesso di cercare un partner di minoranza (uno che gli desse i soldi, ma lo lasciasse comandare: e dove lo trovi?), ha prima ribadito l’incarico per trovare un acquirente a Goldman Sacs e poi più recentemente ha esteso tale compito a un’altra banca americana (Raine Group). Dai mercati è anche rimbalzata la richiesta, lievitata dal miliardo del 2021 (Bc Partners arrivò a offrire 800 milioni e per questo non se ne fece nulla) a 1,2 miliardi, sulla scia della valutazione data al Milan (che ha perdite decisamente minori, ma minori sono anche ricavi: 296 milioni contro i 439 che l’Inter ufficializzerà domani).
    La chiusura del dossier stadio, con l’approvazione definitiva che avverrà nei primi mesi del 2023, sarà l’ultimo impulso per stabilizzare il valore del club, e portarlo a un livello che consenta a Suning di chiudere la partita con l’Inter senza perdere, anzi: possibilmente guadagnando. Da ultimo, non fossero bastate tutte le notizie trapelate sulla stampa economica italiana, 10 giorni fa anche il Financial Times ha ribadito che l’Inter è in vendita.

    E allora forse si può provare a immaginare che le nette parole di ieri – arrivate dopo la conquista di un traguardo, per quanto parziale - siano un segnale in mondovisione per dire soprattutto che l’Inter non è in svendita e chi la vuole deve sceglierla al prezzo di Suning.
    @GianniVisnadi

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