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    L'importanza di chiamarsi Pirlo

    L'importanza di chiamarsi Pirlo

    Al centro di tutto, non solo del campo. A 35 anni Andrea Pirlo resta un punto di riferimento imprescindibile, per la Juventus, che lo scorso giugno gli ha rinnovato il contratto fino al 2016, e per la Nazionale della nuova gestione Conte. I cattivi pensieri del post Brasile, la voglia di dire basta dopo 112 presenze sono acqua passata, il nuovo corso azzurro ha fatto cambiare idea al centrocampista di Brescia, che ieri ha ufficialmente fatto il dietrofront: "Ho parlato con Conte, ha il mio ok per il ritorno in Nazionale".

    UNO O L'ALTRO - Il ritorno in Nazionale di Andrea Pirlo non è una buona notizia per l'erede naturale Marco Verratti, destinato a vivere nell'ombra ancora per un biennio. Questione di scelte, quelle tattiche del ct Conte,che nel suo 3-5-2 punta sullo juventino e su De Rossi nel ruolo di playmaker davanti alla difesa e non considera Il centrocampista del Paris Saint-Germain uno dei candidati per il ruolo di mezzala (è un palleggiatore, non si "butta dentro"). Il talento di Verratti è indiscutibile, ma non funzionale per l'Italia di oggi.

    KAYAL -  A 35 anni, come già scritto, l'ex giocatore di Inter e Milan continua a condizionare le scelte di Juventus e Nazionale, ma non solo. Beram Kayal, centrocampista del Celtic e grande estimatore del bianconero, è appena diventato padre e ha chiamato il suo primo genito Pirlo, Pirlo Kayal.
     

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