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L'ex Torino Sereni assolto dopo 10 anni dall'accusa di abuso su minori: 'Aiuterò i padri che soffrono ingiustamente'
Un incubo lungo 10 anni e conclusosi con l'assoluzione del gip di Torino Francesca Firrao in merito a un'accusa infamante: abusi su minori, nello specifico nei confronti della figlioletta di 4 anni. Una vicenda pesantissima da sopportare, cominciata nel 2011 per Matteo Sereni - ex portiere di Lazio e Torino tra le altre - dopo una complicata separazione dalla ex moglie Silvia Cantoro e che aveva portato anche a una condanna, di 3 anni e 6 mesi, da parte del Tribunale di Tempio Pausania.
Il processo si è successivamente spostato a Sassari e infine, per competenza territoriale, a Torino, dove l'abile lavoro dei difensori di Sereni, gli avvocati Michele Galasso e Giacomo Francini, ha portato allo smontamento completo della tesi accusatoria, in quanto "i minori sono stati per lungo tempo e reiteratamente interrogati con modalità inappropriate e potenzialmente suggestive di falsi ricordi dalla moglie separata Silvia Cantoro, dalla suocera Franceschina Mulargia e dai consulenti tecnici in ambito civile e penale".
E al termine di questo supplizio, Matteo Sereni ha voluto raccontare la sua disavventura in un'intervista concessa a Il Corriere della Sera: "Mi trascinavo per le scale, sono crollato. E' stato terribile: non riesci più a fare nulla, il tuo lavoro o quel che avresti voluto. Forse perché le porte un po’ ti si chiudono, a prescindere che tu sia colpevole o innocente. Quando è finita, ho provato felicità, perché l’incubo era finito, ma a dir la verità non mi veniva voglia di gioire, perché sono stati anni di preoccupazioni, tormenti, attimi di sconforto. Se ti scontri con certe cose, cambi".
E ora la prossima missione dell'ex numero uno del Torino è di aiutare chi ha sofferto situazioni simili alla sua: "Appena potrò, darò sostegno ai papà e alle persone che soffrono ingiustamente, mi batterò per la loro causa".
Il processo si è successivamente spostato a Sassari e infine, per competenza territoriale, a Torino, dove l'abile lavoro dei difensori di Sereni, gli avvocati Michele Galasso e Giacomo Francini, ha portato allo smontamento completo della tesi accusatoria, in quanto "i minori sono stati per lungo tempo e reiteratamente interrogati con modalità inappropriate e potenzialmente suggestive di falsi ricordi dalla moglie separata Silvia Cantoro, dalla suocera Franceschina Mulargia e dai consulenti tecnici in ambito civile e penale".
E al termine di questo supplizio, Matteo Sereni ha voluto raccontare la sua disavventura in un'intervista concessa a Il Corriere della Sera: "Mi trascinavo per le scale, sono crollato. E' stato terribile: non riesci più a fare nulla, il tuo lavoro o quel che avresti voluto. Forse perché le porte un po’ ti si chiudono, a prescindere che tu sia colpevole o innocente. Quando è finita, ho provato felicità, perché l’incubo era finito, ma a dir la verità non mi veniva voglia di gioire, perché sono stati anni di preoccupazioni, tormenti, attimi di sconforto. Se ti scontri con certe cose, cambi".
E ora la prossima missione dell'ex numero uno del Torino è di aiutare chi ha sofferto situazioni simili alla sua: "Appena potrò, darò sostegno ai papà e alle persone che soffrono ingiustamente, mi batterò per la loro causa".