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L'Inter demolisce il Cagliari e vola in testa alla classifica: è la squadra più forte, e ha già scritto la storia
Forse nemmeno il 4-0 racconta in modo compiuto quanto è successo contro il Cagliari, dominato dall’inizio alla fine, demolito sul piano tecnico, tattico e atletico. Da un po’ di tempo l’Inter è la squadra più bella, più forte e più ricca della Serie A. Miglior attacco del campionato con 43 gol, 6 in più dell’Atalanta: unendo le due Inter, quella di Conte e quella di Inzaghi, è arrivata a 98 reti nell’anno solare 2021, solo una in meno del record nerazzurro del 1950, con due partite ancora da disputare, venerdì a Salerno contro l’ultima in classifica e col Torino il 22 dicembre. Come primato assoluto nella sua storia di un anno solare ha già conquistato quello delle vittorie a San Siro: ora sono 18.
SUPER CRAGNO - Se in questa partita non ha segnato di più è stato per merito esclusivo di Cragno che ha fatto almeno una mezza dozzina di parate decisive delle undici totali (i tiri sono stati 24). Alla fine era l’unico aspetto positivo per Mazzarri e già questo fa riflettere, anzi, fa tremare: il migliore della sua squadra è stato un portiere che ha preso 4 gol. La sfida contro l’Udinese, sabato prossimo, sarà decisiva per i sardi. Troppo fragile, leggero e superficiale il Cagliari per l’Inter di questi tempi, un’Inter piena di gioco e di grandi protagonisti: doppietta di assist per Barella (sono 7 in questo campionato), doppietta di gol (con rigore sbagliato...) di Lautaro Martinez, gol, traversa e assist per il rigore di Sanchez, gol e assist per Calhanoglu. L’Inter di Simone Inzaghi non corre, vola.
IL VANTAGGIO - Il muro del Cagliari è venuto giù dopo mezz’ora e nove tiri. Fino a quel momento (e anche dopo), il dominio dell’Inter era stato totale. Tranne De Vrij, tutta la squadra di Inzaghi palleggiava ai bordi dell’area cagliaritana, così piena di polpacci da consigliare ai nerazzurri le conclusioni dalla distanza. Prima del gol, l’Inter era stata sì pericolosa, ma mai così tanto da far traballare il prodigioso (lo vedremo dopo) Cragno. Aveva accerchiato gli avversari e li attaccava ovunque, ma gli spazi lasciati da Mazzarri erano pochi davvero. Il tecnico di San Vincenzo aveva preparato una partita di difesa e contropiede e in effetti nel primo tempo un paio di volte ci ha pure provato, prima con Bellanova e poi con Deiola, ma l’idea principale era quella di marcare da vicino gli interni e gli esterni interisti, Deiola su Calhanoglu, Marin su Barella, Bellanova su Perisic e Dalbert su Dumfries. Nei duelli, i rossoblù erano perdenti, però mai quanto Dalbert su Dumfries che stava sfondando di continuo sulla destra.
IL DOPPIO LAUTARO - L’Inter aggrediva a forte ritmo, guidata da Brozovic e Calhanoglu, mentre la rifinitura spettava a uno straripante Sanchez. Se il gol non arrivava su azioni manovrate, poteva sempre provarci su calci piazzati, anche questa è una specialità della casa. E infatti, ecco lo “schema-Calhanoglu”. Angolo dalla parte destra dell’attacco interista, calcio del turco sempre sul primo palo, come aveva segnato lui stesso all’Olimpico contro la Roma e fatto segnare Perisic contro il Napoli, stavolta è stato Lautaro Martinez a infilarsi fra Joao Pedro e Dalbert, girare di testa e sorprendere Cragno. Da quel momento, con un briciolo in più di spazio, l’Inter è stata ancora più pericolosa e Cragno è diventato decisivo, prima con un’uscita bassa su Sanchez, poi respingendo il rigore di Lautaro Martinez. L’azione del rigore era nata da un’altra intuizione di Sanchez (verticalizzazione immediata), un attacco di Dumfries e un errore di Dalbert che, entrando in scivolata, ha fatto l’assist migliore per l’esterno olandese, inevitabilmente buttato giù da Cragno. Al 45' l’Inter aveva superato il 77 per cento di possesso palla ed era arrivata 13 volte (a 5) alla conclusione: se aveva chiuso il primo tempo sull’1-0 merito di Lautaro, se non aveva chiuso la partita colpa di Lautaro. Il quale doveva anche ringraziare il giovane arbitro Marchetti che lo aveva ammonito al 32' per una brutta entrata su Dalbert e che gli ha poi risparmiato il secondo giallo per gioco pericoloso.
IL TRIO (DI) GOL MERAVIGLIA - L’Inter aveva in pugno partita e avversario e ha deciso che era l’ora di chiuderla davvero. L’ha fatto con un gol dietro l’altro, tutti stupendi per pensiero, rifinitura e realizzazione. Il primo è nato da una rimessa laterale di Dumfries, controllo e girata (per il cross) di Barella, mezza girata al volo di Sanchez, con Caceres piantato in area a guardare, anzi, ad ammirare, e palla nell’angolino. Il cileno era il 15° marcatore nerazzurro in campionato, nessun’altra squadra ha portato al gol tanti giocatori. Il dominio è proseguito, così come la notte luminosa di Cragno che ha salvato la sua porta altre due volte, su Dumfries e su Sanchez. Mazzarri ha tentato di cambiare il corso di una partita persa in partenza inserendo Lykogiannis al posto di Grassi. Mossa inutile. L’Inter non ha smesso di attaccare, ha solo rallentato un po’ per poi riaccendere il gas. Come ha fatto Calhanoglu che al 20', sfuggendo alle tenerezze della difesa sarda, col destro ha fatto partire dal limite dell’area un siluro che si è fermato sotto l’incrocio dei pali. Il Cagliari era disfatto, demolito, disintegrato e due minuti dopo ancora Lautaro Martinez lo ha definitivamente rovinato segnando il terzo gol meraviglia di questa ripresa nerazzurra, il quarto in assoluto, il secondo personale: assist con un lancio perfetto di Barella, controllo di petto di Lautaro e tocco di destro sull’uscita di Cragno. Per l’argentino era il sesto gol in 7 partite contro il Cagliari. Un incubo.
IL TABELLINO
Inter-Cagliari 4-0
Marcatori: 29’ Lautaro, 5’ s.t. Sanchez, 21’ s.t. Calhanoglu, 23’ s.t. Lautaro
Assist: 29’ Calhanoglu, 5’ s.t. Barella, 23’ s.t. Barella.
Inter (3-5-2): Handanovic; Skriniar, de Vrij, Bastoni; Dumfries (dal 27’ s.t. Dimarco, Barella, Brozovic (dal 27’ s.t. Vidal), Calhanoglu (dal 30’ s.t. Sensi), Perisic (dal 38’ s.t. Zanotti); Sanchez, Lautaro (dal 27’ s.t. Satriano).
Cagliari (3-5-2): Cragno; Caceres (dal 25’ s.t. Zappa), Godin, Carboni (dal 7’ s.t. Obert); Bellanova, Grassi (dal 14’ s.t. Lykogiannis), Marin, Deiola (dal 37’ s.t. Oliva, Dalbert; Joao Pedro, Keita.
Ammoniti: Lautaro (I), Cragno (I), Deiola (C)
Arbitro: Matteo Marchetti
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