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    Violamania: l'estate delle incognite

    Violamania: l'estate delle incognite

    • Leonardo Petri
    La nuova stagione che inizia oggi trova la Fiorentina in una situazione di oggettiva difficoltà. Il comunicato di Diego Della Valle ha acuito le distanze fra i proprietari e una parte, temo sempre più consistente, della tifoseria ma tutto sommato non è questa la preoccupazione maggiore. Che i Della Valle si fossero allontanati dalla Fiorentina è sotto gli occhi di tutti da mesi (per Diego da anni) e che se arrivasse un'offerta consona acconsentirebbero a cedere il club non è una novità. D'altronde la strada intrapresa sembra proprio quella di un'exit strategy che quasi inevitabilmente porterà ad una separazione fra Firenze e i Della Valle. E dando per scontato che nessuna cessione della società avverà nei prossimi mesi credo che l'interrogativo più grande da sciogliere riguardi la squadra che sarà allestita per il prossimo campionato.

    Da tre anni i Della Valle non investono un euro e presumibilmente non lo faranno oggi, l'uomo forte, direi sempre più forte, è il presidente Cognigni che risponde direttamente a Diego e che ha come unico obiettivo quello di mantenere il bilancio in equilibrio e ridurre il monte ingaggi. E allora cosa possiamo aspettarci da Corvino, un direttore generale che è stato portato davanti ad un notaio per rinunciare alla possibilità di chiudere operazioni in proprio senza la controfirma del presidente? Visto l'ultimo mercato, il primo del nuovo corso, gestito da Corvino c'è di che preoccuparsi. Le preoccupazioni sono sempre le stesse, acuite dall'incertezza sul futuro del club, ovvero la sua tendenza a lavorare con un gruppo ristretto di agenti, la rigidità nel portare avanti le trattative, una rete scout ridotta ai minimi termini.

    Corvino dopo le prime scommesse (Vitor Hugo, Gaspar, Milenkovic) dovrà, come richiestogli, cedere i migliori calciatori in rosa e provare a tappare l'inevitabile voragine tecnica che si verrà a creare con le partenze di Gonzalo, Ilicic, Bernardeschi, Kalinic e Borja Valero con cui sembra davvero ai ferri corti. Andandosene i migliori non sarà più possibile continuare a fare scommesse senza peggiorare e sarebbe fondamentale qualche arrivo di peso, qualche giocatore di prima fascia. E qui sorge il problema del monte ingaggi, che deve continuare a scendere, una scelta che trovo sbagliata sia dal punto di vista tecnico che economico perché porre com criterio principale, a volte essenziale, per la scelta di un calciatore lo stipendio da corrispondergli non permette alcuna programmazione, non aiuta ad immaginare un futuro sereno e certamente non accresce la fiducia di una tifoseria mai come in questo momento scettica e delusa.
     

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