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    L'Europa è quasi persa, ma l'Inter di Vecchi è meglio di quella di de Boer

    L'Europa è quasi persa, ma l'Inter di Vecchi è meglio di quella di de Boer

    • Giancarlo Padovan

    Per un’ora esatta, l’Inter di Stefano Vecchi è stata migliore di quella di Frank De Boer. Peccato che dopo essere stata raggiunta sul pareggio dal Southampton (19’ del secondo tempo), sia sparita, smettendo di giocare. In attesa di sapere chi erediterà quest’ultima Inter - scorbutica, scarica, prevedibile, molle - c’è da registrare la virtuale eliminazione dall’Europa League, il primo vero fallimento di stagione.

    Vecchi, che comunque sarà in panchina anche domenica contro il Crotone, non ha sbagliato il sistema di gioco (4-4-1-1), sugli uomini non saprei. Mi limito a constatare che avrebbe dovuto ricevere di più da Perisic, Medel e Banega (cui non ha giovato nemmeno la posizione di seconda punta). Malino anche D’Ambrosio a destra e Nagatomo a sinistra, ma sugli esterni di alternativo a quanto passa il convento c’è il solo Ansaldi.


    Comunque, fino al quarto d’ora della ripresa, la squadra non solo è stata compatta e ordinata, concedendo nulla, ma ha rischiato solo per colpa di un cervellotico calcio di rigore assegnato dal torpido arbitro polacco Gil. In un contrasto a distanza minima, il pallone ha sbattuto sul gomito di Perisic e l’addizionale ha segnalato un rigore inesistente. Per fortuna dell’Inter, e in ossequio alla giustizia calcistica, Tadic ha scagliato un tiro centrale deviato dalle gambe di Handanovic.

    Anche per questo sembrava la sera giusta per illuminare la strada a due protagonisti: Handanovic, appunto, e Icardi. Quest’ultimo aveva trasformato un mezzo pasticcio di Perisic sottoporta, in una conclusione affilata, tra palo e portiere, che ha mandato avanti l’Inter al 34’ del primo tempo. Gran parte del merito va assegnato a Candreva che, innescato da un rimpallo vincente di D’Ambrosio, squarciava l’area fino alla linea di fondo, mettendo poi in mezzo. L’impaccio di Perisic non appannava Icardi, né la sua girata bassa.

    La ripresa è cominciata con il Southampton molto deciso e l’Inter miracolosamente in undici. All’ultimo minuto del primo tempo, infatti, in occasione del calcio di rigore per gli inglesi, Candreva ha commesso una grande leggerezza. Si è avvicinato a McQueen e gli ha rifilato una gomitata. Sarebbe stato da espellere, ma Gil, che nulla aveva visto, l’ha solo ammonito.

    Due tiri da lontano di Ward-Prowse hanno avvisato Handanovic che la musica sarebbe cambiata, ma il fatto di non fare avvicinare all’area l’avversario era, per l’Inter, ancora un segnale consolante. Però anche Vecchi si è accorto dell’arretramento eccessivo e di qualche errore di troppo in disimpegno. Se c’è un appunto che mi sento di muovergli è di non aver effettuato un cambio subito, per richiamare una maggiore attenzione collettiva.

    Ma il risultato, a ben guardare, l’ha determinato un calcio d’angolo e una buona dose di sfortuna. Mi riferisco, ovviamente, al gol del pari segnato da Van Dijk, su palla respinta dalla traversa (tiro di Romeu) e al vantaggio, purtroppo definitivo, realizzato cinque minuti dopo. Nel tentativo di accorciare centralmente, l’Inter ha sguarnito la fascia di destra e da lì Tadic ha messo in mezzo un pallone a mezza altezza, ad andatura gobba (come direbbe Trapattoni), che è schizzato tra le tibie e le ginocchia di tre interisti prima di sbattere addosso a Nagatomo per una beffarda autorete.

    A quel punto, l’Inter ha smesso di esserci. Inutili - e tardivi - gli stimoli dalla panchina: Eder per Medel ad un quarto d’ora dalla fine non ha spinto la squadra a cercare maggiormente la profondità.  L’inserimento di Melo per Gnoukouri, molto stanco e comunque positivo, eventualmente andava fatto prima.

    Ma prendersela con Vecchi che - lo ripetiamo - ha allestito un’ora di calcio didattico e efficace, sarebbe profondamente ingiusto. L’Inter è una squadra che va rivitalizzata, responsabilizzata e accresciuta nella fiducia. Sarà dura. Anche se, a questo punto, restano solo il campionato e la Coppa Italia.

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