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L'Inghilterra come l'Italia... di USA '94
ISOLA FELICE- L'Inghilterra perciò si trova composta da giocatori che nascono e crescono nelle academies di sua maestà e che, di fatto, non hanno un torneo migliore dove sviluppare le loro carriere: le infrastrutture e i contratti in PL sono anni luce avanti a quelli, per rimanere ai fatti di casa nostra, della Serie A: è ben difficile pensare che giovani come ad esempio Stones, Alli o Rashford lascino i loro club per approdare in altre società, salvo trattative faraoniche e comunque fuori dalla portata del nostro movimento calcistico.
LA ROSA - L'omogeneità della rosa di Southgate però può anche comportare, a livello teorico, delle difficoltà: i giocatori inglesi giocano con altri giocatori inglesi, in stadi inglesi, in un determinato contesto tattico: c'è poca esperienza di ciò che sono le altre realtà calcistiche, siccome l'opportunità di "mettere il naso" al di fuori del proprio campionato è rappresentata solamente dalle coppe europee (e dalla durata delle rispettive campagne internazionali dei club interessati). C'è però un aspetto che travalica ciò che è stato precedentemente descritto, quello della "conoscenza" tra gli interpreti. I calciatori inglesi sono così distribuiti: 5 provengono dal Tottenham, 4 dal Manchester City, 4 dal Manchester United, che compongono i tre grandi blocchi, ai quali si aggiungono 2 del Liverpool, 2 del Leicester City e poi un rappresentante rispettivamente di Stoke City, Everton, Burnley, Chelsea, Crystal Palace ed Arsenal. L'Italia nel '94 era così suddivisa: blocco Parma e Milan, che fornivano 7 giocatori a società, con l'aggiunta di tre giocatori della Lazio, Juventus ed Inter che portavano in dote rispettivamente 2 calciatori, per poi concludere con la Sampdoria, con un rappresentante.
PUNTO DI FORZA- Southgate ha perciò tra le mani una rosa compatta, con giocatori giovani sì, ma che ben conoscono i compagni, tanto da potersi permettere "stravolgimenti tattici" rispetto ai ruoli ricoperti nei club d'appartenenza, come ad esempio Kyle Walker schierato nella linea a 3 di difesa o Raheem Sterling come seconda punta. I giocatori inglesi che approdano in Premier League perciò difficilmente abbandonano l'isola e questo processo di accentramento dettato da un campionato sempre più appetibile per tutti ha portato l'Inghilterra a trovarsi in una posizione di forza, che potrebbe compensare la giovane età, con una media di 26 anni. La speranza della regina è quella di ripercorrere perciò le gesta dell'Italia negli USA: di approdare in finale (dopo 52 anni) e magari non steccare proprio sul più bello... come l'Italia nel '94.
@ChriMasotti