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    L'autogol di Bonucci con gli ultras della Juve: un giocatore normale che si è spacciato per fuoriclasse

    L'autogol di Bonucci con gli ultras della Juve: un giocatore normale che si è spacciato per fuoriclasse

    • Gianni Visnadi
      Gianni Visnadi
    Ancora su Bonucci, perché pensiamo che debba essere chiaro a tutti quel che è accaduto domenica e che ieri i tifosi della Juventus gli hanno rinfacciato. Nessuno, dopo la sconfitta di Monza, gli ha chiesto di portare i compagni sotto la curva degli ospiti, dove stavano gli ultrà della Juventus. Nessuno gli ha imposto di prendersi e fare prendere ai compagni secchiate di palta. Lunedì, ignari (e si perdoni la citazione) scrivevamo «E quelle ripetute penitenze cui la squadra deve sottostare a fine partita, per mondarsi dalle sconfitte facendosi sommergere di fischi e insulti dai tifosi? Sono davvero necessari?». Ingenui, pensavamo che fosse un “ricatto” cui i giocatori dovevano sottostare, per evitarne di peggiori. E invece no, ieri abbiamo scoperto - con l’ostile comunicato degli ultras bianconeri - che era stata solo un’iniziativa personale di Bonucci, evidentemente smanioso di mostrare al mondo la pubblica prostrazione della squadra, per una sconfitta cui lui ovviamente non aveva contribuito, escluso per scelta tecnica dalla partita.

    Bonucci era stato il peggiore in campo contro il Benfica, poi 2 salvataggi avevano contribuito a salvare la sua partita e a limitare nei numeri la sconfitta della Juventus. Bonucci ha 35 anni e da tempo ha smesso di spostare gli equilibri, come amava dire ai tempi della fugace esperienza nel Milan (stagione 2017-18) quando improvvisamente privo degli angeli custodi Barzagli e Chiellini dimostrò il suo reale valore, di giocatore normale. Max Allegri, che spesso critichiamo, aveva capito per primo che si trattava di un difensore più lesto di lingua che di piede, uno che come prima arma per fermare gli avversari ha da sempre quella di girarsi e mostrargli il posteriore.

    Eppure in estate la Juventus ha fatto male i conti, pensando di potersi affidare proprio a Bonucci per guidare la difesa nel dopo Chiellini. E qui l’errore è imperdonabile, non puoi scoprirlo a settembre, quando l’allenatore già sapeva tutto da anni. Via De Ligt e dentro Bremer, qualcuno ipotizzava evidentemente che Gatti fosse già pronto, mentre a Monza s’è capito che questa non è la verità. Resta un buco nell’organico, cui di volta in volta si può rimediare spostando Danilo o cambiando modulo, ma non si può vivere nell’emergenza continua, sennò non è più emergenza ma stato delle cose, necessità.

    I numeri di Bonucci, a cominciare dalle presenze in Nazionale (116, una meno di Chiellini, ma 38 più di Scirea) sono da fuoriclasse. Ma Bonucci non è mai stato un fuoriclasse, ha solo avuto la fortuna di essere al posto giusto, nel momento giusto, quando la Juve dei 9 scudetti ha preso il volo. Venerdì, Bonucci - escluso da Allegri contro il Monza - sarà probabilmente in campo, e da capitano, nell’Italia che a San Siro sfida l’Inghilterra. Un assurdo tecnico e anagrafico, da cui non si capisce perché Roberto Mancini non sappia smarcarsi. Il senso di affidarsi a un 35enne che ha contribuito a 2 eliminazioni dai Mondiali?
    @GianniVisnadi

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