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    L'Inter passeggia e si concede il turnover di lusso contro uno Spezia invisibile: Inzaghi ha una squadra vera

    L'Inter passeggia e si concede il turnover di lusso contro uno Spezia invisibile: Inzaghi ha una squadra vera

    • Alberto Cerruti
      Alberto Cerruti
    Tanti auguri a Riccardo Ferri che ha debuttato a San Siro nel nuovo ruolo di club manager nerazzurro festeggiando i suoi 59 anni con lo strameritato 3-0 dell’Inter sullo Spezia. Soli in testa alla classifica, almeno per una notte, Handanovic e compagni potranno così mettersi comodi davanti alla tv, per vedere se il Milan riuscirà a raggiungerli dopo la sfida contro l’Atalanta. A prescindere da che cosa succederà a Bergamo, Inzaghi può essere molto soddisfatto per la prima vittoria in casa, anche se lo Spezia, più del neopromosso Lecce piegato con difficoltà la settimana scorsa, si rivela un avversario invisibile. Al di là dei limiti degli uomini di Gotti, ci sono però i meriti di Lukaku e Lautaro che confezionano il primo gol, e quelli di tutti i loro compagni perché l’Inter si dimostra una squadra nel vero senso della parola, in cui la difesa protegge bene Handanovic, alle spalle di un centrocampo esaltato dalle accelerazioni di Barella e dalla spinta sulle fasce della D2 Dumfries-Dimarco. E come se non bastassero gli spunti dei singoli, ecco una mentalità che fa ben sperare, dopo gli sprechi dello scorso anno contro Milan e Bologna, perché l’Inter non si ferma mai, né dopo l’1-0, né dopo il raddoppio di Calhanoglu e tantomeno nel finale quando i nuovi entrati Dzeko e Correa confezionano l’azione del definitivo 3-0, a dimostrazione di un organico di prima qualità.

    TRAPPOLA DEL FUORIGIOCO - L’Inter parte a testa bassa, ma finisce sempre in fuorigioco: quattro volte nei primi 3’ che esaltano la tattica studiata da Gotti. I tre difensori in linea, Caldara, Kiwior e Nikolaou, non si limitano infatti ad aspettare Lukaku e compagni in area di rigore, ma li anticipano regolarmente giocando a ridosso dei cinque centrocampisti Gyasi, Bourabia, Sala, S. Bastoni e Reca, nel 3-5-2 identico a quello dell’Inter in cui Agudelo e Nzola, però, rimangono isolati per assoluta mancanza di rifornimenti. Trappola del fuorigioco a parte, infatti, si gioca a una porta e soltanto l’abilità di Dragowski rinvia la resa dello Spezia.

    LU-LA LUNETTA - Rispetto alla prima partita vinta al 95’ a Lecce, Inzaghi schiera la difesa titolare con il confermato Skriniar in linea con De Vrij e Bastoni, ma soprattutto al posto di Gosens, c’è Dimarco sulla linea dei cinque centrocampisti che si mette subito in luce con le sue incursioni a sinistra, imitato da Dumfries a destra. E proprio l’olandese, dopo il gol vittoria all’esordio, è il primo a sfiorare l’1-0, che però arriva soltanto dopo 35’ di assedio nerazzurro, un po’ per le parate di Dragowski e un po’ per gli errori di mira di Lautaro e dello stesso Dumfries. Lo 0-0 resiste fino a quando Barella è bravo a crossare un pallone sulla testa di Lukaku che lo gira all’accorrente Lautaro, perfetto nella deviazione di sinistro dalla lunetta, che esalta l’affiatamento della Lu- la.

    RADDOPPIO RINVIATO - Mai in partita, lo Spezia non riesce a reagire e può ringraziare Dragowski, nettamente il migliore dei suoi, perché soltanto una sua acrobatica deviazione di piede nega il raddoppio a Lautaro. Poi la traversa respinge il colpo di testa di Lukaku, cui segue una conclusione fuori misura di Lautaro. E così, alla fine del primo tempo, l’1-0 non rispecchia il dominio dell’Inter che ha soltanto la colpa di non avere segnato almeno un altro gol. Il meritatissimo raddoppio è soltanto rinviato, perché bastano 7’ nella ripresa per scacciare i cattivi pensieri di una possibile beffa. Lukaku battaglia alla sua maniera in mezzo all’area riuscendo a far arrivare il pallone all’avanzato Skriniar e sul rimpallo Calhanoglu si trova il pallone sul destro che vale il 2-0.

    RISERVE DI LUSSO - La timida e tardiva reazione dello Spezia non crea mai pericoli al disoccupato Handanovic e allora nell’ultima mezz’ora Inzaghi può rilanciare Dzeko e Gosens, che rilevano l’applauditissimo Lukaku e il preziosissimo Dimarco. Classico esempio di turnover di lusso, pensando ai tanti impegni di questo agosto compresso che poco dopo inducono il tecnico nerazzurro a risparmiare anche Lautaro e Barella, sostituiti da Correa e Gagliardini. E a dimostrazione della qualità dell’organico e della mentalità dell’Inter, proprio due dei quattro nuovi entrati firmano il gol del 3-0 finale. Il merito principale è di Dzeko che riesce a evitare l’uscita di Dragowski e mette sui piedi di Correa un facile pallone da mettere in rete. Fin troppo facile, dopo la resistenza iniziale dello Spezia che Gotti cerca invano di svegliare con i cambi, senza mai utilizzare il milanista Maldini, triste spettatore di una partita senza storia.

    Inter-Spezia 3-0

    Marcatori: 35’ Lautaro, 7’ s.t. Calhanoglu, 37' s.t. Correa

    Assist: 35’ Lukaku, 37' s.t. Dzeko

    Inter (3-5-2): Handanovic; Skriniar, de Vrij, Bastoni; Dumfries, Barella, Brozovic (dal 39’ s.t. Asllani), Calhanoglu (dal 30’ s.t. Gagliardini), Dimarco (Dal 22’ s.t. Gosens); Lukaku (Dal 22’ s.t. Dzeko), Lautaro (dal 30’ s.t. Correa).

    Spezia (3-5-2): Dragowski; Caldara (dal 22’ s.t. Hristov), Kiwior, Nikolaou; Gyasi, Bourabia, Sala (dal 22’ s.t. Strelec), Bastoni (dal 34’ s.t. Kovalenko), Reca; Agudelo, Nzola.

    Ammoniti:

    Espulsi:

    Arbitro: Davide Ghersini (della sezione di Genova)

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