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L'Inter dura solo un'ora e i cambi di Sarri sono più azzeccati: così la Lazio fa la festa a Inzaghi
Prima gli hanno fatto “una” festa, poi gli hanno fatto “la” festa. Per un’ora e poco più il ritorno di Simone Inzaghi all’Olimpico è stato più che piacevole, emozionante, commovente, la curva Nord in piedi a omaggiare il trascinatore di cinque anni belli. Nell’altra mezz’ora, il suo ritorno è stato amaro, duro, velenoso, bruttissimo. L’Inter in vantaggio fino al 18' della ripresa, poi ha pareggiato Immobile su rigore e ha dato inizio alla clamorosa rimonta laziale. In mezzo, risse continue scoppiate per la rete del 2-1 di Felipe Anderson, il migliore in campo: secondo gli interisti avrebbe dovuto fermare l’azione perché c’era Dimarco in terra, ma la regola è chiara, se l’arbitro non fischia si deve continuare. Ha ragione Capello, che la pensa da sempre così.
Per la Lazio è una vittoria che, dopo quella del derby, può cambiare la sua stagione e portarla dalla parte di Sarri. Anche nell’Inter lascerà un segno. Senza i sudamericani (Vidal e Sanchez a Milano, Vecino, Correa e Lautaro Martinez entrati nel finale) ha retto bene per un’ora, poi i cambi di Sarri hanno fatto la differenza assai più di quelli di Inzaghi.
PRIMA L’INTER - Nel primo tempo la Lazio è andata due volte vicina al gol con la stessa azione, l’Inter ha fatto gol con l’azione successiva. Questo è il calcio. Ma oltre all’episodio, la prima parte della gara ha mostrato le nette differenze dei due allenatori. Immediato, sbrigativo e verticale Inzaghi, più palleggiante Sarri. Che aveva deciso di attaccare con la solita difesa stretta e alta un’avversaria la cui ricchezza sta in buona parte sulle fasce.
TUTTA IN VERTICALE - L’Inter ha punito l’atteggiamento tattico della Lazio perché conosceva le caratteristiche di Sarri: con i quattro in linea sempre stretti, c’era spazio sugli esterni per Dimarco e Darmian e, con i soliti quattro sempre molto alti, c’era spazio anche alle loro spalle. L’uno a zero è arrivato dopo appena 11 minuti e dopo altri due attacchi dai lati a colpire la difesa laziale proprio alle spalle. Gli avvertimenti non sono serviti a niente. Dopo la doppia occasione di Pedro (respinta di testa di Skriniar) e di Lucas Leiva (libera conclusione dal limite troppo alta), l’Inter ha segnato con un’azione partita da Handanovic e filata via con tecnica, velocità e in verticale: dal portiere a Bastoni, a Dimarco, scambio con Gagliardini, lancio di Dimarco da sinistra a destra, tocco di testa di Darmian, inserimento di Barella che, anticipando Hysaj, è stato buttato giù dal terzino albanese. Il rigore è stato realizzato da Perisic. Ricapitolando: troppo spazio intorno a Dimarco, perfino di più sulla pista di Darmian per non parlare dell’inserimento di Barella. Così non si può difendere.
I GUIZZI DI FELIPE ANDERSON - La partita è proseguita su questa stessa linea: Dimarco poteva ricevere palla con tanta libertà, Marusic era costretto a scapicollarsi per chiudergli un po’ di luce. Dall’altra parte, invece, quando partiva Felipe Anderson aveva intorno Bastoni, Dimarco e spesso Gagliardini. Lo stesso accadeva sulla fascia opposta. Alla Lazio mancavano i raddoppi, all’Inter no. Tuttavia, attraverso gli spunti di Felipe Anderson, a tratti imprendibile, la Lazio ha avuto le possibilità per pareggiare nel primo tempo con lo stesso brasiliano, con Immobile e con Pedro. Erano quasi sempre spunti individuali.
LA PARTITA DI BROZOVIC E DIMARCO - Anche il regista croato, controllato a distanza da Lucas Leiva (che, a sua volta, veniva schermato invece da uno dei due attaccanti a turno), aveva tutta la libertà necessaria per impostare il gioco e lo faceva con precisione e autorevolezza, muovendo con ottima sincronia i due esterni e lavorando col suo connazionale Perisic sull’asse verticale. Giusta anche questa scelta di Inzaghi: Perisic, come seconda punta, stava facendo un’ottima partita.
LA RIMONTA - La Lazio, pur soffrendo sul piano della manovra, ha avuto il merito di restare incollata alla partita ed è arrivata al pareggio su rigore: angolo, colpo di testa di Patric, respinta con un braccio largo di Bastoni, rigore, tiro di Immobile, 1-1. E’ stato a quel punto che Sarri e Inzaghi hanno cambiato le squadre. Da parte laziale, Lazzari è entrato al posto di Hysaj (con Marusic spostato a sinistra) e sulla fascia destra i biancocelesti hanno preso il comando, Luis Alberto ha sostituito Basic e la qualità si è alzata. Sull’altro fronte, un ribaltone, Dumfries per Bastoni (ingiustamente ammonito per il tocco di mano sul rigore), Vecino per Gagliardini e Correa per Perisic. I cambi hanno dirottato Dimarco in difesa e Barella sul centrosinistra. Troppe novità per essere assimilate in un attimo. Il gol del pari ha dato forza alla Lazio che è passata in vantaggio con l’azione incriminata: Felipe Anderson è scattato nello spazio lasciato libero da Dimarco, a terra, cross per Immobile, diagonale respinto da Handanovic e tap-in dello stesso Felipe Anderson.
