Calciomercato.com

  • Getty Images
    L'Inter blinda la zona Champions ed è pronta al prossimo viaggio: destinazione Istanbul

    L'Inter blinda la zona Champions ed è pronta al prossimo viaggio: destinazione Istanbul

    • Giancarlo Padovan
      Giancarlo Padovan
    Si è visto di meglio, ma anche di peggio. L’Inter, che batte il Sassuolo (4-2), dopo essere transitata da un comodissimo 3-0 ad uno spinoso 3-2, non è bella e, per la prima mezz’ora e gli ultimi venti minuti, nemmeno troppo convincente. Però, alla fine, ha sempre ragione Simone Inzaghi: Juve agganciata al secondo posto (l’Inter ufficialmente è terza, ma sono dettagli), la zona Champions praticamente blindata anche grazie alle sconfitte di Atalanta e Milan, Lukaku (doppietta) ritrovato e rilanciato, otto titolari risparmiati in vista di martedì (Bastoni e Darmian sono entrati a meno di un quarto d’ora dalla fine, Gosens ha fatto tirare il fiato a Dimarco), l’umore fecondo e profondo di chi sa di non dovere forzare il destino. Se nella semifinale di ritorno di Champions, contro il Milan, va come deve andare, l’Inter potrà fare un bliancio pesantemente in attivo sia dal punto di vista sportivo che economico. E chissà che il 10 giugno, notte della finale di Champions, Simone l’incompreso non sappia tirar fuori un’altra delle sue partite perfette, come sono quelle secche. Ma ci sarà modo di parlarne.

    INTER, NODO LUKAKU: POCHETTINO LO VUOLE AL CHELSEA, MAROTTA LANCIA UN MESSAGGIO

    Per ora va riconosciuto che, seppur a fasi alterne, funziona anche l’Inter più sperimentale possibile: con D’Ambrosio centrale di destra, De Vrij in mezzo e Acerbi, che è un titolarissimo, sul centro sinistra. In mezzo Bellanova, Gagliardini, Brozovic (chiaramente seconda scelta rispetto a Calhanoglu), Mkhitaryan (ha giocato un’ora) e Dimarco. Davanti Correa e Lukaku. Il 4-3-3 del Sassuolo è apparso bello e coraggioso. Intanto perché Dionisi e la sua squadra non avrebbero meritato la sconfitta. Poi, perché continuare a giocare per fare gol, quando si è sotto 3-0, è un titolo di merito. Significa che non si ha paura di prenderne altri.

    Si è segnato molto e due gol (uno di Berardi e l’altro di Correa), quando si era ancora sullo 0-0, sono stati annullati per fuorigioco di Laurienté e di Dimarco. Questo per dire che le reti sarebbero potute essere non sei, ma otto. Il Sassuolo ci ha provato prima e anche meglio (fragorosa una ripartenza Maxime Lopez, Berardi, Frattesi un attimo prima del vantaggio dell’Inter), ma poi, dall’altra parte, c’era Lukaku che, su una palla qualsiasi, ne ha esaltato la difesa, si è girato e, cadendo, ha messo di sinistro all’incrocio, pur calciando da fuori area. Nella circostanza lo stava marcando Ruan Tressoldi che, colpevole nella situazione specifica, è stato protagonista solo sfortunato anche nella ripresa, quando ha deviato nella priopria porta un tiro di Bellanova (56’) e, due minuti, dopo ha “sporcato” la conclusione di Lautaro Martinez, subentrato a Correa all’intervallo.

    Prima dello scoccare dell’ora di gioco, tutto sembrava deciso (3-0). Invece, in quattordici minuti (dal 62’ al 76’), il Sassuolo ha raccolto il frutto di una superiorità perfino imbarazzante: gol di Henrique (testa) e gol di Frattesi, ancora di testa, su cross rispettivamente di Berardi e Rogerio. L’Inter? Inspiegabilmente, ma momentaneamente, uscita dal campo. Tanto che Bajrami (che aveva preso il posto di Laurienté) ha mancato il clamoroso pareggio al 78’. Per ristabilire le distanze, ma, forse, non esattamente i valori, è bastato Lukaku, lanciato da Brozovic. Il suo sinistro (89’) ha chiuso la partita e spalancato l’entusiamso del popolo “bauscia”. Martedì è vicino e, con esso, l’inizio di un viaggio lungo e affascinante. Destinazione Istanbul.

    Altre Notizie