Pernambuco: Agnelli è distratto, Thohir troppo lontano, Pallotta parli a Totti
ANDREA AGNELLI. Difficile discuterlo. Da quando ha preso in mano la Juve il vento è cambiato. Ed è un vento di successi. Lucido e sobrio, è quello che ha più visione sul calcio italiano. Oppositore della linea provinciale e raffazzonata Tavecchio-Lotito, insiste su due concetti fondamentali: le nuove infrastrutture e un campionato per le cosiddette squadre "di riserva", sul modello spagnolo, che possa far crescere i vivai. Capace di delegare, sa rispettare i ruoli. Quest'anno sembra molto sensibile, almeno per ora, all'aspetto economico più che a quello agonistico. Per competere, ai livelli dell'anno scorso sulla scena internazionale, la Juve deve infatti rafforzarsi in difesa e a centrocampo. La storia del treqaurtista lascia il tempo che trova e Draxler, tra l'altro, non lo è. Indiscutibile, ma in questo periodo, leggermente distratto.
DE LAURENTIIS. Capace di una vera e propria rivoluzione, capace di affidarsi a Sarri e rifondare un Napoli che ha vissuto sul mito di una "grandeur" mai raggiunta. Se il Napoli segue Sarri, allenatore che sa dare un senso tattico e una notevole disciplina atletica, avremo delle sorprese. Deve tenere a freno un carattere dal protagonismo talvolta deleterio, che dà adito ad isterie tonanti quanto improvvide. L'importante è che tenga ferma la lingua e protegga il suo allenatore dopo eventuali sbandate. Coraggioso.
BERLUSCONI. Che dire? Amore e disamore, intensità e abbandoni. Sciagurata la diarchia Barbara/Galliani per far fare una gavetta dorata alla figlia, che si è conclusa in un inverecondo pasticcio. In attesa di sapere di più, i quasi 500 milioni di euro incassati per quasi mezzo Milan sono un capolavoro. Una buona campagna acquisti, con almeno due ottimi giocatori (Bacca e Romagnoli) un allenatore, voluto da lui, che sembra più affidabile sul piano dell'autorità che non su quello della tattica. E' tornato. Unico.
THOHIR. Fa parte dei Presidenti lontani, interessati molto al brand e al merchandising. Avrebbe bisogno di uno staff di primo piano. Si è affidato in toto a Mancini, che ha diretto la campagna acquisti e, almeno sulla carta, ha messo mano ad una difesa prima indifendibile. L'acquisto di Jovetic resta un enigma, così come continua a persistere l'equivoco Kovacic. Fiducioso.
PALLOTTA. Idem come sopra, con importanti differenze oltre ai migliori risultati ottenuti rispetto al collega asiatico. La Roma resta con la Juve la candidata allo scudetto. Due punti importanti della sua politica: l'alleanza con la Juve per cambiare gli attuali rappresentanti, più che discutibili, delle istituzioni calcistiche nazionali e la presa di posizione coraggiosa contro lo strapotere dei tifosi violenti. Ma, per quest'ultima questione, bisogna vedere se ce la farà (Lotito fecit). Ha voluto arginare un eccessivo nervosismo di Garcia, che è stato poi dotato di un'ottima squadra. Ora urge rafforzare la difesa e recuperare Strootman (così la Roma avrebbe, oggi, il centrocampo più forte d'Italia). E poi un pensiero a Totti: il suo impiego eccessivo troppo spesso pare subìto e forse il Presidente dovrà parlargli. Lungimirante.
DELLA VALLE (ANDREA). Sulla carta il Presidente è lui: dopo ripetute sbandate "comunicazionali" sembra aver indovinato il nuovo allenatore. L'arrivo di Sousa e il suo buon calcio estivo, hanno fatto dimenticare le isterie presidenziali su Salah e su Montella. Suarez sembra uno dei migliori acquisti della stagione. La partenza di Cipresso Gomez apre prospettive in attacco, con Rossi sul filo del rasoio. In difesa si rimpiangerà Savic? Sedato.
LOTITO. Deve molto al grande Tare, che conosce il calcio come pochi e che soprattutto sa avere pazienza. Difficile che ripeta l'eccezionale campionato (per rapporto qualità/prezzo) dell' anno scorso. Uno dei più longevi Presidenti della serie A, astuto e provinciale, capace di resistere a gaffe monumentali. Inaffondabile.
CAIRO. Se Belotti, come sembra, va al Torino è un buon colpo. La domanda è: "vale la pena rivoluzionare una squadra che ha fatto un ottimo campionato?". La risposta è: cuore e cassa spesso vanno per vie diverse e poi basta affidarsi al mago Ventura. Prudente.
TACOPINA. L'avvocato italoamericano ha finalmente coronato il suo sogno e dopo essere stato nel C.d.A. della Roma nel 2001 è riuscito a diventare Presidente del Bologna. Avvocato di grido con studio a Manhattan, Tacopina vanta relazioni col mondo della televisione (è stato commentatore della Fox News) e dello spettacolo. Una promozione in extremis tragata Delio Rossi e un mercato da definire. Ambizioso.
SQUINZI. Che dire se non tutto il bene possibile. Il Sassuolo sembra ormai un congegno perfetto, con l'innesto di giovani che corrono; lui un capacissimo e pacato comandante. Condottiero.
FERRERO. Uomo di spettacolo, anzi d'avanspettacolo, non crede alla realtà ma solo alla sua rappresentazione scenica. Grande prestigiatore, conduce la Samp con soldi che non ha. Punta sulle entrate ad effetto, (Eto prima, Cassano ora) che spesso non hanno effetto. Mah.
CORSI. Sembra (vedi il caso Carli) che nell' Empoli regni la confusione. Di fatto, vuoi per volontà, vuoi per impegni pregressi, la squadra ammirata lo scorso anno pare in fase di disarmo. Cinico.
PREZIOSI E ZAMPARINI. Affaristi, prepotenti, scopritori di talenti. E galleggiatori. Sono accomunati da una passione travolgente: quella per la cassa. Anche quest' anno non si smentiscono. Cassieri.
PERCASSI. Come si dice, l'Atalanta è ancora da definire, ma Reja assicura un' esperienza insostituibile. Certo le cessioni importanti hanno lasciato il segno e i rimpiazzi non sembrano arrivare. Rassegnato.
CAMPEDELLI. "Per me è come se fosse un sogno. Quando mi sveglierò saprò dire". Così disse nel 2001 dopo la promozione del Chievo in serie A. Rimarrà per sempre il suo gesto consolatorio di fair-play nei confronti del guardalinee, che in Chievo-Juve penalizzò la squadra veronese. Un mercato alla ricerca dell' esperienza. Sognatore concreto.
POZZO. Per ora un mercato che ha in Zapata la sua punta di diamante. Con Hertaux in bilico, la partenza di Allan si fa sentire. Ma le sorprese dal Sud America non cambieranno. Il brand Pozzo, infatti, è specializzato nella scoperta e nella crescita di talenti. Investitori.
SETTI. Mano ferma sul timone. Ha ricostituito la coppia di bomber viola Toni-Pazzini. Sicuro.
CALIUMI e STIRPE. Benvenuti, ma dovranno stringere la mano a Lotito. Calmi.
Fernando Pernambuco