L'idolo infranto: chi ha incastrato Maradona?
Tra racconti e ricostruzioni delle difficoltà di Maradona di sottrarsi alla dipendenza della droga e di condurre una vita “normale”, sono analizzati in modo approfondito i dubbi sul sorteggio, le perplessità sulle modalità delle controanalisi, effettuate in un laboratorio del Coni dell’Acquacetosa con un macchinario sporco di cocaina e condotte da uno staff che, pochi anni dopo, sarà coinvolto in un clamoroso scandalo sul doping.
Tanti indizi, raccolti nel volume, che inducono a pensare che il "sistema calcio" ha prima spremuto e poi abbandonato al proprio destino il più grande di sempre. L’idolo infranto (che sarà presentato per la prima volta alla "Feltrinelli" di Piazza dei Martiri, a Napoli, il prossimo lunedì 8 novembre alle ore 18) è un’inchiesta rigorosa, che però si legge con l’emozione del thriller e l’indignazione di chi, tifoso e no, vuole riscattare la memoria del più grande giocatore di ogni tempo.
Le dichiarazioni inedite dell’avvocato Giovanni Verde (difensore dell’argentino nel processo per doping) e anche riferimenti alla relazione di Manfred Donike - massimo esperto di antidoping degli anni ’80 e ’90 – sull’utilizzo dei flaconi per i controlli importati all’epoca dalla Figc alimentano i dubbi sul complotto ai danni di Maradona, idolo indiscutibile e fuoriclasse immenso, ma anche uomo solo e con una vita sregolata a cui dar conto.
Marcello Altamura, con una scrittura intensa e scorrevole, parte dal processo di disgregamento dell’idolo Maradona partito nel 1989 e che si concretizza con la squalifica per doping del 1991. I punti oscuri fanno da controcanto agli eccessi fin troppo sottolineati di colui che era anche un campione scomodo: la sua squalifica e il conseguente addio all’Italia, fecero comodo a tanti. Trent’anni dopo quei fatti che hanno innescato il declino – e poi la fine – del campione, e a un anno dalla sua morte, proveremo a dare una risposta a una domanda: chi ha incastrato Diego Armando Maradona?