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L'Inter è prevedibile. Spalletti ringrazi gli errori di Di Francesco. E col rigore...
Meritava di vincere l’Inter, ma forse non ce l’avrebbe fatta nemmeno a pareggiare se non l’avesse aiutata Eusebio Di Francesco.
L’allenatore della Roma, infatti, a venticinque minuti dalla fine, ha tolto Gerson per inserire un disastroso Bruno Peres. Poco dopo, forse per limitarne la fragilità difensiva, ha inserito Juan Jesus passando alla difesa a tre. Che poi, come tutti sanno, sarebbe a cinque. Il risultato si è subito visto: la Roma non ha praticamente mai passato la metacampo se non con manovre di alleggerimento e la sua linea difensiva è sprofondata dieci metri indietro, chiamando l’Inter all’assalto finale.
Ne è uscito l’1-1 che lascia la corsa Champions aperta a tre squadre (Inter, Lazio e Roma) per soli due posti. A 43 punti l’Inter può essere raggiunta dalla Roma che deve recuperare a Genova con la Sampdoria, mentre verosimilmente sarà staccata dalla Lazio (già a 43) che la partita in meno ce l’ha in casa contro l’Udinese.
Di tre una starà fuori e a chiunque tocchi non sarà un’esclusione digeribile. Oltre che incassi e diritti tv, ci si rimettono pure i soldi dell’Uefa, in tutto un gruzzolo che fa campare meglio chi è in rosso (la Roma) o chi è ancora sotto il giogo del cosiddetto fair play finanziario (l’Inter). Forse, visto che non ha nessuna di queste impellenze, anzi, proprio la Lazio sarebbe il club che si potrebbe permettere di arrivare quinto. Invece, per come stanno andando le cose, sembra quello con il vento nelle vele.
Sarà una bella lotta, inferiore solo a quella che assegnerà lo scudetto. L’Inter - l’altra mia favorita dopo il Napoli - ha abdicato con le due sconfitte consecutive contro l’Udinese (in casa) e il Sassuolo (in trasferta). Quando accaddero scrissi che i giocatori erano stanchi perché - causa rosa corta - giocavano sempre i soliti. Ora, dopo un’altra partita buttata via, mi viene da scrivere che forse avevo sopravvalutato alcuni elementi. I nuovi - da Rafinha a Lisandro Lopez e a qualcun altro che arriverà - potranno portare molta tecnica e un po’ di energia.
Il resto - l’ho detto e lo ripeto - deve farlo Spalletti variando alcune combinazioni troppo prevedibili (la ricerca di Icardi, per esempio) o mettendo mano al sistema di gioco, un modo diverso per ammettere di essere stato scoperto, capito e neutralizzato.
Inter-Roma, oltre che sugli errori di gestione di Di Francesco, si è incardinata sulla prestazione di un grande protagonista. Trattasi di Alisson che, non solo, come suo dovere, ha parato bene e tanto, ma ha anche propiziato il gol del vantaggio della Roma.
E’ stato, infatti, un suo rilancio di oltre cinquanta metri a liberare El Shaarawy verso la porta avversaria (30’). Alla circostanza, per la verità, ha contribuito anche una grave mancanza di Santon che ha cercato l’anticipo sfiorando il pallone e lasciando via libera all’avversario. Il quale, forse perché inseguito da vicino, ha sbagliato l’ultimo controllo in area, ma ha avuto la prontezza di accelerare il passo e di colpire Handanovic con un pallonetto di destro a incrociare.
Quando, però, dico che l’Inter avrebbe meritato la vittoria mi rifaccio alle occasioni. Per cominciare quella di Perisic (29’) che, dopo aver intercettato un cross di Candreva, ha saltato Florenzi e concluso di rabbia: Alisson ha cominciato il suo show respingendo e bloccando poi il tentativo di Valero. Prima di questo (e, dunque, anche del gol della Roma) c’era stato un chiaro rigore per l’Inter (22’) silenziato dall’arbitro Massa e dal Var Damato. Il fallo, doppio perché in sandwich, è stato di Manolas e Fazio insieme su Icardi lanciato in area.
Nel secondo tempo, seppur senza essere tambureggiante, ha comandato l’Inter. Il gol sarebbe potuto arrivare al 29’, al culmine di una grande azione cominciata da Borja Valero che ha lanciato Perisic. Il croato, prima di arrivare sul fondo, ha messo in mezzo per Icardi che, pur in precario equilibrio, ha girato di prima in porta. Ancora una volta Alisson ci ha messo una mano e il pallone, anziché in rete, è finito sul palo. Dopo un colpo di testa alto di Eder (33’), subentrato a Candreva, ancora Alisson ha salvato su Icardi (35’): il tiro dell’attaccante - al volo dopo una respinta - era sufficientemente angolato, ma il portiere brasiliano si è allungato sulla sinistra a deviare.
Pareggio, finalmente, a quattro minuti dalla fine. Brozovic, che all’intervallo aveva sostituito Gagliardini, ha crossato di sinistro e, nonostante il munito presidio giallorosso dell’area, Fazio ha mancato il colpo di testa, favorendo quello di Vecino che ha depositato in rete. Partita non bella, tra due squadre che stanno smarrendo identità. A occhio la Lazio è superiore sia all’una che all’altra.