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    L'idolo Touré, le movenze di Deco: c'è anche la Juve su Naby Keita

    L'idolo Touré, le movenze di Deco: c'è anche la Juve su Naby Keita

    • Andrea Distaso
    Un momento esaltante, che non sembra proprio voler finire. La cavalcata da urlo dell'RB Lipsia, capolista inaspettata di Bundesliga, ha tanti padri, tanti protagonisti anche sul terreno di gioco. E tra questi non può mancare Naby Keita, centrocampista classe 1995 acquistato per 15 milioni di euro la scorsa estate dal Salisburgo, altro club di proprietà del colosso dell'energy drink RedBull. L'ingaggio più oneroso della (breve) storia della formazione tedesca, superiore anche ai 12,5 milioni investiti per l'attaccante Timo Werner.

    SOGNO REALIZZATO - Una storia di riscatto quella di Keita, un ragazzo africano (è nato a Conakry, in Guinea) cresciuto in una condizione di relativa povertà e capace di coronare il sogno di tanti suoi coetanei di affermarsi nel calcio europeo. Una scalata rapida, improvvisa, dalle strade e dai campi della sua città, dall'impossibilità di permettersi l'acquisto di un pallone, fino al primato in uno dei campionati più prestigiosi del mondo. Papà meccanico e riparatore di motociclette, la madre casalinga che impazziva a causa delle intemerate del piccolo Naby, che anche al supermercato adocchiava qualsiasi cosa che avesse una forma sferica e regolarmente la calciava, spesso mandandola in frantumi. Un sogno ben chiaro nella testa, diventare il miglior calciatore di sempre. E' così che, a 16 anni, decide di salutare la squadra in cui ha mossi i primi passi, l'Horoya AC, e sobbarcarsi un viaggio di circa 6.000 chilometri in cerca di fortuna in Francia.

    VICE-MARCHISIO - Il compagno di nazionale Landel lo aiuta a guadagnarsi un provino con Lorient e Le Mans, ma è l'ex difensore del Celtic Glasgow Bobo Balde ad aprirgli le porte di un torneo a Marsiglia due anni più tardi ed è in quella occasione che Keita viene notato dagli osservatori dell'Istres, club di Ligue 2 che decide di puntare su di lui. Gli basta una stagione (23 presenze, 4 gol e 7 assist) per far capire di che pasta sia fatto, che il suo fisico esile non possa rappresentare un limite, soprattattutto se hai a disposizione un bagaglio tecnico di tutto rispetto e non ti manca la giusta cattiveria agonistica per andare a riprenderti il pallone. Il suo stile di gioco moderno, il suo modo di interpretare il ruolo del centrocampista in maniera totale, alla box to box che fa molto Premier League, strega letteralmente il Salisburgo, che investe 1,5 milioni di euro e se lo porta in Austria, dove avrà un'influenza calcistica e umana Ralf Rangnick, tecnico con un passato nello Schalke 04. E' lì che Keita cresce, si afferma anche in campo internazionale e che inizia ad essere accostato all'ex campione portoghese Deco, di cui ricorda movenze e corporatura. Dopo due campionati e due Coppe d'Austria consecutivi, lascia Salisburgo con un bottino di 20 gol e 11 assist in 81 partite e, voluto fortemente da Rangnick, che nel frattempo ha lasciato il campo per sedersi dietro una scrivania, approda nel neopromosso RB Lipsia. "Il mio idolo è Yaya Touré", ha dichiarato recentemente, gli addetti ai lavori ne hanno tracciato un identikit in cui unisce la tecnica di Gundogan alla corsa a perdifiato di Kanté. Ha firmato un contratto fino al 2020, ma sa che nel suo destino un giorno ci sarà la Champions League con un grande club. Ad oggi non ci pensa perchè, da ragazzo con la testa sulle spalle, vuole crescere gradualmente. Anche la Juve se n'è accorta e gli ha messo gli occhi addosso da tempo, nella prospettiva di avere un'alternativa futuribile di Marchisio nel ruolo di plyamker davanti alla difesa.

     
     

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