L'arbitro Banti a cena con il Torino
Prima spezza l’incantesimo della Roma, poi se la ride con Ventura. Banti di Livorno passerà alla storia come l’arbitro che ha interrotto la striscia record dei giallorossi e, a vederlo qualche ora dopo i disastri combinati sul campo, non sembra per nulla pentito. La notte di Torino non si ferma dentro l’Olimpico. Bisogna fare festa, ci mancherebbe: il vecchio cuore granata ha fermato la capolista e ci sta bene una cena di gruppo. Come riporta Il Tempo, il ristorante è quello di sempre, la Lampara, a quattro passi dalla stazione di Porta Nuova, uno dei pochi che tiene aperta la cucina nelle ore piccole. Lì si raduna quasi sempre il Torino e così è stato anche domenica.
Nella sala principale una bella tavolata: Cerci con la fidanzata, l’altro ex giallorosso Bovo, che ha visto la gara dalla panchina, D’Ambrosio e diversi compagni di squadra e amici. Si ride, si mangia e si brinda a un pareggio d’oro. Nel ristorante c’è anche Ventura, che lascia festeggiare i suoi ragazzi in tranquillità e si accomoda nella saletta sul retro con familiari e amici. Il sorriso è quello delle serate migliori, l’atmosfera rilassata, i camerieri schizzano da un tavolo all’altro perché bisogna accontentare tutti. Anche gli arbitri.
Sì, nella saletta ci sono pure Banti e i suoi collaboratori, seduti al tavolo vicino quello di Ventura, senza dare troppo nell’occhio. La partita è andata bene, per una volta il Torino non si può lamentare e allora perché non scambiare quattro chiacchiere? Finita la cena, Banti e gli assistenti si siedono accanto a Ventura per scambiare quattro chiacchiere.
Di sicuro l’allenatore non si è potuto lamentare di nulla: il gol di Cerci è viziato da un precedente fallo di Meggiorini su Benatia e alla Roma manca almeno un rigore. Il fallo di Darmian su Pjanic non si discute, il contatto successivo tra Bellomo e Maicon avviene fuori area ma non è arrivato alcun fischio. Banti ha sperato in un aiuto di Damato, giudice di porta che non evoca bei ricordi alla Roma, ma anche lui ha deciso di non decidere.