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    Dal Gent al Catania: quando gli schemi su punizione fanno scuola

    Dal Gent al Catania: quando gli schemi su punizione fanno scuola

    Il gol su calcio di punizione è una delle giocate più affascinanti del calcio, uno di quei gesti tecnici che ne esalta il lato estetico, che emoziona i tifosi. Alcuni calciatori sono riusciti a conquistare popolarità e un posto nell'immaginario collettivo proprio grazie ai calci piazzati, diventando dei veri e propri specialisti, una sorta di sentenza: il più recente è sicuramente il romanista Miralem Pjanic, che in questa stagione sembra diventato micidiale nei tiri da fermo, affinando ulteriormente quella tecnica imparata fin dall'adolescenza, nella scuola di un maestro come il brasiliano Juninho Pernambucano. Restando in casa nostra, parlando di specialisti delle punizioni non si può non citare Pirlo e Mihajlovic. Ma spesso l'abilità del singolo non basta, ed è qui che intervengono gli schemi: semplici, complessi e fantasiosi, tutto pur di segnare. La rete del momentaneo pareggio di ieri del Gent in casa del Lione, con tre giocatori che corrono verso la porta avversaria per disorientare gli uomini in barriera e il portiere, è solo l'ultimo esempio di come un calcio di punizione possa trasformarsi da un semplice tiro in porta in una complessa coreografia studiata nei minimi particolari.

    IN MUTANDE - Il caso più particolare e più divertente del calcio italiano risale all'ottobre 2008, Catania-Torino: gli etnei si apprestano a calciare una punizione dal limite dell'area con Mascara, Sereni, portiere dei granata, predispone la barriera. Tre giocatori siciliani, nel frattempo, formano una seconda barriera alle spalle dei giocatori del Torino. Nulla di eccessivamente strano, se non fosse che Gianvito Plasmati, attaccante del Catania, non avesse deciso di abbassarsi i pantaloni mostrando le terga all'estremo difensore avversario, distraendolo e permettendo a Mascara di segnare. "Il merito del gol - sottolineò Plasmati - è tutto merito di Mascara. Ci mancherebbe altro. La magia l'ha firmata lui. Noi compagni, che ci piazziamo in barriera, aiutiamo chi calcia: ostacoliamo lecitamente e attiriamo fuori dall'area di rigore gli avversari. Si fa movimento per creare spazio". "Una furbata? Ci sono le regole, il buon gusto è relativo...", replicò alle accuse Lo Monaco, ai tempi dirigente del Catania. "Non risulta che si tratti di un comportamento irregolare".

    MALINTESI E INVASIONI - Situazioni e schemi "particolari" nella storia ce ne sono stati e tanti ancora ce ne saranno. Ne citiamo giusto due: il primo risale al settembre 2013, in Germania, durante Rot Weiss Essen-WattenScheid. Durante un calcio di punizione a favore dei padroni di casa, sul pallone si presentano ben sei giocatori: malintesi e discussioni, fino a quando uno di loro non decide di girarsi all'improvviso e di insaccare la palla in rete mentre i compagni si stavano allontanando litigando, quando ormai barriera e portiere sono increduli di fronte a quella scenata. Il secondo, invece, risulta meno elaborato e meno scenografico, ma sicuramente fa la sua bella figura: Newcastle-Sunderland, il derby più sentito nel nord dell'Inghilterra. Tutto pronto per il tiro dal limite: la palla va fuori, nulla di fatto. Peccato che la conclusione sia stata opera di un tifoso particolarmente intraprendente...

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