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    L’Inter è solo attesa e contropiede, ma batte il Sassuolo e si cuce lo scudetto sul petto

    L’Inter è solo attesa e contropiede, ma batte il Sassuolo e si cuce lo scudetto sul petto

    • Giancarlo Padovan
      Giancarlo Padovan
    L’Inter coglie la decima vittoria consecutiva contro il Sassuolo (2-1), allunga a più undici sul Milan e vince il suo diciannovesimo campionato, uno in più dei cugini rossoneri, con nove giornate di anticipo. Intendiamoci: la certezza aritmetica non c’è ancora, ma vorrei sapere quale conoscitore di calcio sano di mente sarebbe in grado di sostenere che non è ancora fatta. E’ da mesi che non c’è più storia, primo perché l’Inter non sbaglia un colpo, secondo perché gli avversari si sono liquefatti, fino a sparire, lungo la strada irta di insidie che porta al titolo. 

    Il paradosso è che l’Inter di adesso gioca meno bene di quella che ha messo il turbo, si risparmia, si centellina e bada solo al risultato. Non è un delitto e, forse, non è neppure sbagliato se non si è più abituati a vincere, sta di fatto che anche ieri sera la squadra di Conte ha segnato appena due gol (ne avrebbe potuto fare il doppio), ma sempre con il solito metodo: l’attesa e il contropiede. L’iniziativa, così come il possesso di palla, li ha avuti sempre il Sassuolo dotato di un palleggio quasi guardiolesco, ma incapace di andare al tiro, o di trovare l’imbucata, se non occasionalmente o, peggio, solo quando l’Inter sbagliava, ovvero rarissimamente.

    Non ne è uscita una partita spettacolare, ma certamente interessante. Gli emiliani, privi di ben otto titolari, di cui tre (Locatelli, Muldur e Ferrari) per scelta precauzionale anticontagio Covid (i maligni del web sono tornati a definire “Scansuolo” la squadra di De Zerbi), non sono parsi né arrendevoli, né ridimensionati, ma un gruppo coeso che sa sempre cosa fare con la palla. Prima di tutto - lo si sa - costruire dal basso, cioè cominciare l’azione partendo dal portiere o dai difensori più prossimi a lui. Poi realizzare tutta una serie di triangoli da cui uscire con il possesso. Purtroppo per De Zerbi, però, la finalizzazione non è arrivata mai e all’Inter, seppur non coraggiosissima, bastava appostarsi quindici metri oltre l’area di rigore, con le linee assottigliate e i giocatori abili a chiudere le traiettorie, per controllare e contenere gli attacchi degli avversari.

    Così, passata in vantaggio al 10’ con un colpo di testa di Lukaku (prima rete non di piede del belga) su cross di Young (grave l’errore di Chiriches), l’Inter ha lasciato il pallone ai calciatori del Sassuolo per tutto il primo tempo. Durante il quale sono stati registrati due tiri: uno di Traoré, da lontano, parato da Handanovic; l’altro di Boga, in area, contrato e contenuto da Skriniar. Non una sorpresa il dato alla fine del primo tempo sul possesso palla: 67 per cento Sassuolo, 33 per cento Inter.

    Un accenno di sofferenza i nerazzurri lo hanno patito all’inizio di ripresa con Boga (fuga a sinistra e cross all’indietro basso, preda di Handanovic) e con Obiang (tiro da fuori parato). Poi (58’) Sensi ha preso il posto di Eriksen e dieci minuti dopo (68’) l’Inter ha prodotto un’accelerazione straordinaria raggiungendo il raddoppio. Lukaku, oltre ad avere strappato per quaranta metri, ha servito Martinez (non chiuso da Chiriches) che ha trafitto Consigli. Il tutto, paradossalmente, è nato da un’azione offensiva del Sassuolo chiusa con un intervento di De Vrij su Raspadori. La maglietta dell’attaccante, sulla quale l’interista aveva ficcato le unghie, si è allungata, ma l’arbitro Irrati - confortato dal Var - non è intervenuto. E se l’ha fatto, il Var ha confermato all’arbitro la liceità della sua decisione.

    Dopo una smazzata di cambi (Vecino per Gagliardini al 70’, Sanchez per Lautaro al 75’ e, dall’altra parte, Kyriakopoulos per Rogerio e Haraslin per Toljan al 73’, Oddei per Boga all’80’), il Sassuolo ha trovato il gol quasi per caso, certamente per un incertezza di Hakim nel liberare l’area, grazie ad un tiro a giro di Traorè (84’). Il finale, perciò, oltre a qualche patema, ha regalato all’Inter una serie di ripartenze su cui, purtroppo per loro, hanno sbagliato prima Sanchez (pallonetto alto, assist di Lukaku) e poi Hakimi (ha cercato ancora Sanchez anziché tirare in porta). Dal Sassuolo solo qualche angolo e il solito possesso senza verticalizzazione. Una buona partita, ma sarebbe servito almeno uno tra Defrel, Caputo e Berardi. Tutti e tre infortunati. La prevenzione anti Covid non c’entra.


    :(actionzone)



    IL TABELLINO

    Inter-Sassuolo 2-1


    Inter: Handanovic; Skriniar, de Vrij, Darmian; Hakimi, Barella, Eriksen (dal 13’ s.t Sensi), Gagliardini (dal 25’ s.t. Vecino), Young; Lukaku, Lautaro (dal 32’ s.t. Sanchez).

    Sassuolo: Consigli; Toljan (dal 30’ s.t. Haraslin), Chiriches (dal 45’ s.t. Karamoko), Marlon, Rogerio (dal 30’ s.t. Kyriakopoulos); Obiang, Lopez; Traore, Djuricic, Boga (dal 35’ s.t. Oddei); Raspadori.

    Gol: 10’ Lukaku, 22’ s.t. Lautaro, 40’ s.t. Traore

    Assist: 10’ Young, 22’ s.t. Lukaku

    Ammoniti: Consigli (S), Barella (I), Traore (S), Young (I), Lopez (S)

    Espulsi:

    Arbitro: Massimiliano Irrati, (della Sezione di Pistoia)

     
     

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