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    L'autolesionista Pioli sbaglia i cambi: vincono Torino e Napoli nonostante Abisso

    L'autolesionista Pioli sbaglia i cambi: vincono Torino e Napoli nonostante Abisso

    • Giancarlo Padovan
      Giancarlo Padovan
    Perde il Milan, vincono in due: il Torino (2-1), al secondo, identico successo consecutivo dopo il sacco di Udine, e il Napoli che adesso ha sei punti di vantaggio sui rossoneri e cinque sull’Atalanta sua prossima avversaria a Bergamo. Forse non è la svolta del campionato, ma una fuga che consente agli uomini di Spalletti, oltre che di guardare tutti dall’alto in basso, anche di gestire qualche partita senza l’impellenza della vittoria. Oppure - e questo è più probabile - di fare l’ennesimo pieno di entusiasmo per staccare definitivamente tutti, quando il campionato è poco oltre il primo terzo. In estrema sintesi - anche se sarebbe troppo semplicistica - Leao sbaglia due gol nei primi cinque minuti di partita. Djidji e Miranchuk ne fanno altrettanti in due minuti, quando la gara è poco oltre la mezz’ora. Nella ripresa Messias riaccende le speranze del Milan con un gol palesemente irregolare, visto che il rossonero spinge con le due mani Buongiorno, sbilanciandolo. Il tocco del difensore granata manda fuori giri anche il portiere Milinkovioc-Savic, uscito comunque dall’area in maniera sconsiderata, e Messias, con un grande tiro a giro, mette nella porta vuota. Secondo errore del portiere serbo in due partite comunque vittoriose (aveva sbagliato anche a Udine), ma questa volta addolcito dal rilancio di oltre settanta metri che aveva innescato la segnatura di Miranchuk. Anche per il MIlan è la seconda e ingiustificata decisione arbitrale a favore: a Empoli la squadra lucrò su una rimessa in gioco battuta da Tonali dieci metri più avanti (e Rocchi riconobbe, a bocce ferme, l’errore), in questo caso Abisso, mal assistito dal Var, ha considerato lecito un intervento da fischiare assolutamente. Poco male per la regolarità della gara.

    Il Milan ha lasciato tre punti per demerito proprio e, secondo me, anche per almeno un paio di autolesioniostiche decisioni di Stefano Pioli. Perché è vero che Leao, dopo i due gol clamorosamente mancati, ha inanellato una serie di tiri pateticamente storti o alti, ma è altrettanto vero che la sua presenza, magari dopo una rinfrancante attestazione di fiducia da parte del tecnico, avrebbe potuto assicurare quel cambio di passo sull’esterno che nessuno ha cercato di dare. Rebic, che ha solo messo un cross pericoloso cinque minuti dopo il suo ingresso in campo, non è Leao. Come Origi, partito dal primo minuto, non è Giroud. Né Dest vale Kalulu. Anche se, per quest’ultimo, la sostituzione è avvenuta per via di un’ammonizione che sarebbe pesata. Ha deluso ancora una volta De Ketelaere, sempre alla ricerca di un colpo o di una giocata che lo rianimino. Il belga è ancora un pesce fuor d’acqua e averlo messo dentro, al posto di Brahim Diaz, non mi è sembrata un’operazione sensata. Primo, perché le condizioni erano oggettivamente difficili per un calciatore che non è ancora se stesso. Secondo, perché Brahin Diaz aveva servito i due assist da trasformare in gol per Leao. Insomma, sempre e solo per come l’ho vista, PIoli ha sbagliato almeno due cambi (Leao e Diaz sostituiti da Rebic e De Ketelaere) e la scelta iniziale di Origi. Ora è vero che Giroud non può giocarle tutte, ma Origi non è all’altezza del Milan. Forse, e dico forse, lo era. Ora non più.

    Il Torino non ha vinto per caso. Perché ha segnato quando comunque era in crescita e perché, nella ripresa, si è difeso con ordine e determinazione, senza mai correre rischi. Il gol - come detto - era da annullare e poco altro il MIlan ha combinato per meritare il pareggio. Juric, naturalmente espulso per proteste in occasione del gol segnato da Messias, ha preparato una gara giudiziosa. Uomo su uomo come sempre, ma con minore propensione allo squilibrio quando i suoi perdevano palla. E’ vero, due volte è accaduto all’inizio e sarebbero potuti essere due gol, ma alla fine Djidji (gol di testa su punizione da sinistra di Lazaro) ha marcato con efficacia Leao, Vlasic, come al solito, ha brillato (suo e di Pellegri il pallone che Miranchuk trasforma con un diagonale sinistro), Lukic e Ricci, alla lunga, hanno vinto il duello con Tonali e, soprattutto, con Pobega. Nel finale, molto acceso e un po’ confusionario, Pioli ha provato con Bennacer (per Tonali) e con Giroud per Messias. Paro, guidato dalla tribuna da Juric, ha risposto con Rodriguez per Buongionro e Karamoh per Pellegri. Tre minuti dopo, Zima per Schuurs e infine Adopo per Miranchuk. Il Milan, oltre ai gol sbagliati all’inizio, ha un’altra grande colpa. Quella di non avere creato un’azione degna in quasi trenta minuti, cioè il tempo intercorso dal gol di Messias (67’) al recupero completo (96’). No, sconfitta brutta e non prevista. Un colpo a vuoto sconosciuto in trasferta da diciassette partite. Il Napoli saluta e, per ora, ringrazia.

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