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L'economia saudita passa attraverso lo Sport: il nuovo El Dorado che punta i Mondiali 2030
Proprio sul tavolo della Lega, lo scorso mese di settembre, è arrivata un’offerta di 23 milioni di euro a stagione per organizzare, in terra saudita, le nuove finali della Supercoppa (fino alla stagione 2028/29). Alla base di tutto vi è una strategia ben precisa che passa per il tramite dello sport. Il progetto-ombrello, riservato a diversi settori industriali, è Saudi Vision 2030, il più importante programma di urbanizzazione e modernizzazione nella storia della nazione araba. Prevede un piano per ridurre la dipendenza del Paese dal petrolio, puntando a diversificare l’economia e a sviluppare settori di servizi pubblici quali sanità, istruzione, infrastrutture e turismo.
Il Saudi Public Investment Fund (PIF) è il veicolo che il principe ereditario Mohammad bin Salman Al Sa’ud sta utilizzando per gli investimenti economici in diversi settori (lo stesso utilizzato per l’acquisto del Newcastle United in Premier League). Tramite poi la propria consociata LIV Golf Investments, il governo mediorientale ha scelto di investire 190 milioni di euro nell'Asian Tour, il principale circuito golfistico asiatico.
ENTRO IL 2030 IL PROGETTO SAUDI VISION - Si articola, nello specifico, su tre pilastri: il primo è lo status del Regno come cuore del mondo arabo e islamico; il secondo è diventare un motore globale di investimento; il terzo è collegato alla posizione strategica dell’Arabia Saudita e all’ambizione di trasformarsi in un hub globale tra Asia, Europa e Africa.
Il programma Saudi Vision 2030 include 80 progetti (per un totale di 96 target economici) in diversi settori: tra queste le energie rinnovabili e ambiente, il settore idrico, le biotecnologie, le scienze tecnologiche e appunto lo sport. Ma il progetto più ambizioso è, senza dubbio, la creazione di Neom, la città del futuro (la più grande smart city al mondo), il cui costo è stimato in 456 miliardi di euro. Si estenderà su una superficie pari ad oltre 26mila chilometri quadrati.
IL NEWCASTLE UNITED LEVA PER SAUDI VISION 2030 - L’operazione di acquisto del Newcastle Utd (per circa 370 milioni di euro) rientra nel piano in esame. Il Governo di Riad intende diversificare la propria economia, incrementare i finanziamenti pubblici e aprire le porte del Paese stimolando gli investimenti (attraverso capitali occidentali) e il turismo (soprattutto a livello sportivo). Il PIF ha acquisito una quota dell’80%; il restante 20% è stato diviso equamente tra la donna d’affari Amanda Staveley, al vertice del fondo PCP Capital Partners, e i fratelliReuben (con un patrimonio personale stimato in oltre 20 miliardi di euro).
L’ingresso nel mondo del calcio, quindi, fa parte di una precisa strategia ribattezzata, dai tecnici, con il nome di “soft power”: ovvero il tentativo di costruire un’immagine positiva agli occhi del mondo attraverso lo sport.
CR7 PIONIERE IN TERRA SAUDITA - Incassare 1 miliardo di euro (inclusa la parte premiale e quella collegata allo sfruttamento dei diritti di immagine), in soli 7 anni (fino al 2030), è un’offerta per certi versi irripetibile, oltre che irrinunciabile per qualsiasi calciatore (incluso CR7). Se facciamo i conti in tasca al top player lusitano (in forza da pochi mesi all’Al-Nassr) ci troviamo di fronte a numeri “monstre”: 23mila euro di guadagno all’ora, 540mila al giorno, 4 milioni a settimana, o ancora 16 milioni di euro al mese.
L’operazione Cristiano Ronaldo (non meno di 175 milioni di euro all’anno fino al 30 giugno 2025, senza considerare lo sfruttamento dei diritti di immagine nell’ambito del progetto “Saudi Vision 2030”) è ancora tutta da costruire sotto il profilo marketing e, ancor di più, se parliamo di diritti tv.
CR7 ha aperto, di fatto, una strada anche per altri top player (magari a fine carriera), alla ricerca di petrodollari in un mercato calcistico tutto da scoprire. E lo stesso potrebbe avvenire a breve guardando al “mercato” degli allenatori, soprattutto quelli più vincenti come carriera internazionale.
Sempre il nuovo club di CR7 (l’Al-Nassr) e la società concorrente l’Al-Hilal, squadre di calcio della Saudi Pro League (SPL), hanno entrambe firmato una collaborazione da 25 milioni di euro a stagione con Quiddiya, il nuovo distretto d’intrattenimento di 367 chilometri quadrati vicino a Riad. Quiddiya, sostenuto dal fondo PIF, ha in programma di costruire un nuovo stadio da 40mila posti per i due football club. Il “Giga-Project”, messo in atto per sviluppare il distretto, includerà anche un nuovo campo da golf, progettato dall’ex campione Jack Nicklaus, ed un circuito automobilistico, che ospiterà il secondo GP dell’Arabia Saudita di Formula Uno (a partire dal 2027).
MONDIALI DI CALCIO: L’ARABIA SAUDITA PUNTA IL 2030 - Iniziano a scaldarsi motori (non senza qualche rallentamento) per la candidatura della Coppa del Mondo 2030. La prima ad affacciarsi è stata proprio l’Arabia Saudita, forte di una nazionale che ha vinto, nel match del debutto di Qatar2022, contro la più quotata Argentina, ma soprattutto dei suoi petrodollari. I sauditi saranno al centro di un progetto più articolato che vede coinvolti anche l’Egitto (dopo una iniziale presenza della Grecia). In caso di vittoria il Mondiale si trasformerebbe nel volano promozionale di “Saudi Vision 2030”, progetto di scenario del ricco Stato arabo, che ha, come già sottolineato, proprio nel binomio sport-turismo, la sua pietra miliare.