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L'Inter non vuole fare sconti per Hakimi: le ragioni del bilancio e una data limite. Le ultime
DATA LIMITE - Proprio la data del 30 giugno può essere considerata come quella limite per la chiusura di questa operazione. Tutto si riconduce alle necessità di bilancio e di liquidità del club nerazzurro, dato che il rosso creato dall'assenza degli introiti da botteghino e da stadio, unito alle difficoltà nell'ottenere dalla Cina i crediti delle sponsorizzazioni "extra-Suning", impone alla società di racimolare una cifra di circa 80 milioni tramite il mercato per ottemperare ad impegni pregressi. Poche sono le voci d'entrata "minori" dato che il solo Joao Mario potrebbe portare un'incasso da circa 10 milioni di euro. Proprio per questo Marotta e Ausilio hanno aperto all'addio di Hakimi, rispondendo e non cestinando la prima offerta del Paris Saint Germain.
NIENTE SCONTI - Senza fretta, ma con la giusta frenesia, consapevoli che un giocatore come il marocchino non si trova facilmente sul mercato. Per questo l'offerta da poco meno di 60 milioni di euro presentata da Leonardo ai dirigenti nerazzurri è stata respinta, ma con una contro risposta: "se volete Hakimi la valutazione finale dovrà essere di non meno di 80 milioni". Il rilancio da allora non c'è stato nonostante il PSG sia ancora incredibilmente interessato. Non è solo questione di plusvalenze e valori a bilancio, ma di necessità di cassa. Dalla Cina, e per ora neanche da Oaktree arriveranno altri aiuti, e allora per Hakimi l'Inter aspetta l'offerta giusta. Senza fare sconti, almeno per ora.