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    L'analisi di Katia Serra: Roma, palleggio sterile. Montolivo fondamentale

    L'analisi di Katia Serra: Roma, palleggio sterile. Montolivo fondamentale

    Non è dato sapersi se sono state le parole del Cavalier Berlusconi a motivare i rossoneri o la spacconeria della conferenza pre partita di Garcia a demotivare i suoi giocatori. Il + 11 in classifica a favore dei giallorossi non si è visto. Anche in inferiorità numerica il Milan si è difeso con ordine, concedendo la palla gol a Gervinho nei minuti finali in cui Diego Lopez si è fatto trovare attento e reattivo. Nel primo tempo il ritmo basso e la scarsa creatività hanno reso la partita a tratti noiosa, in cui ha prevalso la strategia tattica sulla fantasia. È mancata l’intraprendenza di forzare le giocate a costo di concedere spazio. Inutile invertire continuamente Florenzi e Gervinho sulle corsie esterne: entrambi in concreto non sono stati mai serviti nello spazio faticando a trovare giocate nell’1<1. De Jong, piazzato davanti alla difesa nel 4-1-3-2 alternato al 4-1-4-1 in non possesso, non ha permesso la giocata tra le linee a nessun centrocampista avversario rendendo la manovra dei padroni di casa lenta, prevedibile e poco mobile.

    Il palleggio è stato sterile, davanti Totti non ha avuto la capacità di far salire la squadra, costretto ad abbassarsi per non soffrire la fisicità di Mexes e Zapata alla squadra è mancato un uomo dentro all’area di rigore. Keita, giocatore a tutto campo, si è spinto più volte in avanti per dare profondità alla squadra, ma la scarsa brillantezza nelle gambe e nelle idee dei giocatori non ha permesso giocate in velocità. Lo stesso Gervinho, unico a fare un paio di accelerazioni, è stato discontinuo ed estraneo al gioco. Sulle palle inattive, marcato da Montolivo non è riuscita a incidere. Maicon, in precarie condizioni per il noto problema al ginocchio è rimasto bloccato dietro togliendo propulsione sulla corsia di destra.

    Invece, il Milan ha disputato una partita di grande solidità, con ferocia determinazione in tutte le zone del campo, in particolare con densità centrale non ha concesso le verticalizzazioni. I ragazzi di Inzaghi hanno pressato in avanti in soprattutto con i centrocampisti, con Poli che nel secondo tempo usciva in pressione alta sul Yanga Mbiwa spezzandogli la costruzione da dietro. Bonera ha giocato d’anticipo tutta la partita e, con coraggio, ha fatto sempre sue le palle aeree laterali all’altezza della metà campo. Menez da solo è riuscito a mettere in difficoltà la difesa, cercando continuamente la profondità e ha aiutato la squadra anche in fase difensiva. Montolivo, giocatore universale ha dato equilibrio dimostrando di essere pienamente recuperato. Dopo l’espulsione di Armero obbligato, il passaggio al 4-4-1 con il jolly Bonaventura che si è consacrato nella partita contro una big: personalità, sicurezza nelle giocate, acume tattico e disponibilità sono qualità riconosciute da tutti. Le statistiche, prima di stasera, annotavano l’86% dei contrasti vinti: la prestazione ha confermato anche questa caratteristica.

    Probabilmente il rigore negato alla Roma avrebbe potuto cambiare lo spirito della squadra e costretto il Milan a sbilanciarsi alla ricerca del pareggio. Troppo semplicistico però limitarsi a un errore di valutazione: una squadra che vuole arrivare allo scudetto deve ritrovare energia, fame e serenità se vuole portare il tricolore a Roma.

    Katia Serra

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