L'arma segreta di Conte: Nathan Aké, il sosia di Gullit bocciato da Mourinho
COME GULLIT - Non è solo per i capelli, la somiglianza con Gullit è impressionante. Hanno giocato entrambi al Chelsea e segnato gol in rossonero. In Premier lo conoscono già bene, dopo il prestito al Watford dell’anno scorso. Si è affermato, ma aveva ancora bisogno di giocare. E allora nuovo prestito quest’anno, al Bournemouth. Parte riserva, poi il 19 novembre la prima da titolare in Premier. Contro il Liverpool era la sua terza (e aveva già segnato l’anno scorso): due gol in tre partite da titolare. Il gol cambierà magari la storia della Premier 2016-17, ma può cambiare anche la sua di storia. Tra presente e futuro: ora sarà ancora titolare, può crescere e sperare di tornare a casa, di maturare per avere spazio nel Chelsea. Questo è il suo obiettivo. Conte gli dà una speranza, basta guardare Moses: dopo anni di prestiti, è stato lanciato da titolare e non ha tradito. Un’occasione può capitare a tutti, gioca chi merita.
DUTTILITA' - Aké ha tanta strada davanti: è un classe ’95, ha 21 anni. La sua forza è la duttilità: ha fatto spesso il terzino sinistro, ora sta giocando da difensore centrale che probabilmente è il suo vero ruolo, quello più adatto alle sue caratteristiche. Ma può giocare anche da mediano. È un giocatore esplosivo, con personalità, forte fisicamente, forse ancora un po’ grezzo: deve migliorare concentrazione e tattica. È accostato anche a David Luiz, mentre il suo ex allenatore in Olanda, Michael Krul, dice di lui: “Lo paragono a Frank Rijkaard, è un leader ed è tranquillo”. L’ho conosciuto l’anno scorso dopo una partita del Watford, è davvero un ragazzo solare, disponibile e tranquillo, si era fermato a fare autografi ai bambini anche dopo una sconfitta, dispensando autografi, foto e sorrisi.
BOCCIATO DA MOU - Ha le caratteristiche per giocare nella difesa a tre, Conte può essere l’uomo giusto per la sua crescita. Dopo Benitez e Mourinho. Con Rafa ha esordito in Premier, era il 26 dicembre 2012 e aveva 17 anni. Il portoghese invece, al suo arrivo nel 2013, lo mandò dalla prima squadra all’Under 21. Una bocciatura. Non trovò tanto spazio, anche se debuttò in Champions. Olandese, colonna dell’Under 21, e di U19, U17, U16 e U15 prima. Con l’Under 17 vinse l’Europeo di categoria nel 2012, in finale contro la Germania, da capitano. Da ragazzino era considerato uno dei talenti più promettenti, è cresciuto nel Den Haag per poi passare al Feyenoord, tra i migliori settori giovanili del paese, dove è rimasto per quattro anni. Il Chelsea è arrivato nel 2011, quando l’ha preso per 800 mila euro. Per convincerlo, fu decisivo un incontro con Drogba, ivoriano come suo padre. E per non farlo sentire solo, presero anche suo fratello Cedric a lavorare nello store del club. Squadre giovanili, prestiti, allenamenti e qualche presenza in prima squadra. Tutto, prima di questo gol, che può essere la svolta.