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    L'Inter è involuta e irriconoscibile: balla dietro e stecca davanti, così anche il Napoli fa davvero paura

    L'Inter è involuta e irriconoscibile: balla dietro e stecca davanti, così anche il Napoli fa davvero paura

    • Alberto Cerruti
      Alberto Cerruti
    Un altro sorpasso mancato, il secondo consecutivo per l’Inter che fallisce ancora l’occasione di scavalcare il Milan e non può certo consolarsi con il punticino raccolto sul campo del Genoa, dopo aver perso in casa contro il Sassuolo. Quello che preoccupa è il fatto che i nerazzurri che hanno segnato più gol di tutti fin qui (55 come i punti in classifica) per la seconda volta di fila non riescono a segnarne nemmeno uno. E a poco serve sottolineare i meriti del Genoa in evidente ripresa, come dimostra il suo quinto pareggio consecutivo, perché la differenza di valori rimane, anche se in campo non si è vista. Ancora in difficoltà in difesa, perché concede troppe occasioni da gol ai rossoblù, l’Inter sbanda in mezzo al campo senza le idee di Calhanoglu, e soprattutto stecca in attacco dove soltanto Lautaro nel finale va davvero vicino al gol, dopo gli errori e le omissioni di Sanchez e Dzeko. Una grave involuzione tecnica, ma anche atletica, di una squadra irriconoscibile rispetto al girone d’andata, come dimostrano i due punti (contro il Napoli e il Genoa) ottenuti nelle ultime quattro partite, senza dimenticare che l’ultima vittoria contro il Venezia arrivò soltanto in extremis. E allora, visto che il Milan fa di tutto per farsi raggiungere o superare, a questo punto non bisogna sottovalutare il Napoli che domenica sera battendo la Lazio potrebbe scavalcare l’Inter e raggiungere la capolista.

    TROPPI RISCHI - Inzaghi rilancia Bastoni in difesa e Brozovic in regia, ma rinuncia a schierare tutti i titolarissimi perché nel terzetto arretrato, fermo restando De Vrij al centro, D’Ambrosio sostituisce Skriniar, mentre in attacco Sanchez viene preferito a Lautaro come partner di Dzeko. Ritrovata la cosiddetta formazione-tipo, il tecnico nerazzurro però non ritrova la migliore Inter, che concede troppe occasioni al Genoa in un primo tempo sorprendentemente equilibrato, aperto proprio da una conclusione di Gudmunson fuori di poco. Stavolta il problema non è l’approccio sbagliato, fatale nell’ultima partita casalinga persa contro il Sassuolo, ma il ritmo troppo lento in fase di costruzione e l’imprecisione sotto porta.

    HANDANOVIC DECISIVO - L’Inter cerca di imporre la propria superiorità, grazie soprattutto alle accelerazioni di Perisic sulla sinistra anche se rimane la sensazione di una squadra che offre più fumo che arrosto, tanto è vero che Sirigu viene impegnato severamente soltanto da un colpo di testa di Dzeko che alza sopra la traversa. E così nel classico ribaltamento di fronte è ancora la squadra rossoblù a sfiorare il vantaggio, con una conclusione improvvisa di Melegoni che Handanovic, già spostato sulla sua sinistra, riesce a deviare allungando la mano sulla destra, con un intervento decisivo. I campioni d’Italia sembrano avere smarrito la migliore condizione in troppi elementi, da Brozovic a Barella, ma soprattutto non riescono più a sfruttare la velocità di Sanchez e le sponde di Dzeko.

    TRAVERSA D’AMBROSIO - Il secondo tempo sembra la naturale prosecuzione del primo, perché il Genoa molto ben organizzato in mezzo al campo, con Ostigard, Sturaro, Badelj, Gudmunson e Melegoni, chiude tutti gli spazi a Barella e Calhanoglu. L’Inter allora prova a sfruttare le fasce con Dumfries e Perisic, ma al momento del dunque manca sempre la deviazione vincente di Sanchez e Dzeko. E così il più pericoloso è D’Ambrosio che sfrutta un angolo battuto da Calhanoglu e devia di testa come un attaccante, colpendo però la traversa. Sempre troppo poco, comunque, per un’Inter priva di idee che Inzaghi stranamente non cambia. Blessin, invece, a parte gli infortuni di Maksimovic e Cambiaso suo provvisorio sostituto, si affida alla freschezza di Calafiori e Kallon al posto di Yeboah, deludente compagno d’attacco di Portanova.

    ANGOLI INUTILI - Dieci calci d’angolo a zero per l’Inter sono la testimonianza della sua pressione, comunque inutile come tutti i dati sul possesso-palla perché nel calcio contano soltanto i gol. Quelli che non ha fatto Sanchez e dovrebbe fare Lautaro, rilanciato al suo posto per gli ultimi 20’. L’argentino entra bene in partita sfiorando il gol del successo, ma il suo gran tiro viene alzato sopra la traversa da Sirigu con il primo intervento difficile della ripresa. Vecino e Dimarco per Barella e Perisic i penultimi cambi di Inzaghi, mentre Blessin inserisce Amiri e Rovella per Gudmunson e Portanova. L’ultimissima ciambella di salvataggio per riportare l’Inter al successo potrebbe essere Caicedo, al suo esordio con la maglia nerazzurra al posto di D’Ambrosio. Ma è tutto inutile. I nerazzurri non segnano nemmeno nei 5’ di recupero e tornano a casa con un pareggio che serve soltanto al Milan, ancora in testa da solo con la speranza di fare un altro dispetto all’Inter martedì, nella semifinale d’andata di coppa Italia.


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    IL TABELLINO

    Genoa-Inter 0-0 

     
    Genoa (4-2-3-1): Sirigu; Hefti, Maksimovic (8’ st Cambiaso; 16’ st Calafiori), Ostigard, Vasquez; Sturaro, Badelj; Gudmundsson (38’ st Rovella), Melegoni, Portanova (38’ st Amiri); Yeboah (16’ st Kallon). All: A. Blessin.

    Inter (3-5-2): Handanovic; D'Ambrosio (42’ st Caicedo), De Vrij, Bastoni; Dumfries, Barella (38’ st Vecino), Brozovic, Calhanoglu (28’ st Vidal), Perisic (38’ st Di Marco); Dzeko, Sanchez (28’ st Martinez). All. S. Inzaghi.
     
    Arbitri: D. Chiffi di Padova. Assistenti: Prenna – Vecchi. IV uomo: Colombo. Var: P.S. Mazzoleni. Avar: Tolfo
     
    Ammoniti: 9’ st Perisic (I), 27’ st Blessin (all. G), 29’ st Ostigard (G),
    Recupero: 0’ pt; 5’ st.
    Spettatori: 14.314.

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