Calciomercato.com

  • Kalinic come Toni e Mutu: Corvino e i 'colpi mancati' Amauri e Arshavin

    Kalinic come Toni e Mutu: Corvino e i 'colpi mancati' Amauri e Arshavin

    • Claudio Masini
    Il prezzo già fissato a 50 milioni dalla clausola ma soprattutto le ambizioni quasi folli del calcio cinese stanno spaventando l’ambiente viola, dato il rischio tangibile di dover dire addio a Nikola Kalinic nel corso di questo mercato di gennaio. Il Tianjin Quanjian sembra per la verità aver allentato un po’ la pressione, dopo un’offerta paventata da 40 milioni (più 10 al calciatore) ma i dubbi sul fatto che il club allenato da Cannavaro possa alzare senza problemi la proposta fino alla cifra della clausola sono davvero pochi; tutto in quel caso passerebbe nelle mani di Kalinic, fino ad oggi riluttante ma in caso di aumento dell’ingaggio, chissà…

    I PRECEDENTI DI TONI... - Quella che si aprirebbe nella rosa della Fiorentina sarebbe una falla mica da ridere, vista l’unicità della figura del croato: centravanti di manovra, efficace sotto porta ma soprattutto nel dialogo con la squadra e bravissimo a fare reparto da solo. Sostituirlo a gennaio sarebbe insomma operazione molto complessa, anche per una vecchia volpe come Pantaleo Corvino, sia per la poca disponibilità di nomi sul mercato che per le alte richieste che il dg gigliato si vedrebbe costretto ad affrontare. E dire che di uscite ed entrate Corvino se ne intende eccome: a Lecce d’altronde, quando sbocciava una sua “pianticella”, c’erano da fare subito i conti con quella sostitutiva. Esempio emblematico nella stagione 2004/05, quando a gennaio fu ceduto un Bojinov capocannoniere (proprio alla Fiorentina, tra l’altro) e fu lanciato Vucinic. Ma anche a Firenze, in un contesto di livello maggiore, la sua arte di venditore-compratore si sarebbe messa in moto se non fossero arrivati determinati paletti a bloccarlo. Due esempi su tutti, legati ai due attaccanti più forti portati in viola dal direttore pugliese: Luca Toni e Adrian Mutu. E’ ultranoto come nel 2006 l’ex centravanti azzurro fosse stato praticamente ceduto all’Inter per una cifra intorno ai 25 milioni: Corvino si era già assicurato un giovane Amauri, dal Chievo, prima che Diego Della Valle bloccasse la partenza della Scarpa d’Oro. Amauri pochi giorno dopo se ne andò al Palermo, dove esplose, mentre Toni fu ceduto con un anno di ritardo, ma ad appena 11 milioni al Bayern.

    ...E MUTU - Caso analogo quello di Adrian Mutu: nell’estate 2008 la Roma l’aveva convinto a sbarcare nella capitale, offrendo una ventina di milioni alla Fiorentina ma la squadra viola stava per affrontare il preliminare di Champions e Prandelli minacciò le dimissioni, così da convincere la società a bloccare la partenza del rumeno. Corvino però si era già mosso ed era pronto a fare suo Andrey Arshavin, talento dello Zenit, vincitore della Coppa Uefa di quell’anno. Niente di tutto ciò, con Mutu che sparò le sue ultime cartucce da vero fuoriclasse quell’anno, per poi imboccare la parte discendente della sua carriera.

    L'ARTE DI CORVINO - A posteriori possiamo dire che le strategie messe in piedi da Corvino sarebbero state assolutamente da applausi ma il club gigliato aveva esigenze stringenti per il presente, preferito alle prospettive future. La situazione di Kalinic, come detto, è diversa visto che la Fiorentina non ha totalmente il coltello dalla parte del manico, anzi. Quel che però potrebbe rasserenare è la visione a 360 gradi di Corvino, storicamente abile nello scovare i sostituti giusti.
     

    Altre Notizie