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L'equivoco Montella riparte dalla Turchia: il problema dei predestinati
Quello di Montella sembra un film, «Ricomincio da capo». Qualcosa è andato storto ultimamente, certo. L'ultima panchina risale a due anni fa, quando a Natale del 2019 venne esonerato dalla Fiorentina (Iachini al suo posto) dopo un 1-4 al Franchi contro la Roma,. Erano passate 17 giornate e il bilancio parlava di 4 vittorie, 5 pareggi e 8 sconfitte, 17 punti per un misero 15° posto, a -2 dalla zona retrocessione. L'anno prima era subentrato a poche giornate dalla fine a Stefano Pioli, salvando la squadra solo all'ultima giornata dopo un filotto di cinque sconfitte consecutive che aveva fatto temere il peggio, grazie ad uno 0-0 alla camomilla contro il Genoa. Nelle sue sette partite sulla panchina viola, Montella non ne aveva vinta nemmeno una eppure (misteri del calcio) era stato confermato dal nuovo proprietario, Rocco Commisso. Non gli era andata meglio al Siviglia, prima esperienza all'estero da allenatore (da giocatore era stato per un breve periodo al Fulham): subentrato in corsa, era stato cacciato dopo quattro mesi, quando il campionato stava entrando nel vivo. Se è stata discreta la sua prima stagione al Milan (portato al 6° posto, Europa League conquistata e vittoria ai rigori nella Supercoppa disputata a Doha contro la Juventus), grande delusione l'anno successivo, chiuso con un altro esonero dopo 14 giornate (Gattuso al suo posto). Era il Milan di Bacca e Mati, Kucka e Suso, Bonaventura e Paletta, una squadra in effetti poco più che mediocre. Nel campionato precedente Montella aveva accettato in corsa la Sampdoria: 26 panchine e 14 sconfitte, bilancio sconfortante anche lì.
Due anni dopo, rieccolo. La sua parabola somiglia a quella di altri tecnici che sembravano pronti per il grande salto e che invece - alla prova dei fatti - sono inciampati, tra equivoci e scelte affrettate. Pensiamo a Di Francesco e Giampaolo, per esempio. In Turchia l’Aeroplanino proverà a far decollare una carriera che nelle ultime stagioni è volata bassa, come un aereo che non riesce ad alzarsi in volo. Quale sia il vero Montella, quale sia la sua statura, quale sia il suo spessore - sinceramente - non l'abbiamo ancora capito. Forse ha bisogno, dopo troppi intoppi, di rimettersi in discussione. La Turchia, dunque. Eppure di Montella - fino a pochi anni fa - si parlava come di un predestinato. Il problema - lo diciamo in generale, allargando il discorso dal calcio alla società - è che siamo circondati da troppi predestinati.