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    Inter scesa dalle montagne russe della precarietà, finalmente Inzaghi ha ritrovato la sua squadra

    Inter scesa dalle montagne russe della precarietà, finalmente Inzaghi ha ritrovato la sua squadra

    • Gianni Visnadi
      Gianni Visnadi
    Quinta vittoria consecutiva per l’Inter, la quarta in campionato. Battuta anche la Roma, con merito e nel modo in cui giocano le grandi squadre. Senza fretta, senza correre rischi, puntando sulla propria forza e non sugli errori avversari. Inzaghi ha ritrovato la squadra nel momento più importante: non subisce più gol, uno solo in queste 5 vittorie, ma soprattutto ha smesso di sbagliarli. Segnano Dimarco, al secondo tiro nerazzurro, e verso il tramonto Lukaku, al primo tiro del pomeriggio. Ricordano tutti cosa Big Rom ha fallito con Fiorentina e Monza, e non solo lui e non solo lì. Lo ricorda soprattutto Inzaghi, che ha rischiato di non arrivare fin qui, quarto in classifica e ancora davanti al Milan alla vigilia del primo derby di Champions.

    Nel modo di battere la Roma, l’Inter ha ricordato la squadra della scorsa stagione, non quella troppe volte affannata di quest’anno. Ha lasciato che la Roma, spinta dal solito fantastico pubblico provasse ad aggredirla, l’ha fatta sfogare senza rischiare nulla, e l’ha colpita con la grande combinazione dei ritrovati Brozovic e Dumfries, finalmente tornati dal Qatar e recuperati alla causa di Inzaghi. Sul centro dell’olandese non sono arrivati Lukaku e Correa, ma Dimarco, dal lato opposto, da un esterno all’altro, un modo di fare calcio che Inzaghi ha scelto dal primo giorno a Milano.

    L’Inter che vince oggi e perde domani non c’è più, perché è scesa dalle montagne russe ed è definitivamente uscita dalla precarietà. Ciò non significa che abbia già vinto il doppio derby di Champions, che anzi è totalmente da giocare, però Inzaghi sa che lo perderà solo se l’avversario si dimostrerà migliore, non perché l’Inter farà come troppe volte ha fatto quest’anno, consegnandosi agli altri già prima di giocare.

    Nel bilancio di giornata è giusto sottolineare come la Roma fosse a scartamento ridotto per infortunati e squalifiche e con la testa già proiettata sul Leverkusen e l’Europa League, il traguardo che più del quarto posto interessa a Mourinho per alimentare il suo mito. Solito plateale finale dello Special One: l’abbraccio collettivo della squadra a fine partita, in mezzo al campo, a favore di telecamere e tifosi, la rissa verbale al posto dell’intervista, tutte cose già viste, solita benzina per il suo ego.

    In campo, poco, decisamente molto meno. Di certo nessuna invenzione o stratagemma tattico. Ma stavolta almeno c’è l’alibi degli assenti e il rimpianto per cui appena mette Dybala (minuti pre Coppa, ma anche un modo per provare a pescare il jolly) Ibanez rovina definitivamente il sabato della Roma, regalando a Lautaro il pallone da cui nasce il raddoppio di Lukaku.

    Il gol pesante è quello di Dimarco, ma la LuLa firma anche questa vittoria (nel recupero, traversa del Toro) per costringere Inzaghi a rivedere scelte che erano fatte. Dzeko resta in panchina perché dovrebbe essere lui a fare tandem con Lautaro nel derby, ma come rinunciare a Big Rom, ora che ha ripreso a segnare (3 gol e 2 assist nelle ultime 3 partite) come nell’anno dello scudetto?

    @GianniVisnadi

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