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    L'Inter di Mourinho e la Juve di Allegri: storie di scudetti sul sofà. Ora il bis di Conte?

    L'Inter di Mourinho e la Juve di Allegri: storie di scudetti sul sofà. Ora il bis di Conte?

    • Furio Zara
      Furio Zara
    Qui si parla di attese. Scudetti vinti dal divano, tricolori che arrivano come un assegno postdatato, gioie in differita che dipendono - dopo il gran lavoro fatto - dal risultato degli altri. Può succedere tra sabato (Crotone-Inter) e domenica (Sassuolo-Atalanta). Domenica alle 17, brindisi col tricolore per i nerazzurri, a patto che battano il Crotone e l'Atalanta perda o pareggi col Sassuolo. Lo scudetto vinto da casa è una conseguenza del campionato spezzatino, spalmato sul week end per esigenze televisive. Era una rarità, perché fino a vent'anni fa le ultime giornate di campionato si giocavano tutte nella stessa domenica, da qualche anno invece sta diventando un’abitudine. C'è stato anche un tempo vintage, con le partite in contemporanea la domenica pomeriggio, lo scudetto si vinceva sempre poco prima che cominciasse 90° Minuto e andasse in onda la messa laica che teneva incollati al televisore fino a 10-12 milioni di telespettatori.

    L'Inter si è già trovata in una situazione simile nel 2009, primo anno di Mourinho. Il Milan che inseguiva perse a Udine, la distanza dall'Inter si fece incolmabile, alle dieci e mezza della sera fu festa grande nella Milano nerazzurra: clacson, caroselli d'auto per le vie di Milano, mentre alla Pinetina si stappavano bottiglie di champagne, con l'interista Crespo che - da casa perché infortunato - arrivò strombazzando con l'auto. Curiosità: Ibrahimovic, centravanti di quell’Inter, annunciò ai cronisti: «L’anno prossimo vinceremo tutto». Aveva ragione. Più o meno. L'Inter vincerà tutto (Triplete), ma senza di lui, ceduto al Barcellona in cambio di Eto'o. E dunque: il giorno dopo la sconfitta del Milan, Inter-Siena 3-0, ma fu una vittoria decorativa, era già tutto deciso.

    Anche la Juventus ha vinto un paio di scudetti in modalità stand by. Il secondo scudetto del suo quinquennio d'oro (2015-16) viene consegnato ad Allegri a casa, a tre giornate dalla fine. Il 24 aprile 2016 la Juve a Firenze batte la Fiorentina 2-1, il giorno dopo il Napoli perde all'Olimpico con la Roma. E’ una festa a scoppio ritardato, ma è comunque festa grande per il più straordinario scudetto di Allegri, vinto risalendo dal 14° posto (fine ottobre). I bianconeri seguirono Roma-Napoli nello spogliatoio, in ciabatte, dopo un allenamento defalcante. Va così: si fa festa con i magazzinieri, i dirigenti, gli addetti al campo. Esattamente come succede un anno prima, per l’ultimo dei tre scudetti di Conte. Il 4 maggio 2014 la Roma crolla a Catania (4-1) e «libera» lo scudetto per la Juve, che vince il titolo senza giocare, poi il giorno dopo sbanca Bergamo. Trenta scudetti e terza Stella per i bianconeri, che festeggiano al campo di allenamento, posando con la maglia «Non c’è 2 senza 3».

    C'è poi un caso particolare, un'anomalia che ha fatto storia. E’ del 2000 la celebre domenica del Diluvio Universale a Perugia, con Collina che sospende la partita e la allunga come un chewing gum, partendo alle 15.00 e arrivando alle 18.04, mentre a Roma la Lazio batte la Reggina e aspetta di conoscere il risultato del Curi prima di festeggiare il più incredibile degli scudetti recenti. Ma quella domenica in teoria avrebbe dovuto essere modulata su una contemporaneità che venne falsata dalle condizioni meteorologiche e dalla conseguente decisione di Collina.

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