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    L'Atalanta fa sudare il Napoli come nessuno, ma ora per Spalletti è fuga scudetto

    L'Atalanta fa sudare il Napoli come nessuno, ma ora per Spalletti è fuga scudetto

    • Francesco Marolda
      Francesco Marolda
    Passa il Napoli. Passa sul campo complicato dell’Atalanta e prende il largo. Ed è la prima vera fuga per la vittoria di questo campionato. Passa recuperando addirittura il risultato: vantaggio di Lookman su rigore, poi uno- due di Osimhen ed Elmas per un successo assai pesante che – sosta per il Mondiale a parte – legittima adesso ogni discorso-scudetto in casa Napoli. Anche perché quella che il Napoli vince è una partita vera, dura, spigolosa. Ma la squadra di Spalletti ha saputo reagire resistere, passare e arrivare alla fine senza danni. Ma sudando e combattendo come forse non gli era mai capitato prima d’oggi. Manco in Champions. Eppure, si portava dietro un sacco d’attese e d’interrogativi questo match tra la prima e la seconda, che sono pure le due grandi sorprese di stagione. Da anno di transizione e cambio di uomini e abitudini, infatti, a campionato di successi ed ambizioni nient’affatto scontate appena qualche mese fa, per tutte e due le squadre. Ma non solo questo. Perché se l’Atalanta va a caccia di conferme confortanti, il Napoli deve fare i conti anche con il dopo Liverpool, che se gli ha consegnato definitivamente il primo posto del girone in Champions, gli ha pure impacchettato la prima sconfitta in assoluto dall’inizio ad oggi. E allora, quale sarà la reazione della squadra di Spalletti? Accuserà il colpo, oppure avrà la forza di reagire immediatamente e bene? Insomma, tardo pomeriggio tutto da gustare.

    E non deludono l’Atalanta e il Napoli, costrette anche a rinunce assai pesanti: Muriel da una parte e Kvaratskhelia dall’altra. Atalanta in campo secondo i suoi nuovi canoni di gioco: baricentro più basso, attesa, però marcature sempre rigide e sempre fisiche soprattutto in mezzo al campo e poi, appena in possesso del pallone, ricerca immediata delle punte pronte all’ingaggio uno contro uno coi difensori azzurri. I quali, anch’essi in ossequio alle proprie abitudini recenti e assai felici, se ne stanno alti. A volte pure troppo. Come capita già al primo minuto, quando Lookman lascia di stucco Kim e innesca Holjund per il gol. Sul quale Meret miracolosamente salva deviando con la gamba. Insomma, il ritmo e la pressione atalantina creano subito problemi al Napoli. Forse anche perché l’Atalanta gli sta rubando il ruolo; abituato a pressare, il Napoli ora deve subire la pressione e deve palleggiare assai velocemente per sottrarsi alle marcature strette. Cosa che non sempre gli riesce, anche perché Lobotka, centrale nel gioco napoletano, è guardato sempre a vista. L’Atalanta, insomma, prova a soffocare qualsivoglia iniziativa azzurra: l’ha studiata così, Gasperini, e la cosa gli riesce pure. Infatti, pressa pressa, guadagna un angolo (19’) e sul tiro dalla bandierina Osimhen improvvidamente tiene il braccio destro troppo largo. Tocco, Var, rigore. Il destro di Lookman dal dischetto è bello e impossibile da parare per Meret: un bolide all’incrocio dei pali fantastico e rischioso in egual misura. Atalanta in vantaggio, dunque. E tutto sommato pure giustamente per le iniziative che prende e per l’applicazione e la grinta che porta sul prato.

    Però non dura molto la felicità dei nerazzurri. Cinque minuti, tutto qui, Sino a quando (24’) dalla bandierina Zielinski (un po’ in ombra, in verità) pesca la testa di Osimhen: bella torsione del centravanti mascherato e gol. Cinque minuti e il pari è cosa fatta. Ma non solo. Perché il gol mette le ali al Napoli e abbacchia un po’ la vitalità dell’Atalanta. Prende il gioco in mano, il Napoli. Domina il possesso, ora. E una decina di minuti dopo (35’) raccogli i frutti del dominio ritrovato: da Anguissa ad Osimhen che resiste e vince il corpo a corpo con Demiral e crossa basso per Elmas. Bel controllo e gol: facile, ma non troppo. In difficoltà adesso, l’Atalanta che va al riposo senza più le certezze dei primi minuti.

    Meglio, molto meglio, quando torna in campo. Gasperini, infatti, alza Ederson dalla linea mediana al ruolo di trequartista o quasi e le cose cambiano. Nel senso che l’Atalanta ripropone pressione e fisicità , rischiando, ovviamente qualcosa per gli spazi che inevitabilmente deve lasciare soprattutto ad Osimhen. Dopo un primo tempo tattico, ecco una ripresa da combattimento. Da tutte e due le parti, si capisce. Perché il Napoli la partita fisica l’accetta. Tant’è che Spalletti (64’ richiama Zielinski e Lozano prer Ndombele e Politano prima e poi (75’) s’affida a Simeone , il quale dà il cambio ad Osimhen. Mosse alle quale Gasperini replica poco dopo con Malinovskyi e Zapata al posto di Pasalic e Holjund e poi anche con Boga per Lookman e De Roon per Koopmeiners). E così Atalanta-Napoli diventa sempre più anche una faccenda tra Gasperini e Spalletti, assai coinvolti dall’intensità della partita. Sì, perché ormai il pallone viaggia, sì, velocemente da una parte all’altra del campo, ma con sempre meno logica e sempre più animosità. Roba d’altri tempi e, se si vuole, roba non da Atalanta e Napoli degli ultimi tempi.


    Atalanta-Napoli 1-2

    Marcatori: 19' p.t. Lookman (rig.), 23' p.t. Osimhen (N), 35' p.t. Elmas (N)

    Assist: 23' p.t. Zielinski (N), 35' p.t. Osimhen (N)

    Atalanta (3-4-1-2): Musso; Toloi, Demiral, Scalvini; Hateboer (41' s.t. Soppy), Pasalic (26' s.t. Malinovskyi), Koopmeiners (36' s.t. de Roon), Maehle; Ederson; Hojlund (25' s.t. Zapata), Lookman (36' s.t. Boga). All. Gasperini.

    Napoli (4-3-3): Meret; Di Lorenzo, Kim, Juan Jesus, Olivera; Anguissa (48' s.t. Gaetano), Lobotka, Zielinski (18' s.t. Ndombele); Lozano (18' s.t. Politano), Osimhen (75' s.t. Simeone), Elmas (48' s.t. Zerbin). All. Spalletti.

    Arbitro: Maurizio Mariani di Aprilia.

    Ammoniti: 36' p.t. Demiral (A), 12' s.t. Kim (N), 13' s.t. Hojlund (A), 47' s.t. Zapata (A), 47' Maehle (A), 47' s.t. Toloi (A)

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