Hysen, ex Fiorentina:| 'Ricordo l'impresa a S. Siro'
Quando arrivò a Firenze, alla fine degli anni Ottanta, era già brizzolato. Adesso, i capelli sono tutti bianchi. Glenn Hysen però è in buona forma. Alla Fiorentina giocò per due stagioni, dall’87 all’89, senza entusiasmare, ma in Inghilterra vinse poi da protagonista il campionato con il Liverpool. 'Posso ancora giocare una decina di minuti, magari anche contro il Milan', scherza l'ex difensore svedese che faceva del senso della posizione e dello stacco aereo alcuni dei suoi punti di forza. Ora fa il commentatore per Tv3, canale svedese, ed è editorialista della rivista Match. È arrivato in città venerdì e l’aria toscana lo ha reso subito di buon umore. Un salto dagli amici e una cena con Kurt Hamrin, suo connazionale e grande cannoniere viola. 'Qui si sta sempre magnificamente, non manca niente. E poi c'è la Fiorentina che io seguo sempre. La mia maglia viola numero sei la conservo ancora gelosamente'. Lo aveva voluto Eriksson, che pretendeva un difensore centrale capace di far da guida ai compagni nel nuovo gioco a zona. 'Erano tutti abituati alla marcatura a uomo e ai primi allenamenti era un vero casino... La novità era davvero grossa'.
Hysen, veniamo all'attualità. La Fiorentina stasera può davvero fermare il Milan?
'Certo, può farcela. In casa ha le armi per fermare i rossoneri. Forse deve anche ricordarsi un po' dell'impresa che facemmo noi nell'87, a San Siro. Ci davano tutti per battuti contro il Milan di Sacchi. In campo c’erano Donadoni, Ancelotti, Gullit, Van Basten. Giocatori straordinari come ce ne sono molti nel Milan di oggi. Eppure non ci spaventammo, sapendo soffrire e ripartire. Poi, con Diaz e Baggio, vincemmo la gara. Al ritorno a Firenze ci aspettavano in cinquemila per festeggiare'.Stavolta però il Milan è lanciatissimo verso lo scudetto…
'Sì, è vero ma almeno un pareggio la Fiorentina riuscirà a strapparlo. Punto su Gilardino che tra l'altro ad ogni stagione alla fine segna sempre un buon numero di reti e su Montolivo, perché apprezzo la sua tecnica. Mi sarebbe piaciuto vedere Jovetic, l'anno scorso era diventato il mio preferito in assoluto. Ora lo aspetto di nuovo in campo'.
Il pericolo numero uno sarà il suo connazionale Ibrahimovic. Come fermarlo?
'Servono due uomini. Dovrà avere sempre un giocatore addosso, non necessariamente a uomo. E in seconda battuta ne occorrerà un altro pronto a raddoppiare. C'è bisogno di grande collaborazione tra tutta la difesa perché con un attaccante come lui basta una minima disattenzione e sei fregato'.
(Corriere Fiorentino)