Marocchino: 'Juve, dura senza Conte. Occhio ai viola'
L.C.
Marocchino è un apprezzato commentatore tv, ma vanta anche buoni trascorsi da calciatore. Nato a Vercelli nel 1957 si rivela nel vivaio della Juve dove poi vince 2 scudetti e una Coppa Italia nei primi anni 80. Ala talentuosa ma incostante, la sua carriera ad alto livello si chiude a 30 anni dopo aver giocato anche con Samp e Bologna: 113 partite con 11 gol in A, una presenza in azzurro. di Alessandro Guerrieri Da giocatore Domenico Marocchino era un’ala incostante ma estrosa e sfrontata, caratteristiche che ha mantenuto anche da commentatore televisivo. Con lui facciamo le carte alla prossima stagione, partendo dalla nomina di Antonio Conte a ct: matrimonio perfetto o giudizio sospeso? «Conte è un grande allenatore, un condottiero, 3 scudetti di fila non si vincono a caso, ma siccome la Nazionale è un’altra cosa e il momento del calcio italiano è difficile... sospendo il giudizio. – ha raccontato al quotidiano Il Tirreno - Posso dire che le polemiche per il suo ingaggio in gran parte pagato dalla Puma le ritengo fuori luogo: Antonio non è tipo da accettare i compromessi, farà il ct con la sua testa nel bene e nel male». In bianconero al suo posto c’è Allegri, cosa ne pensi di “Acciuga” ? «Eredità pesante, Max è atteso da un gran lavoro e sicuramente parte a handicap». Ma la Juve è ancora favorita per lo scudetto o no? «Questa volta dipenderà anche dagli avversari, in campionato serve molta continuità e qui starà il problema bianconero. Direi che la Signora resta la squadra più accreditata, ma con un 40% di calare il poker. Deve guardarsi principalmente da Roma e Napoli che però devono migliorare la fase difensiva, quella decisiva». Per Milan e Inter ancora fichi secchi? «Molto meglio l'Inter del Milan, per ora. Mazzarri dopo un anno di rodaggio, reso problematico dal cambio societario, ha a disposizione una squadra che può aspirare a un posto in Champions. Inzaghi invece ha un organico in divenire e può pagare lo scotto del noviziato». La Fiorentina è la regina d’estate, dove può arrivare? «Bella squadra, ottimo tecnico. Molto, se non tutto, dipende dall’attacco: se Pepito e Gomez stanno bene e Cuadrado resta può fare un pensierino al terzo posto, forse anche al secondo». Il mercato sta per finire, come lo giudichi? «Lo scorso anno arrivarono Higuain e Tevez, quest'anno di grossi colpi non ne ho visti. Vediamo l'ultima settimana, finora l'operazione più importante è stata tenere Pogba». Possibili rivelazioni? «Lo scorso anno Torino e Parma hanno giocato veramente bene e gran merito è di Ventura e Donadoni, due allenatori troppo sottovalutati. Ripetersi non sarà facile ma nemmeno impossibile; a me piacciono Atalanta e Sassuolo ma soprattutto mi piacerebbe che la rivelazione fosse una neopromossa: sarebbe il modo migliore per rivalutare il torneo cadetto, un serbatoio nel quale, sbagliando, non pesca più nessuno». Fra le squadre destinate a lottare per salvarsi c’è l’Empoli, come lo vedi? «Con molta simpatia. E’ una società gestita alla perfezione, l'emblema perfetto della sana provincia: ha fatto un discreto mercato e può salvarsi magari lanciando qualche giovane». A proposito di giovani, quali sono quelli che ti piacciono di più ? «Keita della Lazio, la coppia Berardi-Zaza del Sassuolo e quella del Toro Darmian-El Kaddouri». Voliamo in Europa, dopo l’1-1 con l’Atletico Bilbao il Napoli ce la farà? «Vincere al “San Mames” è dura, per passare servirà una super prestazione. Diciamo che è una situazione difficile». Le euro-prospettive di Juve e Roma ? «Penso che supereranno tutte e due la fase a gironi, dopodiché conta molto il sorteggio, comunque arrivare ai quarti di finale sarebbe un bel risultato».