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L'Inter cade al primo ostacolo: Inzaghi sbaglia, Sarri indovina tutto
Doppia notizia dall’Olimpico: l’Inter è andata a sbattere sul primo vero
ostacolo del campionato, la Lazio è una squadra fortissima. Ha sbagliato
Inzaghi (e lo racconteremo), ha indovinato tutto Sarri che ora si sta
gustando l’effetto di un lungo lavoro. La sua squadra ha battuto con
merito l’Inter, ha giocato meglio, con più intelligenza e più qualità, ha
creato di più, poteva segnare più di tre gol, a tratti è stata
irresistibile. Ha saputo soffrire e reagire, difendersi e ripartire. Una
rete capolavoro di Luis Alberto (esterno collo, col piede che sembrava sganciato dalla caviglia, un colpo da mostrare nelle scuole calcio: così
calciava Giancarlo Antognoni) e un’altra bellissima di Pedro (tiro a giro
tanto in voga di questi tempi) hanno premiato Sarri anche per le
sostituzioni del secondo tempo. Ma su tutti, il solito fenomeno, Sergej
Milinkovic-Savic: dove ci volevano classe, talento, idee e tecnica, c’era
lui.
RITMO BASSO - Prima mezz’ora al rallentatore. La palla girava stanca fra i
piedi dell’Inter, la Lazio lasciava fare. Era concentrata sulla fase
difensiva, sempre molto attenta. I nerazzurri avevano una chiara supremazia sulla fascia destra dove Dumfries spingeva forte e
dall’olandese sono arrivate le prime iniziative in attacco. Però l’Inter
non riusciva a raggiungere le sue punte se non dopo azioni con un giro
palla estenuante e troppo prevedibile. La Lazio aspettava, cercava di
capire il punto debole finché l’ha trovato.
LA SCELTA SBAGLIATA DI INZAGHI - Tornando per la seconda volta
nell’Olimpico laziale, la sua vecchia casa, Inzaghi ha preso una decisione
sbagliata, di difesa, anzi, di rinuncia, non una decisione da grande
squadra: ha tolto la qualità di Calhanoglu per inserire Gagliardini a cui ha affidato il compito di marcare Milinkovic. Ma Sergio, il miglior
talento laziale visto che Luis Alberto giaceva in panchina in attesa di
esplodere, non ha fatto altro che spostare la proprio zona d’azione da
centrodestra a centrosinistra, così ha trovato spazio. In ogni caso, anche
quando si muoveva nella sua zona di competenza il controllo di Gagliardini
non era efficace.
UN QUARTO D’ORA DI GRANDE LAZIO - La prima vera occasione è capitata a
Immobile su cross di Marusic, sinistro strozzato e palla fuori di niente.
Ma è stato l’ultimo quarto d’ora del primo tempo a piegare la partita a favore della Lazio. Il caldo e l’umidità hanno allungato le squadre,
l’Inter non ha saputo approfittarne, la Lazio sì, eccome. Altra occasione
con Zaccagni, tiro a giro deviato con una gran capocciata da Skriniar, poi
ancora con Immobile grazie all’assist di Felipe Anderson scappato via a
Dimarco, con pronta e decisiva deviazione di Handanovic. Dimarco avrebbe
dovuto capire che il “riccetto”, come lo chiama Lotito, stava per
decollare e sulla pista buona ce l’ha messo un cross al bacio di
Milinkovic, cross partito dal centrosinistra: Dimarco si è addormentato, Bastoni lo stesso e Felipe di testa ha battuto Handanovic. Un quarto d’ora
di grande Lazio per un vantaggio meritato. Come vedremo anche nella
ripresa, la difesa dell’Inter si è slabbrata di continuo.
ANCORA LAUTARO - L’inizio del secondo tempo è stato schizofrenico. Immobile
ha avuto subito, per la terza volta in questa partita, la palla del gol,
in fondo a un’azione partita con un’altra magìa (destro-sinistro e via) di
Milinkovic e rifinita da Lazzari. Al 2' quell’occasione, al 6' il pari
dell’Inter: punizione laterale di Dimarco respinta di testa da Cataldi e ricacciata in area sempre di testa da Dumfries, Lautaro Martinez ha
anticipato Lukaku e Provedel e ha pareggiato. Un minuto dopo, palla-gol
interista da Dimarco a Dumfries, colpo di testa e deviazione di Provedel.
Ora sì che c’era partita.