LA RISSA - Appena la palla è entrata, Dumfries si è scagliato sul brasiliano, Immobile lo ha difeso, Handanovic si è buttato nella mischia. E’ successo di tutto, Irrati ha tirato fuori il cartellino giallo per quattro volte, per Dumfries, Lautaro Martinez, Milinkovic e Felipe Anderson. L’Inter, come ha detto con grande onestà il suo allenatore, non doveva perdere la testa come invece è successo. Troppo nervosa, troppo tesa, è uscita dalla partita e ha pensato solo alla vendetta. Sarri ha sottratto Felipe Anderson a quello che poteva sembrare un regolamento di conti, lo ha sostituito con Akpa Akpro mentre Cataldi ha preso il posto di Lucas Leiva. La Lazio ha segnato ancora, in pieno recupero, con un colpo di testa di Milinkovic su punizione pennellata da Luis Alberto. La partita è finita e sono riprese le risse in mezzo al campo. Luiz Felipe, grande amico di Correa, è andato a sfotterlo, Irrati l’ha visto e l’ha espulso. Il brasiliano non credeva di aver fatto chissà cosa ed è scoppiato in lacrime.
:(actionzone)
LAZIO-INTER 3-1, IL TABELLINO
Marcatori: 12’ rig. Perisic (I), 64’ rig. Immobile (L), 81’ Felipe Anderson (L), 91' Milinkovic (L)
Assist: 91' Luis Alberto (L)
Lazio (4-3-3): Reina; Marusic, Luiz Felipe, Patric, Hysaj (66’ Lazzari); Milinkovic, Leiva (85’ Cataldi), Basic (66’ Luis Alberto); Pedro (75’ Zaccagni), Immobile, Felipe Anderson (85’ Akpa Akpro). All.: Sarri.
Inter (3-5-2): Handanovic; Skriniar, De Vrij, Bastoni (67’ Dumfries); Darmian, Gagliardini (67’ Vecino), Brozovic, Barella (86’ Calhanoglu), Dimarco; Perisic (67’ Correa), Dzeko (75’ Lautaro Martinez). All.: Inzaghi.
Arbitro: Irrati (sez. Pistoia).
Ammoniti: 27’ Basic (L), 36’ Gagliardini (I), 63’ Bastoni (I), 83’ Milinkovic (L), 83’ Lautaro Martinez (I), 83’ Felipe Anderson (L), 83’ Dumfries (I), 87’ Correa (I), 90’ Darmian (I).
Espulso: Luiz Felipe (L).
Per la Lazio è una vittoria che, dopo quella del derby, può cambiare la sua stagione e portarla dalla parte di Sarri. Anche nell’Inter lascerà un segno. Senza i sudamericani (Vidal e Sanchez a Milano, Vecino, Correa e Lautaro Martinez entrati nel finale) ha retto bene per un’ora, poi i cambi di Sarri hanno fatto la differenza assai più di quelli di Inzaghi.
PRIMA L’INTER - Nel primo tempo la Lazio è andata due volte vicina al gol con la stessa azione, l’Inter ha fatto gol con l’azione successiva. Questo è il calcio. Ma oltre all’episodio, la prima parte della gara ha mostrato le nette differenze dei due allenatori. Immediato, sbrigativo e verticale Inzaghi, più palleggiante Sarri. Che aveva deciso di attaccare con la solita difesa stretta e alta un’avversaria la cui ricchezza sta in buona parte sulle fasce.
TUTTA IN VERTICALE - L’Inter ha punito l’atteggiamento tattico della Lazio perché conosceva le caratteristiche di Sarri: con i quattro in linea sempre stretti, c’era spazio sugli esterni per Dimarco e Darmian e, con i soliti quattro sempre molto alti, c’era spazio anche alle loro spalle. L’uno a zero è arrivato dopo appena 11 minuti e dopo altri due attacchi dai lati a colpire la difesa laziale proprio alle spalle. Gli avvertimenti non sono serviti a niente. Dopo la doppia occasione di Pedro (respinta di testa di Skriniar) e di Lucas Leiva (libera conclusione dal limite troppo alta), l’Inter ha segnato con un’azione partita da Handanovic e filata via con tecnica, velocità e in verticale: dal portiere a Bastoni, a Dimarco, scambio con Gagliardini, lancio di Dimarco da sinistra a destra, tocco di testa di Darmian, inserimento di Barella che, anticipando Hysaj, è stato buttato giù dal terzino albanese. Il rigore è stato realizzato da Perisic. Ricapitolando: troppo spazio intorno a Dimarco, perfino di più sulla pista di Darmian per non parlare dell’inserimento di Barella. Così non si può difendere.
