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    L'Inter a Parma meritava di perdere, ma Conte crede ancora nello scudetto

    L'Inter a Parma meritava di perdere, ma Conte crede ancora nello scudetto

    • Giancarlo Padovan
      Giancarlo Padovan
    Niente Lukaku, niente Lautaro. L’Inter vince a Parma segnando tra l’83’ e l’87’ con de Vrij (uno dei peggiori) e Bastoni, subentrato a Godin a diciotto minuti dalla fine. Decidono, di testa, due difensori centrali su tre, proprio come quelli che Antonio Conte aveva cambiato per la partita. Alla sostituzione obbligata di Skriniar (squalificato per tre giornate) l’allenatore interista ha aggiunto l’avvicendamento di Ranocchia (pessimo con il Sassuolo) con D’Ambrosio (a sua volta colpevole sul gol di vantaggio di Gervinho).

    Dire che la vittoria sia merito dei cambi di Conte, sostituito in panchina dal vice Cristian Stellini, sarebbe eccessivo. Anzi, a scrivere proprio la verità, al suo posto mai avrei scelto di cambiare per due terzi la difesa. Skriniar sì, ma rischiare D’Ambrosio è stato un azzardo.

    Comunque tutto è bene quel che finisce bene. La Juve resta lontana otto punti e la Lazio quattro, ma l’Inter ne conserva altrettanti nei confronti dell’Atalanta, vittoriosa a Udine. Per la zona Champions tutto è deciso (né Roma, né Napoli insidieranno le prime quattro), per lo scudetto, invece, l’Inter mantiene una flebile speranza. E’ vero che ha perso i due scontri diretti con la Juve (quindi è come se stesse a meno 9), ma è altrettanto vero che rimettere in piedi partite come quelle di ieri sera serve all’autostima e alla fiducia.

    Certo, pensare che sia la Juve, sia la Lazio perdano entrambe punti regalandoli all’Inter è utopistico, ma Conte ci crede e ci crederà fino a quando la matematica non gli dirà il contrario. Non avrebbe trasferito nelle sue squadre una mentalità vincente se non avesse pensato così.

    Dopodichè l’Inter avrebbe meritato di perdere a Parma perché ha fatto poco e male.

    Nulli Lukaku e Lautaro, impalpabile Eriksen (forse il peggiore in senso assoluto), i nerazzurri sono stati pericolosi in attacco, già nel primo tempo, sempre con un difensore centrale, il tanto bistrattato Godin. Quattro minuti dopo il vantaggio parmigiano (Gervinho al 15’), Godin ha colpito di testa nell’altra area e Kurtic ha deviato con una mano facendo finire il pallone in angolo (in caso contrario sarebbe stato gol). A quel punto l’arbitro Maresca, richiamato dal Var, è corso verso il dischetto per concedere il rigore se non fosse accaduto che, sempre dal Var, provenisse la segnalazione del fuorigioco dello stesso Godin.

    Niente rigore ed occasione perduta. Quasi l’unica, visto che l’altra è venuta da un assist di Lukaku per Barella. Il tiro del giovane centrocampista è finito fuori di un soffio.

    Il Parma, però, ha suonato tutta un’altra musica. L’ha fatto per lo più in contropiede, ma quello che ha sbagliato Cornelius dopo sgroppata di Gervinho (stupendo il primo controllo con il quale si smarca), grida vendetta al cospetto del cielo. Prima dell’1-0 (sul cambio campo di Kucka, D’Ambrosio abbassa la testa e Candreva, meno colpevole di lui, si fa dribblare) era stato ancora Gervinho a mettere fuori di un niente dal centro dell’area.

    L’Inter è stata lenta nel giro-palla e prevedibile negli smarcamenti. Tutto ciò ha comportato che il Parma fosse migliore non solo nelle ripartenza, ma anche nell’impostazione corale. Formidabile Kulusevski, ma anche Kucka che, però, ha la colpa di essersi fatto espellere per proteste in occasione del pareggio dell’Inter (da calcio d’angolo, colpo di testa di Lautaro e poi di de Vrij).

    Lasciare i compagni in dieci negli ultimi sette minuti è una responsabilità grave, a maggior ragione se la tua squadra, ovvero il Parma, non aveva saputo chiudere la partita prima. Kulusevski ci ha messo molto impegno per riuscirci, ma ad inizio ripresa prima ha tirato fuori di poco, poi ha chiamato Handanovic ad una respinta prodigiosa.

    L’Inter, come detto, ha vinto con i cambi. Moses, l’autore del cross vincente, aveva sostituito Candreva (68’). Bastoni, che ha segnato di testa il gol della vittoria, aveva preso il posto di Godin. Al di là dei meriti individuali, va detto che, nel secondo gol subìto, il Parma ci ha messo del suo. Oltre a concedere il cross di Moses, i difensori hanno lasciato completamente libero Bastoni di colpire.

    Sconfitta dura da digerire, ma il calcio - un gioco ingiusto - va spesso così.    


     


    IL TABELLINO

    Parma-Inter 1-2 (primo tempo 1-0)


    Marcatori: 15’ p.t. Gervinho (P), 38’ s.t. De Vrij (I), 41’ s.t. Bastoni (I)

    Assist: 15’ p.t. Kucka (P), 41’ s.t. Moses (I)

    Parma (4-3-3): Sepe; Gagliolo (1’ s.t. Pezzella), Alves, Dermaku (31’ s.t. Regini), Laurini; Kucka, Scozzarella (9’ s.t. Hernani), Kurtic; Kulusevski, Cornelius, Gervinho. All. D’Aversa

    Inter (3-4-1-2): Handanovic; D’Ambrosio, De Vrij, Godin (27’ s.t. Bastoni); Biraghi (23’ s.t. Young), Gagliardini, Barella, Candreva (23’ s.t. Moses); Eriksen (23’ s.t. Sanchez); Martinez (43’ s.t. Borja Valero), Lukaku. All. Stellini

    Arbitro: Fabio Maresca

    Ammoniti: 27’ p.t. Martinez (I), 29’ p.t. Dermaku (P), 3’ s.t. Gagliardini (I), 3’ s.t. Kulusevski (P), 25’ s.t. Godin (I), 42’ s.t. Kurtic (P), 45’ s.t. Moses (I)

    Espulsi: 23’ s.t. Berni (I), 39’ s.t. Kucka (P)

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