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    L'Atletico non è un modello per la Juve

    L'Atletico non è un modello per la Juve

    Rivincere in Italia e migliorarsi in Europa: è questo il compito dato dalla Juventus a mister Allegri, che ha raccolto la pesante eredità di Conte in panchina. La finale di Champions League del 6 giugno a Berlino è un obiettivo ancora lontano, ma non impossibile. Bayern Monaco, Barcellona e Real Madrid sono di un'altra categoria, tuttavia nelle coppe c'è spazio anche per le outsider. 

    SOCIETA' MODELLO - Basti pensare alle ultime due finaliste (sconfitte): Borussia Dortmund e Atletico Madrid. I campioni di Spagna allenati dal Cholo Simeone, ko all'esordio in Grecia contro l'Olympiacos, sono i prossimi avversari della Juve mercoledì sera al Calderon. A differenza del club tedesco, la società del presidente Cerezo non rappresenta però un esempio da seguire sotto l'aspetto economico. 

    OMBRE FUORI DAL CAMPO - Lo sottolinea l'edizione odierna del quotidiano La Stampa nel pezzo intitolato: 'Finanza creativa e fondi padroni, Atletico modello in campo e basta'. Il giornalista Massimiliano Nerozzi cita il professor Jaume Llopis, docente alla Business school di Barcellona: "La situazione finanziaria dell'Atletico Madrid è drammatica". I grandi risultati ottenuti dalla squadra nascondono i problemi economici: "Oltre a una montagna di debiti, il club ha ricavi bassi (120 milioni) e un monte ingaggi sproporzionato". Fino alla scorsa stagione in rosa c'erano solo 6 giocatori di proprietà, il resto multiproprietà con i fondi d'investimento come la Doyen Sport, la Creative Artists Agency e altri in Azerbaigian e Kazakistan. "Per sopravvivere l'Atletico ha il dovere di disputare grandi stagioni per attrarre sponsor, giocare sempre in Champions League e fare cassa sul mercato vendendo i pezzi migliori, sognando un nuovo stadio da 240 milioni: quanto durerà?". 

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