I GUIZZI DI FELIPE ANDERSON - La partita è proseguita su questa stessa linea: Dimarco poteva ricevere palla con tanta libertà, Marusic era costretto a scapicollarsi per chiudergli un po’ di luce. Dall’altra parte, invece, quando partiva Felipe Anderson aveva intorno Bastoni, Dimarco e spesso Gagliardini. Lo stesso accadeva sulla fascia opposta. Alla Lazio mancavano i raddoppi, all’Inter no. Tuttavia, attraverso gli spunti di Felipe Anderson, a tratti imprendibile, la Lazio ha avuto le possibilità per pareggiare nel primo tempo con lo stesso brasiliano, con Immobile e con Pedro. Erano quasi sempre spunti individuali.
LA PARTITA DI BROZOVIC E DIMARCO - Anche il regista croato, controllato a distanza da Lucas Leiva (che, a sua volta, veniva schermato invece da uno dei due attaccanti a turno), aveva tutta la libertà necessaria per impostare il gioco e lo faceva con precisione e autorevolezza, muovendo con ottima sincronia i due esterni e lavorando col suo connazionale Perisic sull’asse verticale. Giusta anche questa scelta di Inzaghi: Perisic, come seconda punta, stava facendo un’ottima partita.
LA RIMONTA - La Lazio, pur soffrendo sul piano della manovra, ha avuto il merito di restare incollata alla partita ed è arrivata al pareggio su rigore: angolo, colpo di testa di Patric, respinta con un braccio largo di Bastoni, rigore, tiro di Immobile, 1-1. E’ stato a quel punto che Sarri e Inzaghi hanno cambiato le squadre. Da parte laziale, Lazzari è entrato al posto di Hysaj (con Marusic spostato a sinistra) e sulla fascia destra i biancocelesti hanno preso il comando, Luis Alberto ha sostituito Basic e la qualità si è alzata. Sull’altro fronte, un ribaltone, Dumfries per Bastoni (ingiustamente ammonito per il tocco di mano sul rigore), Vecino per Gagliardini e Correa per Perisic. I cambi hanno dirottato Dimarco in difesa e Barella sul centrosinistra. Troppe novità per essere assimilate in un attimo. Il gol del pari ha dato forza alla Lazio che è passata in vantaggio con l’azione incriminata: Felipe Anderson è scattato nello spazio lasciato libero da Dimarco, a terra, cross per Immobile, diagonale respinto da Handanovic e tap-in dello stesso Felipe Anderson.
LA RISSA - Appena la palla è entrata, Dumfries si è scagliato sul brasiliano, Immobile lo ha difeso, Handanovic si è buttato nella mischia. E’ successo di tutto, Irrati ha tirato fuori il cartellino giallo per quattro volte, per Dumfries, Lautaro Martinez, Milinkovic e Felipe Anderson. L’Inter, come ha detto con grande onestà il suo allenatore, non doveva perdere la testa come invece è successo. Troppo nervosa, troppo tesa, è uscita dalla partita e ha pensato solo alla vendetta. Sarri ha sottratto Felipe Anderson a quello che poteva sembrare un regolamento di conti, lo ha sostituito con Akpa Akpro mentre Cataldi ha preso il posto di Lucas Leiva. La Lazio ha segnato ancora, in pieno recupero, con un colpo di testa di Milinkovic su punizione pennellata da Luis Alberto. La partita è finita e sono riprese le risse in mezzo al campo. Luiz Felipe, grande amico di Correa, è andato a sfotterlo, Irrati l’ha visto e l’ha espulso. Il brasiliano non credeva di aver fatto chissà cosa ed è scoppiato in lacrime.
:(actionzone)
LAZIO-INTER 3-1, IL TABELLINO
Marcatori: 12’ rig. Perisic (I), 64’ rig. Immobile (L), 81’ Felipe Anderson (L), 91' Milinkovic (L)
Assist: 91' Luis Alberto (L)
Lazio (4-3-3): Reina; Marusic, Luiz Felipe, Patric, Hysaj (66’ Lazzari); Milinkovic, Leiva (85’ Cataldi), Basic (66’ Luis Alberto); Pedro (75’ Zaccagni), Immobile, Felipe Anderson (85’ Akpa Akpro). All.: Sarri.
Inter (3-5-2): Handanovic; Skriniar, De Vrij, Bastoni (67’ Dumfries); Darmian, Gagliardini (67’ Vecino), Brozovic, Barella (86’ Calhanoglu), Dimarco; Perisic (67’ Correa), Dzeko (75’ Lautaro Martinez). All.: Inzaghi.
Arbitro: Irrati (sez. Pistoia).
Ammoniti: 27’ Basic (L), 36’ Gagliardini (I), 63’ Bastoni (I), 83’ Milinkovic (L), 83’ Lautaro Martinez (I), 83’ Felipe Anderson (L), 83’ Dumfries (I), 87’ Correa (I), 90’ Darmian (I).
Espulso: Luiz Felipe (L).