Inter, l'incantesimo di Thuram: migliora la squadra senza segnare
REATTIVO E UMILE - Metto al primo posto un aspetto che potrebbe essere sottovalutato: la reattività di Marcus in fase difensiva. L’età aiuta, ma è anche una questione di cultura del lavoro. Sì è un centravanti, ma col sangue di Lilian… Non stiamo parlando solo di generico spirito di sacrificio ereditato dal padre, ma di efficacia nel pressing e nella riaggresione. Thuram è reattivo perché è attento, e anche perché possiede un certo fisico con una certa velocità. Un cervello e un corpo nuovo ha acquistato Inzaghi in quella zona di campo, e la squadra ringrazia…
Prendete la transizione contro il Cagliari che ha portato all’uno a zero. Un attaccante distratto, o anche soltanto pigro o piantato, questi palloni non li soffia. Thuram è sempre in agguato: upgrade rispetto a Dzeko o Lukaku.
IL SENSO DEL TEMPO E LA ‘VISIONE DI DZEKO’ - La ‘visione di Dzeko’ è un tipo di visione di gioco. Be’, Thuram è sulla stessa lunghezza d’onda. Vorrei che vi concentraste su un dettaglio significativo nell’assist che ha fatto per Dumfries. Ok, qui si capisce bene che sa essere altruista come Edin, che sa usare all’occorrenza anche il sinistro, ok, ma non è questo. È la subordinazione del gesto tecnico rispetto al senso del tempo che merita menzione. Thuram a testa alta legge la situazione.
Non ha importanza con quale piede servirà il compagno, ciò che determina la selezione del piede da usare è la situazione, che Thuram ha il merito di osservare e tenere al centro del processo cognitivo. Serve una pausa e un controtempo per consentire a Dumfries di prendersi un vantaggio su Sulemana? Thuram se la aggiusta con il destro e inganna Augello con un tocco anticipato di interno mancino. La cosa più esatta e semplice che poteva fare.
DIFFERENZE CON LUKAKU E DZEKO - E quando mai Lukaku scendeva a prenderla sul centrosinistra, sotto Lautaro? Capitava molto poco, era Dzeko quello che svariava su tutto il fronte e scendeva a raccordare. Dzeko però con la sua classe e le sue movenze nascondeva anche la pesantezza effettiva del suo portamento, che produceva come risultato un’ Inter bella ma a tratti un po’ seduta. Oggi Thuram fa le sponde che faceva Dzeko senza togliere all’Inter quel dinamismo a tutta velocità che la completa.
Questi tocchi d’esterno che attivano i compagni sono un piacere per gli occhi. In tempi non sospetti già scrissi a proposito delle ‘sacre sponde’ di Marcus, andate a recuperare quell’articolo.
Parliamo infine di Thuram quando strappa palla al piede e si avvicina alla funzione Lukaku nelle ripartenze dei nerazzurri. Ecco una cosa che Dzeko non aveva e che faceva alzare dalla panchina il belga in quanto alternativa. Thuram ce l’ha. Ma non è una schiacciasassi come Lukaku, non si trascina il difensore in porta. Thuram preferisce schivare il contatto fisico quando è lanciato a tutta velocità.
E forse è proprio questa distanza che si crea tra lui e il difensore che gli consente di rimanere lucido in corsa, attento ai movimenti e alle posizioni dei propri compagni. Una qualità fondamentale nelle transizioni del calcio contemporaneo e che ad oggi rende l’Inter di Inzaghi ancora più intrigante e moderna.