LA PERLA DI LUIS ALBERTO - Sarri voleva vincerla e ha messo presto Pedro
(per Zaccagni, ammonito) e Luis Alberto (per Vecino). Una scelta per la
qualità. Inzaghi poco dopo ha risposto con una scelta per la corsa, fuori
la coppia di esterni sostituiti da Darmian e Gosens e fuori anche uno
spento Lukaku per far entrare Dzeko. La qualità ha pagato e bene. Milinkovic continuava a dominare la scena, che adesso però divideva con un
altro fenomeno, Luis Alberto, e un altro vero protagonista, Pedro. L’Inter
ha perso contatto con la partita, mentre la Lazio se ne stava
impossessando con un calcio stupendo. Il gol di Luis Alberto è stato di
una bellezza monumentale: da Milinkovic (sempre lui) a Pedro, marcato male
in area, passaggio indietro per Luis Alberto che ha mollato quel collo
esterno pazzesco mandando la palla all’incrocio grazie anche a un leggero
tocco di Barella. E’ venuto giù l’Olimpico.
LA MELINA - Solo allora Inzaghi è corso ai ripari, fuori Gagliardini, dentro Calhanoglu e anche Correa per Barella. Ma la Lazio non aveva ancora
finito. Nel 3-1 c’erano di nuovo loro, le tre stelle: Luis Alberto è
andato in pressing su Brozovic e gli ha soffiato il pallone, Milinkovic,
Luis Alberto, in area per Immobile steso da Darmian, Fabbri ha fatto
continuare, forse perché il tocco di Ciro ha messo Pedro nella condizione
migliore per il tiro a giro. Altro grande gol. E’ finita col torello
laziale e tutto l’Olimpico che lo seguiva con gli “olé”.
Inzaghi (e lo racconteremo), ha indovinato tutto Sarri che ora si sta
gustando l’effetto di un lungo lavoro. La sua squadra ha battuto con
merito l’Inter, ha giocato meglio, con più intelligenza e più qualità, ha
creato di più, poteva segnare più di tre gol, a tratti è stata
irresistibile. Ha saputo soffrire e reagire, difendersi e ripartire. Una
rete capolavoro di Luis Alberto (esterno collo, col piede che sembrava sganciato dalla caviglia, un colpo da mostrare nelle scuole calcio: così
calciava Giancarlo Antognoni) e un’altra bellissima di Pedro (tiro a giro
tanto in voga di questi tempi) hanno premiato Sarri anche per le
sostituzioni del secondo tempo. Ma su tutti, il solito fenomeno, Sergej
Milinkovic-Savic: dove ci volevano classe, talento, idee e tecnica, c’era
lui.
RITMO BASSO - Prima mezz’ora al rallentatore. La palla girava stanca fra i
piedi dell’Inter, la Lazio lasciava fare. Era concentrata sulla fase
difensiva, sempre molto attenta. I nerazzurri avevano una chiara supremazia sulla fascia destra dove Dumfries spingeva forte e
dall’olandese sono arrivate le prime iniziative in attacco. Però l’Inter
non riusciva a raggiungere le sue punte se non dopo azioni con un giro
palla estenuante e troppo prevedibile. La Lazio aspettava, cercava di
capire il punto debole finché l’ha trovato.
LA SCELTA SBAGLIATA DI INZAGHI - Tornando per la seconda volta
nell’Olimpico laziale, la sua vecchia casa, Inzaghi ha preso una decisione
sbagliata, di difesa, anzi, di rinuncia, non una decisione da grande
squadra: ha tolto la qualità di Calhanoglu per inserire Gagliardini a cui ha affidato il compito di marcare Milinkovic. Ma Sergio, il miglior
talento laziale visto che Luis Alberto giaceva in panchina in attesa di
esplodere, non ha fatto altro che spostare la proprio zona d’azione da
centrodestra a centrosinistra, così ha trovato spazio. In ogni caso, anche
quando si muoveva nella sua zona di competenza il controllo di Gagliardini
non era efficace.
UN QUARTO D’ORA DI GRANDE LAZIO - La prima vera occasione è capitata a
Immobile su cross di Marusic, sinistro strozzato e palla fuori di niente.
