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L'Inter passeggia e si concede il turnover di lusso contro uno Spezia invisibile: Inzaghi ha una squadra vera
TRAPPOLA DEL FUORIGIOCO - L’Inter parte a testa bassa, ma finisce sempre in fuorigioco: quattro volte nei primi 3’ che esaltano la tattica studiata da Gotti. I tre difensori in linea, Caldara, Kiwior e Nikolaou, non si limitano infatti ad aspettare Lukaku e compagni in area di rigore, ma li anticipano regolarmente giocando a ridosso dei cinque centrocampisti Gyasi, Bourabia, Sala, S. Bastoni e Reca, nel 3-5-2 identico a quello dell’Inter in cui Agudelo e Nzola, però, rimangono isolati per assoluta mancanza di rifornimenti. Trappola del fuorigioco a parte, infatti, si gioca a una porta e soltanto l’abilità di Dragowski rinvia la resa dello Spezia.
LU-LA LUNETTA - Rispetto alla prima partita vinta al 95’ a Lecce, Inzaghi schiera la difesa titolare con il confermato Skriniar in linea con De Vrij e Bastoni, ma soprattutto al posto di Gosens, c’è Dimarco sulla linea dei cinque centrocampisti che si mette subito in luce con le sue incursioni a sinistra, imitato da Dumfries a destra. E proprio l’olandese, dopo il gol vittoria all’esordio, è il primo a sfiorare l’1-0, che però arriva soltanto dopo 35’ di assedio nerazzurro, un po’ per le parate di Dragowski e un po’ per gli errori di mira di Lautaro e dello stesso Dumfries. Lo 0-0 resiste fino a quando Barella è bravo a crossare un pallone sulla testa di Lukaku che lo gira all’accorrente Lautaro, perfetto nella deviazione di sinistro dalla lunetta, che esalta l’affiatamento della Lu- la.
RADDOPPIO RINVIATO - Mai in partita, lo Spezia non riesce a reagire e può ringraziare Dragowski, nettamente il migliore dei suoi, perché soltanto una sua acrobatica deviazione di piede nega il raddoppio a Lautaro. Poi la traversa respinge il colpo di testa di Lukaku, cui segue una conclusione fuori misura di Lautaro. E così, alla fine del primo tempo, l’1-0 non rispecchia il dominio dell’Inter che ha soltanto la colpa di non avere segnato almeno un altro gol. Il meritatissimo raddoppio è soltanto rinviato, perché bastano 7’ nella ripresa per scacciare i cattivi pensieri di una possibile beffa. Lukaku battaglia alla sua maniera in mezzo all’area riuscendo a far arrivare il pallone all’avanzato Skriniar e sul rimpallo Calhanoglu si trova il pallone sul destro che vale il 2-0.
RISERVE DI LUSSO - La timida e tardiva reazione dello Spezia non crea mai pericoli al disoccupato Handanovic e allora nell’ultima mezz’ora Inzaghi può rilanciare Dzeko e Gosens, che rilevano l’applauditissimo Lukaku e il preziosissimo Dimarco. Classico esempio di turnover di lusso, pensando ai tanti impegni di questo agosto compresso che poco dopo inducono il tecnico nerazzurro a risparmiare anche Lautaro e Barella, sostituiti da Correa e Gagliardini. E a dimostrazione della qualità dell’organico e della mentalità dell’Inter, proprio due dei quattro nuovi entrati firmano il gol del 3-0 finale. Il merito principale è di Dzeko che riesce a evitare l’uscita di Dragowski e mette sui piedi di Correa un facile pallone da mettere in rete. Fin troppo facile, dopo la resistenza iniziale dello Spezia che Gotti cerca invano di svegliare con i cambi, senza mai utilizzare il milanista Maldini, triste spettatore di una partita senza storia.
Inter-Spezia 3-0
Marcatori: 35’ Lautaro, 7’ s.t. Calhanoglu, 37' s.t. Correa
Assist: 35’ Lukaku, 37' s.t. Dzeko
Inter (3-5-2): Handanovic; Skriniar, de Vrij, Bastoni; Dumfries, Barella, Brozovic (dal 39’ s.t. Asllani), Calhanoglu (dal 30’ s.t. Gagliardini), Dimarco (Dal 22’ s.t. Gosens); Lukaku (Dal 22’ s.t. Dzeko), Lautaro (dal 30’ s.t. Correa).
Spezia (3-5-2): Dragowski; Caldara (dal 22’ s.t. Hristov), Kiwior, Nikolaou; Gyasi, Bourabia, Sala (dal 22’ s.t. Strelec), Bastoni (dal 34’ s.t. Kovalenko), Reca; Agudelo, Nzola.
Ammoniti:
Espulsi:
Arbitro: Davide Ghersini (della sezione di Genova)