L'incredibile trionfo del Leeds, l'altro Leicester. E quella magia di Cantona...
… anche se dobbiamo tornare indietro più o meno un quarto di secolo.
Questa squadra è il LEEDS UNITED.
E’ il 1991-1992.
L’ultima stagione della “vecchia” First Division.
Dalla stagione successiva nel calcio inglese cambierà tutto.
Arriveranno i soldi di SKY, arriveranno grandi giocatori da tutte le parti del mondo, gloriosi stadi verranno abbattuti per far posto a nuove cattedrali.
Il campionato inglese diventerà in pochi anni “il più bello (e più ricco) del mondo”. In quest’ultima stagione dal sapore antico il Leeds United, che solo due stagioni prima era in Seconda Divisione, si scopre forte e agguerrito.
Nelle proprie fila ci sono calciatori di assoluto valore quali Gordon Strachan, Gary Mc Allister, Lee Chapman, David Batty e Gary Speed.
A metà stagione arriverà anche un francese, talentuoso, carismatico e un po’ matto.
Il suo nome è Eric Cantona.
Il loro condottiero è Howard Wilkinson, allenatore visionario e determinato che quando prese in mano il Leeds due anni e mezzo prima promise che in 5 anni avrebbe portato il Leeds ai vertici del calcio inglese. In effetti si sbagliò. Ce ne mise solo 4.
Il Leeds in quella stagione è però considerato niente di più che un semplice outsider nella lotta per il titolo.
Nessuno ritiene il team dello Yorkshire in grado di competere con Manchester United, Arsenal o Liverpool.
Le cose però andranno diversamente.
A questa fantastica impresa Remo Gandolfi, parmigiano doc, prestigioso collaboratore di Calciomercato.com, ha dedicato un libro bellissimo, pieno di sentimento e di passione. E' appena stato pubblicato da UP (Urbone libri, 112 pagine, 12 euro). Qui potete leggere un breve frammento, che racconta un allenamento di Eric Cantona.
Se il primo allenamento di Cantona è stato uno shock assoluto quello che è accaduto oggi nel suo secondo allenamento ha lasciato tutti assolutamente esterrefatti.
Nella partitella finale su campo ridotto (le due porte sono state sistemate sulla linea del limite dell’area) Big John ha rinviato un lungo pallone con le mani verso il centrocampo dove più o meno era posizionato Eric.
Il francese si è lasciato scavalcare dal pallone ma prima che lo stesso toccasse terra lo ha colpito al volo andando a pescare l’incrocio dei pali della porta difesa da un immobile e basito Mervin Day. Distanza ? 40 metri buoni.
Reazione ? Eric è tornato nella sua metà campo per la ripresa del gioco come se tutto questo fosse per lui la cosa più naturale del mondo.
Dieci secondi di ammirato e assoluto silenzio da parte di tutti quanti, Wilko compreso.
“Beh, non si gioca più ?” ha chiesto Eric.