Ma è stato l’ultimo quarto d’ora del primo tempo a piegare la partita a favore della Lazio. Il caldo e l’umidità hanno allungato le squadre,
l’Inter non ha saputo approfittarne, la Lazio sì, eccome. Altra occasione
con Zaccagni, tiro a giro deviato con una gran capocciata da Skriniar, poi
ancora con Immobile grazie all’assist di Felipe Anderson scappato via a
Dimarco, con pronta e decisiva deviazione di Handanovic. Dimarco avrebbe
dovuto capire che il “riccetto”, come lo chiama Lotito, stava per
decollare e sulla pista buona ce l’ha messo un cross al bacio di
Milinkovic, cross partito dal centrosinistra: Dimarco si è addormentato, Bastoni lo stesso e Felipe di testa ha battuto Handanovic. Un quarto d’ora
di grande Lazio per un vantaggio meritato. Come vedremo anche nella
ripresa, la difesa dell’Inter si è slabbrata di continuo.
ANCORA LAUTARO - L’inizio del secondo tempo è stato schizofrenico. Immobile
ha avuto subito, per la terza volta in questa partita, la palla del gol,
in fondo a un’azione partita con un’altra magìa (destro-sinistro e via) di
Milinkovic e rifinita da Lazzari. Al 2' quell’occasione, al 6' il pari
dell’Inter: punizione laterale di Dimarco respinta di testa da Cataldi e ricacciata in area sempre di testa da Dumfries, Lautaro Martinez ha
anticipato Lukaku e Provedel e ha pareggiato. Un minuto dopo, palla-gol
interista da Dimarco a Dumfries, colpo di testa e deviazione di Provedel.
Ora sì che c’era partita.
LA PERLA DI LUIS ALBERTO - Sarri voleva vincerla e ha messo presto Pedro
(per Zaccagni, ammonito) e Luis Alberto (per Vecino). Una scelta per la
qualità. Inzaghi poco dopo ha risposto con una scelta per la corsa, fuori
la coppia di esterni sostituiti da Darmian e Gosens e fuori anche uno
spento Lukaku per far entrare Dzeko. La qualità ha pagato e bene. Milinkovic continuava a dominare la scena, che adesso però divideva con un
altro fenomeno, Luis Alberto, e un altro vero protagonista, Pedro. L’Inter
ha perso contatto con la partita, mentre la Lazio se ne stava
impossessando con un calcio stupendo. Il gol di Luis Alberto è stato di
una bellezza monumentale: da Milinkovic (sempre lui) a Pedro, marcato male
in area, passaggio indietro per Luis Alberto che ha mollato quel collo
esterno pazzesco mandando la palla all’incrocio grazie anche a un leggero
tocco di Barella. E’ venuto giù l’Olimpico.
LA MELINA - Solo allora Inzaghi è corso ai ripari, fuori Gagliardini, dentro Calhanoglu e anche Correa per Barella. Ma la Lazio non aveva ancora
finito. Nel 3-1 c’erano di nuovo loro, le tre stelle: Luis Alberto è
andato in pressing su Brozovic e gli ha soffiato il pallone, Milinkovic,
Luis Alberto, in area per Immobile steso da Darmian, Fabbri ha fatto
continuare, forse perché il tocco di Ciro ha messo Pedro nella condizione
migliore per il tiro a giro. Altro grande gol. E’ finita col torello
laziale e tutto l’Olimpico che lo seguiva con gli “olé”.
Lazio-Inter: 3-1
Marcatori: 40’ Felipe Anderson, 6’ s.t. Lautaro, 30’ s.t. Luis Alberto, 41' s.t. Pedro.
Assist: 40’ Milinkovic Savic, 6’ s.t. Dumfries, 30’ s.t. Pedro.
Inter (3-5-2): Handanovic, Skriniar, de Vrij, Bastoni; Dumfries (dal 24’ s.t. Darmian), Barella (dal 32’ s.t. Correa), Brozovic, Gagliardini (dal 32’ s.t. Calhanoglu), Dimarco (dal 24’ s.t. Gosens); Lukaku (dal 24’ s.t. Dzeko), Lautaro.
Lazio (4-3-3): Provedel; Lazzari (dal 26’ s.t. Hysaj), Patric, Romagnoli, Marusic; Milinkovic, Cataldi (dal 39’ s.t. Marcos Antonio), Vecino (dal 13’ s.t. Luis Alberto); F. Anderson (dal 39’ s.t. Cancellieri), Immobile, Zaccagni (Dal 13’ s.t. Pedro).
Ammoniti: Zaccagni (L), Marusic (L), Bastoni (I)
Espulsi:
Arbitro: Michael Fabbri (della Sezione di Ravenna)