L'incrocio col Milan da bambino, la segnalazione nel 2019: a Lille primi primi lampi di Zhegrova, il 'Messi dei Balcani'
Lui il Milan lo ha già incrociato una volta nella sua vita e il suo profilo è ben noto a chi si occupa del mercato e principalmente dell’area scouting, che dall’insediamento nei quadri di Geoffrey Moncada ha iniziato a coltivare un interesse particolare per i campionati belga e francese. Fucine inesauribili di talenti, dalle quali è emerso - con un passaggio significativo anche in Svizzera - Edon Zhegrova. Attaccante esterno classe ‘99 di nazionalità kosovara, nell’ultimo mercato di gennaio si è trasferito al Lille per 7 milioni di euro, col compito di sostituire il viola Ikoné. E, dopo le prime settimane di ambientamento, si iniziano a cogliere i primi frutti, con 2 reti segnate in 6 partite (per un totale di 102’ in campo), l’ultima nel turno appena conclusosi di Ligue 1, con un’autentica prodezza contro l'Angers.
LE CARATTERISTICHE - Mancino naturale, fisico longilineo che però sa sfruttare al meglio anche quando si tratta di affrontare gli avversari nei corpo a corpo per poi sgusciare via all’improvviso. Merito di una forza nelle gambe che gli consente di accelerare e di sterzare da un momento all’altro con enorme disinvoltura; qualità tecniche e atletiche che, messe assieme, rappresentano un mix davvero letale per molte difese. Se ne sono accorti in Belgio, dove Zhegrova ha iniziato ad affacciarsi nel calcio che conta - Standard Liegi, Saint Truiden e soprattutto Racing Genk - quando la famiglia decide di trasferirsi in Belgio, resistendo alle sirene che lo chiamavano da Londra (Arsenal) e Barcellona. Ma lo hanno mandato a mente soprattutto a Basilea, dove di esterni offensivi mancini se ne intendono - Shaqiri e Salah vi dicono qualcosa? - e dove il ragazzo ha chiuso la sua esperienza con un bottino di 11 reti e 17 assist in 74 partite.
L'INCROCIO COL MILAN - Numeri che hanno convinto a gennaio il Lille, società sempre molto abile a individuare e valorizzare giovani calciatori in rampa di lancio, a puntare su di lui, mettendolo da subito in vetrina, anche se per pochi minuti, nell’ottavo di finale di Champions League contro il Chelsea. E pensare che su Zhegrova il Milan aveva messo gli occhi con largo anticipo, premiandolo nel lontano 2012 come miglior calciatore ad aver partecipato ad un Camp svolto a Pristina, capitale di quel Kosovo martoriato dalla guerra alla fine degli anni Novanta, costringendo i suoi genitori ad emigrare in Germania. I destini dei rossoneri e del ‘Messi dei Balcani’ (come è stato generosamente soprannominato in patria) avrebbero potuto ricongiursi nel gennaio 2019, quando il suo nome venne segnalato per le ottime cose mostrate al Genk. Chissà che in futuro le due strade non possano incrociarsi: del resto, la tratta Milano-Lille è ormai ben nota da qualche anno a questa parte.
LE CARATTERISTICHE - Mancino naturale, fisico longilineo che però sa sfruttare al meglio anche quando si tratta di affrontare gli avversari nei corpo a corpo per poi sgusciare via all’improvviso. Merito di una forza nelle gambe che gli consente di accelerare e di sterzare da un momento all’altro con enorme disinvoltura; qualità tecniche e atletiche che, messe assieme, rappresentano un mix davvero letale per molte difese. Se ne sono accorti in Belgio, dove Zhegrova ha iniziato ad affacciarsi nel calcio che conta - Standard Liegi, Saint Truiden e soprattutto Racing Genk - quando la famiglia decide di trasferirsi in Belgio, resistendo alle sirene che lo chiamavano da Londra (Arsenal) e Barcellona. Ma lo hanno mandato a mente soprattutto a Basilea, dove di esterni offensivi mancini se ne intendono - Shaqiri e Salah vi dicono qualcosa? - e dove il ragazzo ha chiuso la sua esperienza con un bottino di 11 reti e 17 assist in 74 partite.
L'INCROCIO COL MILAN - Numeri che hanno convinto a gennaio il Lille, società sempre molto abile a individuare e valorizzare giovani calciatori in rampa di lancio, a puntare su di lui, mettendolo da subito in vetrina, anche se per pochi minuti, nell’ottavo di finale di Champions League contro il Chelsea. E pensare che su Zhegrova il Milan aveva messo gli occhi con largo anticipo, premiandolo nel lontano 2012 come miglior calciatore ad aver partecipato ad un Camp svolto a Pristina, capitale di quel Kosovo martoriato dalla guerra alla fine degli anni Novanta, costringendo i suoi genitori ad emigrare in Germania. I destini dei rossoneri e del ‘Messi dei Balcani’ (come è stato generosamente soprannominato in patria) avrebbero potuto ricongiursi nel gennaio 2019, quando il suo nome venne segnalato per le ottime cose mostrate al Genk. Chissà che in futuro le due strade non possano incrociarsi: del resto, la tratta Milano-Lille è ormai ben nota da qualche anno a questa parte.